Capitolo 19: Troppi segreti

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Mi svegliai di soprassalto. Nelle uniche 4 ore di sonno in cui riuscii a dormire, gli incubi si accavallarono uno sopra l'altro. La testa era sempre più pesante, continuavo a sentire le parole di Matt che mi fecero invecchiare di circa vent'anni.
"Sei stata adottata Char."
La scena di quella sera mi frastornava la testa; a bocca aperta e con occhi sbarrati guardai Matt e scappai piangendo come una bambina verso l'hotel, con occhi lucidi mi voltai vedendo l'immagine sfocata di Matt che mi rincorreva urlando il mio nome. Appena arrivammo mi buttai nel letto piangendo dopo aver cacciato Matt dalla suite dell'albergo, l'unica cosa che volevo fare in quel momento era stare da sola e piangere. All'infinito.
I sensi di colpa dopo poco incominciarono a farsi sentire, forse non avrei dovuto cacciarlo, in fondo non era colpa sua, solo che era una gran batosta sentirsi dire una cosa del genere, e poi lui come faceva a saperlo?
Guardai l'altro lato del letto, vuoto. Non era ancora tornato.
Sentii una brutta sensazione allo stomaco. Paura, dove poteva essere? Come mi era venuto in mente di cacciarlo durante la notte?
Attraversai il corridoio che univa le altre camere. Volevo cercarlo, ma non sapevo neanche da dove partire. Però ero super decisa. Dopo averlo trovato volevo delle spiegazioni. Andai in salone per mettermi le scarpe, appena mi chinai per prenderle sentii un rumore dietro di me. Mi girai di scatto e lo vidi sul divano che dormiva.
Mi avvicina piano senza fare rumore per non svegliarlo, quanto era bello.. Quando dormiva quando era sveglio, quando faceva qualunque cosa era bellissimo nella sua semplicità.
Sedendomi in un piccolo spazio affianco a lui, gli accarezzai la guancia, il suo profumo mi procurò dei brividi in tutto il corpo; quanto mi piaceva il suo odore.
Decisi di preparargli la colazione per farmi perdonare anche se non ero nel massimo delle condizioni.
Aprii il frigo e trovai il mondo del cibo.
Decisi di prendere due uova, bacon, del pane da tostare e un succo d'arancia.
Quando tutto fu pronto sul vassoio, sentii squillare un cellulare.
Andai verso una borsa per portare i computer che si trovava proprio vicino al divano su cui Matt dormiva.
La aprii e presi il telefono.
*Nuovo messaggio.*
Pensai subito che non era affar mio leggere i suoi messaggi, ma la curiosità prese il sopravvento.
Aprii il messaggio e lessi.
* i genitori hanno lasciato la casa, tutto ok, ora il lavoro è tutto tuo.*
Genitori? Lavoro? Cosa? No quelle cose non mi riguardavano affato.
Rimisi il telefono nel porta computer dove però vidi dei fogli.
Questa volta senza pensare li presi e li diedi una lettura veloce.
" ABIO (Associazioni Bambini Italiani Orfani).
REGOLAMEMTO:
1)Nel momento in cui il soggetto che sta copiendo il lavoro, è riuscito ad avere la fiducia dell'orfano, rivelare la loro vera identità.
2)Il soggetto è tenuto a porta l'orfano al dipartimento specifico: - 0/7 anni, Sydney
- 8/15 anni, Mosca
- 16/22 anni, Cambridge
3)Al momento del rilascio dell'orfano al dipartimento, non bisogna avere più contatto con esso.
4)Il soggetto sotto lavoro non deve farsi scoprire dall'orfano della propria missione."

Cos'è uno scherzo? Che diavolo sono questi fogli che Matt teneva in questa borsa? La sera prima mi disse che ero stata adottata e il giorno dopo trovai quei fogli che spiegavano cose assurde!
Sfogliai ancora i fogli trovando una lista in cui si trovavano tanti nomi, in questa griglia al dosicesimo posto trovai il mio. Guardai affianco al mio nome, la frase era più che chiara: "adottata all'età di 36 mesi. Entro l'età dei 16 anni trasferire al dipartimento di Cambridge."
Rimasi scioccata.
In quale strano incubo mi trovavo, che cosa stava succedendo, era tutto troppo pesante per me.
Le lacrime incominciarono a rigarmi le guancie.
Presi un po' di forza e continuai a leggere la lista per vedere se riconoscevo il nome di qualcuno.
Mi soffermai su Becca e sobbalzai appena vidi quel nome: "adottata all'età di un anno. Entro l'età dei 16 anni trasferire al dipartimento di Cambridge."
Cosa? Anche Becca stava subendo tutto questo? Vuol dire che becca era a Cambridge?
Non stavo più ragionando, non sapevo più cosa pensare, reagii d'istinto.
Presi la mia valigia e decisi di lasciare quell'albergo in seduta stante.
Vidi parecchi soldi sulla mensola che si trovava appena all'entrata, li presi e lasciai la stanza senza pensarci due volte.


Scusate. Scusate. Scusate. Scusate e scusate fino all'infinito. Ho avuto dei problemi con il telefono e l'applicazione di Wattpad, e solo adesso sono riuscita a pubblicare il capitolo. Davvero mi dispiace un sacco. Ma come vi ho già detto, non mi dimentico di portare avanti la storia.
Miscy♡. X.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 18, 2015 ⏰

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