Nietzsche e le scimmie

5.4K 237 72
                                    

(Parte 2 di 'Come si scrive Nietzsche?')

Oh no.

Lo aveva realmente fatto?
Si era dichiarato a Mattia? Da ubriaco?

Coglione. Stupido stupidissimo coglione sottone.

Ma non poteva aspettare un altro pochino, prima di dichiararsi, che ne so, magari dal vivo? Magari in un momento in cui erano da soli ed entrambi lucidi senza litri di vino in corpo?

E senza parlare di accoppiamenti di scimmie evolute, magari.

E anche senza parlare di quello stupido filosofo tedesco dal nome strambo di cui a Christian importava ben poco.

Chissà perché avesse insistito tanto su quel nome.

Mattia intanto non aveva dormito, quella notte. Come avrebbe potuto? Christian gli si era dichiarato -in modo ignobile, ma aveva pur sempre confessato i suoi sentimenti- e l'unica cosa a cui Mattia riusciva a pensare era il viso del maggiore.

Il ragazzo dopo quella stupida confessione su Nietzsche si era semplicemente addormentato, in chiamata, troppo ubriaco per riuscire ad ascoltare per intero il cazziatone del barese (mancavano ancora i punti sette e otto da chiarire al moro), e Mattia aveva smesso di parlare, ed era rimasto per mezz'ora -e se ne vergognava, perché mezz'ora è davvero inquietante- a fissare ogni suo particolare da quello schermo.

Quel viso gli faceva un effetto strano.

La prima volta che ne era rimasto folgorato era stata a Bari, durante la settimana pasquale, quando si era svegliato prima del maggiore, e lo aveva trovato stravaccato addosso a lui, con le labbra schiuse e gonfie, che sembravano invitarlo a baciarlo senza pensarci due volte. E con quelle ciglia lunghissime nere che accarezzavano le gote lentigginose. Ed il nasino all'insù perfettamente delineato. Ovviamente si era dovuto trattenere, dandosi del pazzo e del maniaco, e poi lo aveva svegliato in modo meno romantico, sparando una canzone inascoltabile nella cassa Bluetooth.

Tornando alla chiamata, Mattia aveva deciso di guardarlo per pochi minuti, lo aveva giurato. Ma poi aveva sentito Christian iniziare a russare dolcemente, e si era sciolto. Era così bello, e si era ripromesso "altri cinque minuti, poi spengo il telefono e torno a studiare filosofia, giuro". Ma vederlo dormire con la boccuccia aperta lo aveva tentato troppo, ed era rimasto per molto più tempo, mentre gli si inteneriva il cuore.

E il giorno dopo il professore aveva sottoposto la classe ad una verifica a sorpresa su quel filosofo tedesco di cui Mattia ormai aveva imparato tutto.

Tutto tranne il nome, evidentemente.

Era finito per invertire zeta ed esse, e se ne era reso conto solo al momento della consegna, quando il prof gli aveva strappato il compito dalle mani.

È tutta colpa di Christian.

Il moro tra l'altro dopo la stupida confessione della sera precedente era letteralmente scomparso, e Mattia lo aveva visto solo su un Tik Tok con il suo "amatissimo fratello Luca!!" che per i suoi gusti lo abbracciava un po' troppo, e con cui conviveva da troppi giorni.

E sicuramente Luca era etero -giusto?-, ma lo infastidiva comunque vedere il suo frate così affettuoso con qualcun altro. Odiava sapere che potesse avere complicità e alchimia con qualcuno che non fosse lui.

E poi in quel Tik Tok, nonostante il maggiore fosse bello, bellissimo come sempre, era vestito in modo improponibile e si domandava come fosse possibile che avesse imparato così poco dal fantastico e inimitabile stile di Mattia Zenzola.

In effetti sarebbe stato uno scambio equo, come sosteneva la sera prima il maggiore. Mattia avrebbe potuto insegnargli ad avere stile e Christian avrebbe potuto arricchire il suo vocabolario -seppur in modo limitato, perché il bergamasco era pur sempre un caprone.

what the hell were we? [os zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora