Più del sesso

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(Ho una cosa importante da dirvi alla fine del capitolo, quindi leggete la parte finale)

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Tra loro non era successo nulla.

Ed era per questo che Christian si stava divertendo come un pazzo.

Vivevano da ormai settimane in quella situazione di tensione in cui un solo gesto avrebbe mandato a puttane mesi e mesi di amicizia: una messa in scena, una pantomima, costruita accuratamente giorno dopo giorno con mattoncini di plastica.

Gli amici non vogliono scoparsi.

Il moro aveva perfettamente capito che dietro agli occhioni languidi e apparentemente innocenti di Mattia si celasse ben altro, tipo una voglia malsana di prendere il cazzo del maggiore in gola fino a sfinirlo.

E lo aveva compreso perché durante quella vacanza il biondo si era divertito a lanciargli segnali espliciti, come leccare un gelato alla fragola mentre lo fissava dritto negli occhi o mangiare una banana - e a Mattia piacevano molto di più i mandarini - pian piano, guardandogli le labbra.

Christian aveva tenuto duro, ogni volta, convincendosi che Mattia stesse solo scherzando, ma quel pomeriggio lo stava davvero tentando più del solito.

Si trovavano a bordo piscina, stavano trascorrendo un weekend insieme prima di separarsi nuovamente per impegni di lavoro del più grande, e quel giorno anche la famiglia di Christian li aveva raggiunti.

«Io entro... vieni?»

Aveva domandato con voce melliflua e suadente il piccolo, con un lecca lecca rosa chiaro stretto tra le dita.

Il maggiore aveva deglutito, osservando quel colore così familiare e per un attimo proiettò un'immagine sbagliata nella sua mente.

«Chri...?»

«N-No io... resto un altro po' seduto qua...»

Il piccolo ridacchiò, trovando esilarante quella vulnerabilità, e gli porse il dolcetto.

«Faccio una nuotata e torno, puoi leccarlo, se vuoi, vedo che lo fissi da dieci minuti... basta che non me lo finisci, mh?»

Sorrise sornione e si tuffò.

Oh cristo.

Il più alto allargò il proprio costume viola, trovandolo improvvisamente troppo stretto, e notò che dietro di lui riposavano ancora i suoi genitori, stesi sul lettino.

Non mi sto eccitando. Non mi sto eccitando.

Lo ripeteva come un mantra, come se fosse una verità universale, mentre non riusciva a staccare gli occhi dalla schiena muscolosa del biondo e dal suo costume bianco che fasciava alla perfezione quel sedere rotondo.

Immaginava come sarebbe stato tuffarsi, raggiungerlo e strapparglielo via, di prepotenza, rimanendo sott'acqua senza farsi vedere, e poi scoparselo in apnea, mentre i genitori credevano che stessero facendo qualche gara tipo a chi trattiene più il fiato.

Immaginava di prendere quel culo sodo tra le mani e stringerlo fino a far urlare - sott'acqua - il piccolo, immaginava di toccarlo e sculacciarlo, di abbassarsi a quell'altezza e mordicchiarlo, baciarlo, leccarlo...

«L'hai leccato?»

«Mattia!»

Il moro arrossì violentemente e lo ammonì imbarazzato, mentre l'altro ghignava.

«Il lecca lecca, Chri, l'hai assaggiato?»

Ah, il lecca lecca...

Il bergamasco scosse la testa, mentre l'altro lo invitava.

what the hell were we? [os zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora