Capitolo 11

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Alex

Oggi è stata una giornata molto pesante; mi sento particolarmente demotivato e chiuso, sento mille pesi sulle spalle che rischiano di schiacciarmi.
Pesi che si originano dai mille pensieri impazziti che si rincorrono nella mia testa.

Sono una persona particolare, veramente troppo riflessiva, e mi rendo conto che fuori dal programma la gente veda questo mio carattere come un pregio, ma nei momenti di sconforto non auguro a nessuno di essere come me.

Al momento, la mia preoccupazione più grande è il fatto che nella registrazione di domani dovrò affrontare una sfida ed io, nonostante sia sempre stato un eterno sostenitore del "vada come vada", al momento non riesco a considerare le mie stesse parole come un conforto.

Sento come se adesso avessi molto di più da perdere rispetto a settembre, e in effetti è così.
Sto ricevendo un bel riscontro dalle persone a casa e mi dispiacerebbe molto non poter dare loro il conforto che cerco di trasmettere attraverso i miei testi.
Sto forse iniziando adesso a pensare in grande riguardo la mia musica e la mia possibile carriera, e se uscissi adesso sarebbe una gran delusione per me.
E poi, inutile negarlo, qua dentro ho conosciuto delle persone fantastiche con cui vorrei passare insieme ancora i prossimi mesi.
Forse, di Amici, quello che mi porterò dietro saranno proprio le persone.

Sono tutti questi pensieri a pesarmi addosso come un macigno, che non mi fa respirare.
Ho bisogno di una ventata di aria fresca, e quando arrivo in casetta so esattamente da chi andare per averla.

Non appena metto piede tra quelle quattro mura, mi dirigo senza esitazione verso la stanza gialla per parlare con lei e trarre un po' di serenità.
Quando però la trovo seduta sul letto intenta a parlare al telefono con sua mamma, ogni mia intenzione sfuma nell'aria e anziché fermarmi continuo invece il tragitto verso la mia camera.

Riesco a notare nello sguardo interrogativo di Cosmary un pizzico di preoccupazione, ma non mi va che riduca il tempo che ha a disposizione per parlare con i suoi familiari a causa mia.

Dopo essermi levato le scarpe, mi stendo a pancia in giù sul mio letto e chiudo gli occhi nella speranza di addormentarmi e sfuggire ai mille pensieri che ho in testa.

○○○

Non so quanto ho dormito esattamente, ma inizio a svegliarmi quando percepisco delle carezze leggere sul volto.

Con molta lentezza sollevo le palpebre e la prima cosa che vedo sono gli occhi a fanale di Cosm, che mi guarda con un misto di dolcezza e apprensione in volto.

È intenta a osservarmi, probabilmente per capire cosa c'è che non va, e nel frattempo mi accarezza il viso in punta di dita.

"Ciao", mi saluta.
"Ciao", rispondo io con voce arrochita dal sonno.
"Che succede?"
"Niente", sospiro io girandomi a pancia in su e sfregandomi gli occhi con una mano per svegliarmi.

"Ale, lascia che ti aiuti come tu hai fatto con me", mi sussurra.
Rimango sorpreso da quello che mi ha detto, e dal modo in cui l'ha detto, come se fosse timorosa della mia reazione.

Ristabilisco il contatto visivo con lei e la guardo con dolcezza.
"Scusa, è che non è una cosa che sono abituato a fare, di solito mi chiudo nel silenzio", mi giustifico.
"Puoi provare a dirmi qualcosa, non proprio tutto se non te la senti"

Io annuisco e cerco quindi le parole giuste con cui cominciare: "Sono insoddisfatto perché se domani uscissi non avrei fatto neanche metà delle cose che vorrei fare"
Dopo qualche attimo di silenzio, mi risponde: "Ti capisco, però tu devi cercare di dare il meglio di te. Se sai di aver lavorato e dato il massimo, allora l'uscita non conta più e comunque  il pubblico ti continuerebbe a sostenere ugualmente".
Io ripeto le sue parole nella mia testa per assimilarle e annuisco in accordo.

Inizia da due occhi e non finisce piùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora