Era un classico sabato sera di novembre 1993. Ero nella mia sala comune a leggere un libro,seduta in modo composto su uno dei comodi divanetti neri in pelle. La sala comune era quasi vuota, c'erano solo dei primini che ridacchiavano in un angolo mangiando delle caramelle tutti i gusti +1.
Ero tranquilla e rilassata,quando Pansy scese dal dormitorio con una lettera in mano.
"Black, per te, è arrivata ora." Disse indifferente,mi porse la lettera e io la afferrai riponendo sul divano il massiccio libro della storia del quidditch.
Lessi il nome del mittente e altro non era che mia zia Narcissa.
Aprii la lettera e cominciai a leggere.
"Sara,quello psicopatico di Sirius Black,tuo padre biologico è evaso dal carcere,il ministro ha emanato un mandato di cattura e tutti gli auror sono in sua ricerca,hanno già appeso moltissimi manifesti per tutto il mondo magico,che lo ritraggono,in caso tu dovessi avvistarlo chiama immediatamente aiuto,non avvicinarti a lui,vuole ucciderti. È sempre stato questo il suo obiettivo dal momento in cui sei nata,fai attenzione. Non ti avvicinare a lui, domani torna a casa, e non darmi un ulteriore delusione di diventare come lui, perché anche se mi duole dirlo,sei sulla buona strada.
Fa attenzione.
Narcissa."
Sgranai gli occhi non appena finii di leggere la lettera.
'Veramente mi voleva uccidere da quando ero nata? Perché, perché, perché?'
Ripetevo questo tipo di frasi nella mia testa ininterrottamente.
Per lui ero solo un errore?
'Sicuramente,se no perché mai avrebbe dovuto volere la tua morte? Stacci alla larga'
Questo è ciò che mi diceva il mio cervello,la mia parte logica,mi convinsi di questo pensiero,e in una sola sera sviluppai un odio innato nei confronti di chi aveva contribuito alla mia nascita.
Salii in dormitorio e mi misi alla scrivania,dove iniziai a scrivere una lettera di risposta per mia zia Narcissa.
"Domani tornerò al Malfoy Manor, E se la cosa che ti preoccupa è che io possa andare alla ricerca di mio "padre", allora fai meglio a non preoccuparti perché questa è una cosa che non accadrà mai, di certo non vado a cercare la morte con le mie mani, comunque grazie per avermi informata zia, a domani, buonanotte.
Sara"
Finita di scrivere la lettera la diedi al gufo dei Malfoy ed esso spiccò il volo.
Mi diressi nel bagno per lavarmi,feci una doccia una di quelle lunghe e rilassanti,una di quelle docce in cui l'acqua ti scorreva battente sul corpo e tu eri immobile a pensare con lo sguardo immerso nel vuoto,una di quelle docce che ti aiutava a prendere i pensieri ed ordinarli,che ti aiutava persino a prendere alcune decisioni parecchio importanti o che, più semplicemente ti faceva rilassare.
Una volta che chiusi il rubinetto che dal doccino faceva scorrere incessantemente acqua,aprii la tenda per poi prendere distrattamente il mio accappatoio verde chiaro,lo indossai,e con un incantesimo mi asciugai i capelli e poi il corpo. ' Ahh grazie Herm per insegnarmi sempre questi incantesimi salvavita.' Dissi ringraziando la mia amica tra me e me.
Ripiegai la divisa e infilai il mio pigiama,mi misi nel letto e cominciai a pensare.
Pensare. Pensieri che in qualche modo mi collegavano a lui,a mio padre,la lettera di mia zia Narcissa mi aveva stravolto la serata e ora non riuscivo a prender sonno.
Mi giravo e rigiravo nel letto quando alla fine mi arresi e ripresi a leggere,nella speranza mi venisse sonno.
Ad un certo punto però Daphne entrò in camera.
"Black." Salutò.
"Greengrass." Ricambiai.
"Come mai sei ancora sveglia? di solito a quest'ora sei sempre un ghiro." Mi chiede Daphne,con un ghigno dipinto sul volto. Veramente mi stava parlando? wow in tre anni si era sempre ostentata a farlo,ma in quel momento pensai che si stesse annoiando e che proprio per questo mi stesse rivolgendo la parola.
"Già..." Dissi solamente, distogliendo subito lo sguardo da lei e posandolo sul libro.
"È per tuo padre? ho saputo che è evaso." Mi disse con un tono di voce in cui era quasi percepibile una puntina di dolcezza. Si sedette sul mio letto e mi osservò .
Ma che le stava prendendo?
"Ma no,figurati se mi rovino la serata per pensare a lui...pff." Dissi sperando risultassi incredibile.
Ma la ragazza oltre ad essere serpeverde era anche furba e intelligente, capì che stessi mentendo ma forse non voleva forzarmi a parlare, così mi rivolse solo un'occhiata che non seppi definire e si alzò dal mio letto per poi prendere dal suo armadio il suo pigiama e andò nel bagno ad indossarlo.
Si andò poi a coricare,e io nel frattempo avevo posato il libro sul comodino e stavo cercando di riprendere sonno.
"Se vuoi parlarne,ci sono. Buonanotte Black." Mi disse solamente la bionda, spegnendo l'abat-jour sul suo comodino.
"Notte Greengrass." La salutai solamente,non ne volevo parlare nemmeno con i miei amici figuriamoci se ne avrei parlato con una persona che forse lo faceva solo per cortesia e con cui non avevo mai parlato.
Per carità,apprezzavo ma...non me la sentivo proprio di parlarne in generale.
Così spensi anch'io il mio abat-jour sul comodino alla mia sinistra e cominciai a fissare il soffitto.
Dopo poco Pansy entrò correndo in camera,chiaro segno che avesse sforato il coprifuoco.
La sentii aprire l'armadio,non accese neanche la luce,poi andò in bagno e socchiuse la porta,ma nel buio totale fu facile vedere la lieve luce che usciva dal bagno e che illuminava poco poco la stanza.
Quando finalmente la camera fu silenziosa e con nessuna di noi più in giro,riuscii a prendere sonno anche se con ancora la testa sommersa di pensieri,ansie e paure,e finalmente caddi nelle braccia di Morfeo.La mattina dopo:
Mi alzai presto quella mattina.
Non ero riuscita a dormire un granché,presi i miei vestiti li riposi nel baule e aspettai che arrivasse l'ora per tornare a casa,al Manor.
Anche se mi sentii in colpa non scesi a fare colazione per salutare i miei amici avevo il morale a terra e la paura che potessero allontanarmi dal gruppo solo per chi fosse mio padre faceva continuamente capolino in me.Scesi in sala comune e trovai lì Draco che con fare arrogante mi venne incontro.
"Vuoi ucciderci tutti non è così?" Mi disse quasi fuori di se.
"Eh?" Dissi,ma che si era fumato?
"Zitta mezzosangue sai bene di cosa parlo,non fare l'indifferente, Pansy mi ha detto che vorrai cercare tuo padre.''
Disse.
"Ma sei impazzito? assolutamente no!" Dissi stupita.
"Non ti credo,lo dirò a mio padre.''
Disse Draco.
"Digli tutto quello che vuoi non mi interessa Malfoy." Gli dissi incazzata.
Mi rivolse uno sguardo di disgusto. Uno di quegli sguardi che si dirigono verso il tuo cuore diretti come pugnalate. Soprattutto se quella persona ti è stata affianco per 11 anni.Al Manor:
Arrivai al Manor. Consegnai il mio baule a Dobby che riuscì a trascinarlo fino a camera mia.
Poverino,avrei voluto aiutarlo ma lo sguardo di Lucius Malfoy mi bruciava sulla pelle impedendomi di muovermi.
"E così vuoi cercare tuo padre,non è così?" Mi disse sprezzante Malfoy senior.
"Non è così,non so cosa ti abbia detto Draco ma non è così." Dissi solamente,ero spaventata da lui ma non volevo darlo a vedere.
"Mio figlio non mente,tu si, perché hai sangue codardo nelle vene." Disse acido. In tutto questo Narcissa era dietro di lui,mi guardava con sguardo cinico,quanta freddezza era in quella casa...
"Smettetela! Non è così!"
Dissi.
Lucius però si infastidì e mi diede uno schiaffo,uno dei tanti che avevo ricevuto nel corso della mia infanzia.
"Me ne vado. Vi odio tutti." Dissi nervosa, fuori di me,non sapevo cosa mi stesse prendendo ma salii di corsa, ripresi il baule e uscii.
Cosa sarebbe successo dopo? non lo so,non sapevo dove andare,avevo paure e ansie dentro di me,ma si erano notevolmente alleviate dal momento in cui ero uscita da quella casa,e cosa che mi faceva bene e male allo stesso tempo,fu quello che i miei 'zii' non fecero assolutamente nulla per fermarmi. Nulla. In quel momento si che ero sola. 'Se in questo momento mio padre mi ammazza mi fa solo un favore.'<Sara>
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sono come te?
FanfictionSara è una ragazzina di 13 anni,cresciuta con i Malfoy dal giorno esatto in cui suo padre è stato arrestato per dei crimini non commessi e sua madre è morta per via di un attacco di Bellatrix Lestrange,cugina del padre e mangiamorte. La vita di Sara...