capitolo 17

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Nico

Era passata ormai una settimana da quando era stato dimesso dall'ospedale, e passava la maggior parte del tempo a letto o sul computer, con la scusa della gamba ancora ingessata. Ogni giorno si svegliava con la voglia di fare qualcosa di produttivo nonostante avesse dormito male, ma la cosa gli era altamente vietata, sia per la gamba ingessata che per le sue costole rotte alla quale serviva tempo per rimettersi in sesto. Con Loco era tutto più bello da quando avevano iniziato a frequentarsi seriamente, ma ancora non lo avevano detto a nessuno per evitare pressioni, la decisione l'aveva presa Nico, vedendo quanto a Loco desse fastidio sentirsi al centro dell'attenzione.
Stava registrando un video su Minecraft quando gli arrivò un messaggio proprio da parte del biondo, così mise in pausa la registrazione e prese il telefono.
Gli spuntò un sorriso sul volto quando lesse ciò, perché gli aveva chiesto di andare a fare un aperitivo in centro solo loro due, ovviamente non esitò due secondi a dire di sì.

Sinceramente i pantaloni non aveva voglia di cambiarli, perciò tenne quelli corti della supreme, abbinandoli con una maglietta rossa sempre della stessa marca.
Per stare in tema colori, prese le sue personalizzate air force 1 con il baffo rosso, o almeno, ne prese solo una, visto che nella gamba destra aveva un ammasso di cellule morte coperte da del gesso pieno di firme.
A parte le sue varie ironie sulla sua situazione fisicamente instabile, da quando era tornato a casa si sentiva una persona nuova, forse una settimana di stacco da tutto gli serviva, gli aveva fatto bene.
Era più che pronto per ricominciare con il botto, ma non era ancora ora.

Erano le quattro del pomeriggio quando Nico sentì il campanello suonare, così piano piano con le sue stampelle scese le scale di casa "amore fermati" girò velocemente la testa e vide sua madre che lo raggiungeva "non girare con quelle, usa la carrozzina" il moro alzò gli occhi al cielo sbuffando sonoramente "mamma! Riesco a stare in piedi quanto voglio anche con un piede solo!" La madre scosse la testa e gli bloccò la porta "devi girare in piazza a Milano, è un attimo che qualcuno te la calci e ti faccia cadere, così non esci" non poteva fare niente per farle cambiare idea, così lasciò che la madre portasse la carrozzina nell'auto del padre di Loco, ma prima di lasciarlo salire in auto lo prese da parte "non sarete solo voi due vero?" Chiese sottovoce, e il moro sospirò "no, gli altri ci aspettano al bar" la madre sorrise, come se davvero credesse alle sue parole, così salutò il figlio e le altre persone per poi rientrare in casa. Nico sospirò, nemmeno lo aveva aiutato a salire in auto. Da quando Loco si presentava tutti i giorni in ospedale per stare sempre al suo fianco, i genitori avevano iniziato a sospettare qualcosa.
Il biondo non aspettò due secondi a scendere dall'auto per aiutarlo, così gli fece da appoggio mentre cercava di infilarsi senza sbattere la gamba "grazie Loco" disse sorridendo, una volta seduto. Lui sorrise poi chiuse la sportella, tornando a sedersi accanto al padre.
"Nico! Allora come stai?" Aveva già avviato l'auto quando il padre di Loco iniziò a riempirlo di domande "decisamente meglio, mi serviva uscire di casa" disse sorridendo, quando in realtà stava guardando il profilo del biondo che teneva lo sguardo fisso avanti a sé "bene sono contento! Sai mio figlio era davvero preoccupato che quando c'è stato l'incidente voleva correre lì a piedi" disse facendosi scoppiare una risata, e questa frase fece sorridere Nico "papà! Smettila!" Loco invece non era molto d'accordo che si parlasse di lui come un debole piagnucolone "perché devo smettere? Si vede che ci tieni tanto a lui!" Nico non poteva vedere la faccia di loco, considerando che si era voltato dalla parte opposta, ma sapeva con tutto se stesso che in quel momento aveva le guance più rosse di una pizzicata.

Il viaggio in auto fu breve e silenzioso "Nicolò, non mi vorrei trovare da litigare con la tua mamma, quindi le stampelle me le lasci in macchina okay?" I ragazzi si girarono tutti e due verso l'uomo che sorrise, poi Nico annuì.
Il moro aprì quindi la sportella dell'auto ma in poco meno di cinque secondi si trovò Loco già pronto per aiutarlo ad adagiarsi sulla carrozzina. Sorrise leggermente imbarazzato ma si fece aiutare senza problemi, poi il padre ripartì.
Era bello come aveva già capito tutto di loro due a che se nessuno glielo aveva mai detto, o almeno da quel che sapeva Loco non gliene aveva parlato.
Dovettero fare un po' di strada prima di arrivare al loro bar per l'aperitivo così Loco si apprestò a dare una mano a Nico spingendolo "guarda che non c'è bisogno, mi mando avanti da solo" era così troppo gentile nei suoi confronti, ma non voleva sfruttarlo per i suoi comodi "Non mi interessa, oggi sei nelle mie mani Nicolò."

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