Paure?(Parte 1)

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È venerdì e sono le 7:15 quando indosso il mio giubbotto di pelle e prendo lo zaino in spalla, dandomi un ultima occhiata allo specchio sistemando qualche ciocca di capelli, mi regalo due o più spruzzi del mio profumo preferito che dispargo con molta generosità sui capi che indosso, e finalmente esco da camera per salutare i miei genitori prima di avviarmi alla fermata dell'autobus, dove trovo le mie amiche Elisa e Laura, ormai siamo amiche da più di 10 anni, sono sempre state al mio fianco e mi hanno aiutato molto nei momenti bui.

Arrivato l'autobus le persone si affrettano a salire, le mie amiche prendo due posti e io intenta a prendere quello affianco vengo anticipata dal ragazzo davanti a me, <<Scusa posso sedermi qua?>> Mi costringo a dire.

Il ragazzo alzo lo sguardo e un ciuffo castano gli rivela due bellissimi occhi color nocciola, in cui per qualche istante mi ci perdo, poi scrolla le spalle e toglie lo zaino portandoselo hai piedi.

Per tutta la durata del viaggio non ci parliamo ma restiamo immobili a guardare la strada dal suo finestrino, quindi spesso mi capita di guardare lui, e i suoi lineamenti morbidi.

Quando scendiamo dall'autobus sono la prima ad alzarmi per uscire dalla porta, quando dietro di me lo vedo apparire <<Ti ho fatto così tanta paura?>> E senza attendere mia risposta mi volta le spalle per entrare nell'edificio.

Arriviamo in classe e ci sediamo hai nostri posti, io mi posiziono vicino a Luca il mio migliore amico, che mi vede turbata <<Che succede Sofia?>> Mi domanda.

<<Oggi ho incontrato un ragazzo all'autobus>> gli spiego ripensando a ragazzo misterioso, <<E cosa c'è di scioccante?>> Mi chiede confuso, quindi mi sforzo a spiegarmi meglio, <<Non lo so, all'apparenza sembra uno normale, però aveva qualcosa che mi intrigava, aveva dei occhi magnetici>> mi spiego immaginando il soggetto, << Woow Silvia l'hai visto 1 volta, calma>>

ok, forse stavo esagerato però mi sento in qualche modo attratta da lui, e avrei una voglia matta di rivederlo

<<Tu sai come si chiama?>> Gli domando al mio amico disperata <<Sofia,no!>> Risponde seccato lui, dopo qualche minuto si rigira a guardarmi, sentendosi in colpa immagino <<Descrivimelo>> risponde con un tono di resa.

Allora inizio la mia descrizione molto dettagliata, sottolineando anche i minimi particolari <<Te lo sei squadrato bene, sai dirmi anche la lunghezza del suo cazzo?>> Risponde con un sorriso beffardo il mio amico <<Ho solo avuto molto tempo per guardarlo e poco per parlarci>> mi gratto la nuca imbarazzata, <<Comunque, chiedo a qualche amico>> e così dicendo, tira fuori il telefono dalla tasca dei jeans e digita qualcosa.

Dopo qualche minuto mi mostra un profilo Instagram <<È lui?>> Mi domanda sottovoce, per non farsi sentire dalla prof di inglese, << Oddio si è lui>> prendo il telefono e guardo qualche sua foto, controllo il nome dell"Instagram, cercandolo nel mio telefono, ringrazio il mio amico e mi affetto a seguirlo per scrivergli:

Comunque no, non mi fai paura, non mi fa paura niente.

Invio il messaggio e aspetto qualche minuto prima che vibra il cellulare, con una nuova notifica di Riccardo:

Peccato, e dimmi mi hai cercato solo per scrivermi questo?

Leggo piano, con attenzione, non sapendo bene cose rispondere in modo più appropriato.

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