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Schizza velocissima fuori dalla biblioteca e si appoggia al muro a riprendere fiato. Ha il cuore in gola che le batte a mille e le gote arrossate.

Federico.

Sorride involontariamente e decide di tornare dalle sue compagne prima di ritrovarselo nuovamente davanti.

Troverà qualche scusa per Bianca. Ora deve aspettare Debora e, dopo qualche minuto, eccola arrivare.

《Mamma mia! Sono morta. Io odio correre. E tu non eri con me!》 la accusa puntandole il dito contro.

《Mmm.. hai ragione. Ma posso comprare il tuo perdono.》

《Sì certo, mi immagino. Hai per caso dell'acqua frizzante?》

《No. Ma ho un nome.》

《Ok. Jessica.》

Jess le ride in faccia e Deb non capisce cosa diavolo le prenda.

《Ma cos'hai capito?》le chiede continuando a ridacchiare.

《Ma sei stordita?》continua a fissarla confusa.

《Senti.. tornando dal bagno volevo salutare Bianca. Così sono passata in biblioteca e lei era impegnata. Con un'altra persona. Un certo Federico.》

Deb continua a fissarla ancora accaldata dalla lezione senza comprendere.

《Chi?》le chiede.

Jess inizia a spazientirsi e le spiega: 《Lui. C'era lui in biblioteca e ho scoperto che si chiama Federico. 》

《Aaah! Oddio e spiegami. Oh babbazza dovevi dirlo subito! Oh Dio! FEDERICO! Jessica e Federico. Federico e Jessica. Fede e Jess. Jess e Fede.》 Inizia a blaterare senza tregua di colpo lucida e attiva.

《Zitta! Se passa qualcuno che sente e sa?!》guardandosi attorno.

《Ma smettila. Dai accompagnami al pullman che se lo perdo son guai.》

🔻

Il pomeriggio passa veloce e Jess si prepara per andare a danza.
Mette nel borsone le scarpette a punta e quelle a mezzapunta, un paio di collant di scorta (non si sa mai), e il gonnellino. Indossa il body nero e cerca di sistemare lo chignon.

La sua insegnante, Anna, ultimamente è diventata più severa del solito.
Se qualcuna fa tardi a lezione o non è in ordine deve mettere 5 centesimi nel "barattolo delle punizioni". Se una si distrae e chiacchiera durante la lezione deve metterne 10. Se invece scappa una parolaccia 20 e in più si devono fare dei terribili esercizi spaccamuscoli a fine lezione.

Una volta pronta saluta suo padre e si incammina verso la sua scuola di danza col borsone sulla spalla. Ci vogliono circa dieci minuti a piedi e preferisce camminare per iniziare a scaldare i muscoli. 

Va nella stessa scuola da quando aveva iniziato a ballare a sei anni. E anche allora ci andava a piedi con sua madre. Puntuale due giorni a settimana la accompagnava avanti e indietro. Stradina sterrata, marciapiedi stretti e strisce pedonali mezze sbiadite ma quando arrivi al portone non vedi l'ora di entrare. Li chiamava "i loro momenti" e solo dopo la sua morte aveva capito quanto fossero preziosi.

《Ciao ragazze!》dice spingendo dalla porta di legno scrostata con un sorriso.

Si solleva un coro di 《Ciao!》e 《Ehi!》di risposta mentre chiacchierano e si preparano per iniziare la loro ora e mezza.

Alla sua prima lezione indossava un body rosa e per sedersi sulle panchine degli spogliatoi doveva alzarsi in punta di piedi. Era emozionata ma anche agitata, perché sua madre le aveva fatto una semplice coda di cavallo mentre le altre bambine avevano quasi tutte uno chignon. Le sembravano così professionali nonostante la loro tenera età. La rassicurava spiegandole che era solo una prova ma lei non si vedeva all'altezza, finchè Anna non le disse quanto fosse bella.

La maggior parte delle persone pensa che la musica classica sia noiosa e che il balletto consista nel fare quattro salti e piroette. Ma non per lei.

L'ha sempre trovata appassionante. Tutti quegli strumenti che si fondono in una melodia che continua  a cambiare ritmo insieme alle sue emozioni.
Il corpo segue ogni variazione e si muove leggero ed energetico trasmettendo ogni emozione.

《Ciao ragazze! Forza che è ora di iniziare.》 la voce di Anna interrompe le chiacchiere e i pensieri di tutte le presenti, che entrano nella stanza per fare stretching.

Mentre era a terra per allungare e scaldare i muscoli delle gambe le si avvicina per parlarle.

《Jessica, volevo concordare con te qualche dettaglio per l'evento. Hai tempo dopo la lezione?》

《Certo! Non c'è nessun problema. 》

《Perfetto, ti ringrazio. 》

Il tempo passa in fretta e Jess si affretta a cambiarsi. Esce con le altre e, mentre loro se ne vanno, lei si siede sul muretto ad aspettare che Anna chiuda tutto.  Nell'attesa decide di mandare un messaggio a suo padre per avvisare che sarebbe tornata un po' più tardi.

《Eccomi, scusa se ci ho messo un po'》e si siede accanto a lei appoggiando a terra la sua enorme borsa. 《Allora.. la data si avvicina. Vorrei che chiedessi ai tuoi contatti se può andar bene questo volantino che ho stampato come prova e se le informazioni scritte sopra sono tutte corrette.》

Jess osserva attentamente i colori vivaci e le scritte. La data si avvicina. È vero.
Quest'anno il saggio di Natale sarà particolare e speciale. Un misto di emozioni dal sapore dolceamaro.

Accarezza leggera con la punta delle dita la carta liscia fresca di stampa e le si inumidiscono gli occhi.

《Credo sia perfetto così com'è ma lo mostrerò. Se ci fosse qualcosa che non va te lo farò sapere》 dice raddrizzando le spalle e schiarendosi la voce.

《Certo.》 dice Anna stringendole la mano. 《È una cosa speciale a cui sono orgogliosa di partecipare.  Sarà bellissimo e raccoglieremo sicuramente  delle belle donazioni. 》

Si alzano e si danno un abbraccio forte.

《Vuoi un passaggio a casa?》le chiede.

《No, grazie. Torno a piedi.》

《Ma certo. Capisco. Allora ci vediamo alla prossima lezione. 》

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Entra in casa appoggiando il borsone e avviandosi verso il bagno.

《Ciao papà! Sono arrivata. Vado a farmi una doccia e arrivo a cenare!》

《Ok, ti aspetto. 》

Pulita e profumata cena con calma quasi completamente in silenzio. Dopo aver aiutato suo papà a sistemare gli mostra quel che le ha consegnato Anna.

《Ecco. Guarda cosa mi ha dato! Pensi che andrà bene?》

Gabriele ammira il foglio, immobile come una statua. Alla fine riesce a sorridere ma si vede che tutto il suo corpo è rimasto rigido.

《È molto bello. Credo che andrà bene per la fondazione. 》

《Lo penso anch'io. Domani passiamo per mostrarglielo?》

《Domani mattina mentre sei a scuola provo a telefonare.  Se hanno tempo e se non sei piena di compiti nel pomeriggio possiamo passare e mostrarglielo. Cosa ne dici?》

《Sarebbe bello. Poi è qualche settimana che non mi faccio vedere. 》

《Vero. Dai allora vedo di combinare. Adesso ti conviene andare a letto. Hai l'aria stanca.》

《In effetti è stata una giornata lunga. Buonanotte papi》dice sbadigliando e dandogli un bacio.

《Buonanotte tesoro.》

Prende il volantino e si dirige verso la zona notte pensierosa.
Prima di dormire, però, messaggia un po' con Deb per rilassare la mente.

Ovviamente la punzecchia riguardo a Federico così chiude in fretta la conversazione. Non è  dell'umore giusto.

Ti amo fino a quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora