Enséñame a Quererte | AU1 (tradotta)

Capitolo 8.

Il suono del suo cellulare che vibrava da qualche parte sul pavimento la fece sbattere le palpebre dolcemente per aprire gli occhi. Per un momento aveva dimenticato dove si trovava, notò solo che tutti i muscoli del suo corpo erano rilassati, anche leggeri. Il suo respiro era regolare, con sua sorpresa, e con un'ansia costante che non l'avrebbe lasciata vivere. Poi si accorse dell'ondeggiare del petto di Sergio, che teneva gli occhi chiusi, pacificamente addormentato.

O almeno, questo era quello che pensava.

Socchiuse un occhio proprio quando sembrava che stesse per distogliere lo sguardo, ma in realtà si avvicinò al suo viso con l'intenzione di accarezzargli i capelli, folti e neri che gli ricadevano sulla fronte.

-Ciao.- sussurrarono all'unisono, facendosi sorridere.

Raquel si era tirata indietro i capelli completamente. Il suo viso è stato visto in dettaglio, tutti i suoi lineamenti. Avrebbe potuto studiarli se avesse voluto. Anche se, beh, in un modo in cui erano state spese tutte quelle ore. a guardarla Per contemplare il suo cipiglio rilassato, i suoi occhi chiusi, la sua guancia contro il suo petto.

Gli piaceva così tanto il modo in cui i suoi occhi brillavano ad ogni sorriso... O il modo in cui il suo naso si arricciava quando rideva. Era passato troppo tempo da quando si era perso nei segni delle sue risate, quelle ai lati della bocca.

-Come è stata la notte?

Sergio manteneva quell'aura magica parlando a bassa voce. Sentì il suo cuore scoppiare in mille pezzi quando vide che lei seppellì per metà il viso, imbarazzata nella sua pelle, sorridendo. Senza poterlo fare a meno, gli porto il palmo della mano al viso, amorevolmente. Non sapeva se fosse stato involontario o se avesse davvero voglia di farlo, ma si appoggiò assonnata al suo palmo.

"Mi sono addormentata," mormorò, ancora con gli occhi chiusi.

Sai che parli nel sonno?

Raquel lo guardò con un sopracciglio alzato. Ora quella era una sorpresa, dal momento che nessuno gli aveva mai detto niente al riguardo. Né sua madre, né Paula, né Alberto. Scosse la testa, volendo portare via quel figlio di puttana dal suo ex marito in quel momento, perché non meritava che lei pensasse a lui quando era felice.

"E cosa ho detto?" scherzosamente, ha lasciato un bacio sexy sul petto della psicologo, esattamente su uno dei suoi piccoli capezzoli.

Sergio si accigliò, fingendo di pensare a qualcosa da ricordare. Allo stesso tempo, mentre il suo gesto distraeva l'ispettore, la sua mano andò sulla sua schiena nuda. La accarezzò dal basso, dalla parte bassa della schiena al collo. Senza dimenticare la sua spina dorsale, che ha ripassato con la punta delle dita.

-Stavi parlando di un certo psicologo che hai appena conosciuto.-Sergio ignorò lo sguardo sarcastico che gli veniva lanciato dal basso, facendo uno sforzo per non sorridere.-È attraente?

La guardò. Raquel alzò le spalle, al gioco. Le luci erano tutte completamente spente tranne quella della piscina e del giardino.

-Direi di si.

Sergio sorrise, guardando avanti, con il braccio destro dietro la testa. Il commissario Murillo si perse nel profilo della mascella, di quel suo naso particolare, perché anche se non era lungo, o aquilino come il suo, aveva una forma troppo triangolare. E infine c'erano quegli occhi scuri incorniciati da uno sguardo intrigante. Qualcosa aveva l'aspetto di Sergio Marquina capace di abbattere qualsiasi difesa volesse mostrare.

-Hai detto che bacia bene.-Raquel iniziò a muoversi, quasi impercettibilmente.-E a letto, beh...

"Ottimo a letto", rispose immediatamente.
Sentì l'erezione ancor prima di volerne realizzare. I denti di Raquel gli stavano mordicchiando il mento, poi si muovevano sul collo con baci bagnati. Sergio sussultò quando sentì le sue dita afferrare saldamente il suo membro, scuotendogli il polso su e giù.