2. Caffè nero bollente

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Ma scappero' via di qui da questa casa galerache mi fa prigioniera con gli occhi chiusia mille miglia per conto mio

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Ma scappero' via di qui da questa casa galera
che mi fa prigioniera con gli occhi chiusi
a mille miglia per conto mio

(Fiorella Mannoia - Caffè nero bollente, 1981)

Sorseggio un po' di tè. Per essere l'inizio di Marzo, fa decisamente freddo. Osservo a lungo la tua foto, quella che i media avevano mostrato quando erano iniziate le tue ricerche e la tua bellezza è sconvolgente. Una cascata di lunghi capelli biondi come il grano incorniciano il tuo viso armonico, quei lineamenti morbidi, quasi fanciulleschi. Hai tentato di sembrare più donna dipingendoti le labbra di rosso e i tuoi grandi occhi verdi sono colmi di consapevolezza. Sapevi di essere bella, si percepisce anche in questo scatto che sto fissando incessantemente da qualche ora. E chissà in quanti erano rimasti folgorati da te, dalla tua innaturale e perfetta bellezza. Chissà se qualcuno non fosse stato geloso di te, chissà se avevi fatto innamorare di te la persona sbagliata, colui che ti avrebbe voluto solo per sé, che ti considerava una sua proprietà privata. E chissà se magari ti sei ribellata, gli hai detto di no, gli hai urlato in faccia la tua libertà, scatenando le sue ire, la sua follia omicida.

Chissà, bellissima Laura.

Tante domande, nessuna risposta. Il tuo caso è stato archiviato solo dopo due anni di ricerche come allontanamento volontario e questo perché hai avuto problemi di tossicodipendenza. Non ti hanno dato il giusto valore, il giusto peso. Ti hanno abbandonata al tuo destino, ma io sarò la tua voce se vorrai, quella voce di cui ti hanno privata.

Prendo un respiro profondo ed accendo la videocamera.

«Ciao a tutti, ragazzi e ragazze. Oggi, per la rubrica Italia Nera vorrei parlarvi del caso di Laura Agosti. Sono passati più dieci anni dalla sua scomparsa e, tuttavia, non abbiamo ancora nessuna risposta riguardo alla sua misteriosa sparizione. Caso archiviato, chiuso, senza un briciolo di spiegazione!» mi stringo nelle spalle, sorrido alla telecamera, ai miei amici virtuali che seguono il mio canale «Ma ripercorriamo i momenti salienti di questo caso avvolto ancora nel mistero. Era la mattina del 7 Marzo 2011 quando Laura si allontana da casa, dopo l'ennesima discussione con sua madre. Non porta con sé il cellulare né il portafogli, ma sua madre, Betty, non è per nulla sospettosa di ciò. Lo ha sempre fatto, soprattutto ultimamente, quando aveva ricominciato con la droga. Colpa del suo nuovo fidanzato, sospettava Betty. Laura lo chiamava Miami...»

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