19. La cura

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Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.

Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.

I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,

la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.

Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.

Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono

(Franco Battiato - La cura)

318 giorni prima della scomparsa di Laura

Ho vent'anni e sto morendo.

E la colpa è solo tua, cara Iris.

Tu che mi hai illuso che ci fosse una speranza per me, tu che hai acceso un barlume sul mio futuro, per poi spegnerlo con cattiveria. Hai rubato l'ossigeno a quella piccola candela che poteva spianare il mio cammino. E l'hai tolto pure a me, mi hai condannato a morte. Non solo perché mi hai rifiutato, dopo che ti ho donato me stesso. Ma hai avuto anche la sfacciataggine di farti vedere in giro con il tuo nuovo ragazzo e non sono passati nemmeno venti giorni.

Ti ho vista, sai? Ti ho osservato a lungo. Ti siedi sempre sulla stessa panchina, quella maledetta dove ti ho incontrato e lo guardi come guardavi me, con i tuoi occhi grandi dietro cui nascondi la tua anima dannata. Ti guardo e mi si spezza il cuore. Te lo avevo regalato, speravo ne curassi le ferite, invece lo hai calpestato senza ritegno lasciandolo moribondo. E mi hai dato il colpo di grazia ieri. Mi hai visto, mi hai guardato da lontano schifata. Probabilmente hai capito a cosa mi hai condannato e di certo una stronza come te non può abbassarsi a stare con un tossico come me. Hai sorriso, hai stretto il tuo damerino vestito di tutto punto e l'hai baciato, l'hai lasciato senza fiato per la passione che hai messo.

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