1.Victims of Love

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Era sola.
Era solo.
Erano soli.

Completamente diversi, ma estremamente uguali.
Del tutto lontani, ma inaspettatamente vicini... tutto questo poteva succedere, o no?

No, non poteva succedere, loro due erano diversissimi, non c'era verso che potessero andare anche solo d'accordo.

Lui si era redento, lei no.

Però c'era una cosa che li accomunava più di tutte, ed era la solitudine, era la totale assenza di qualcuno che facesse loro compagnia, che stesse al loro fianco nei momenti di più totale sconforto ed incertezza. Bucky avrà avuto anche Steve, ma per quanto tempo? Forse dieci giorni se sommiamo tutte le volte che sono stati più che lontani che vicini, durante la guerra, prima che lui partisse, dopo che fu ritrovato in quella base dell'Hydra e prima che cadesse da quel maledetto treno che gli ha cambiato per sempre la vita.

Quando l'ha rincontrato, dopo settant'anni ma lui l'ha saputo riconoscere solo dopo; quando l'ha ritrovato in Romania e dopo giorni ha combattuto anche per ricoprire i suoi peccati e per altre due volte, combattendo contro un'entità sconosciuta di dimensioni cosmiche che l'aveva spazzato via dalla faccia della terra, non una, ma ben due volte per poi dirsi addio per sempre.

Ma per Bucky non sarebbe mai stato un addio, non quando non sapeva davvero perché il suo migliore amico se n'era andato. E questo non voleva dire che con Sam non stava bene, con Sam la compagnia era quasi perfetta, se non fosse per via del fatto che, purtroppo o per fortuna, non si sarebbe mai sentito alla sua altezza.

Ma c'era anche qualcun'altro che non si sentiva all'altezza e non delle aspettative altrui.
Ma delle aspettative di se stessa.

A volte pensava, con il freddo della neve e di quelle rocce, che forse si meritava tutto questo, che forse meritava di stare da sola, con i suoi pensieri, i suoi rimorsi, i suoi rancori ed i suoi sensi di colpa dove, specie questi, erano tantissimi. Aveva sbagliato dal principio, aveva sbagliato quando invece che pensare di scappare da sotto il tavolo della sua casa distrutta, si era messa a guardare quella bomba cercando vendetta su Stark; aveva sbagliato credendo che quella vendetta sarebbe arrivata con Ultron, aveva sbagliato a non firmare gli Accordi così almeno lei e Vision sarebbero stati bene, sarebbero cresciuti in quella casa a Westview che lui le stava per regalare prima ancora che arrivasse Thanos sulla terra.

Aveva sbagliato ad isolarsi e non cercare aiuto, aveva sbagliato a rifugiarsi in un mondo fittizio, pensando che quello potesse soddisfare i suoi bisogni, aveva sbagliato a fidarsi di Agatha e di quel fottuto libro che l'ha solo corrotta dalla testa ai piedi.

Adesso era come se non servisse più a niente, come se non avesse più obiettivi, come se non avesse più priorità, non c'era più niente che, al contrario di qualcuno, potesse farla redimere sul serio. L'ultima cosa giusta l'aveva fatta, questo era ovvio, aveva distrutto il Darkhold in tutte le realtà esistenti per evitare che chiunque venisse tentato, ma la verità è che forse, distruggere se stessa non sarebbe stato neanche male. Però i suoi poteri le hanno giocato un brutto scherzo, erano così forti tanto che lei li odiava, avevano funzionato da soli come una sorta di scudo che l'aveva riparata dall'impatto e che l'aveva un'attimo protetta.

E quando successe se la prese con se stessa.
Questo potere che aveva non sarebbe servito a niente, sarebbe servito solo a fare del male, a fare paura, a condannare e condannarla.

Si rialzò dalle rocce, subito dopo che le fece cadere su di lei, con neanche così tanta difficoltà, sapeva di essere troppo forte adesso, così tanto che le sue corde vocali si aprirono in un grido liberatorio. Mai come stavolta voleva davvero morire, come era successo con Pietro e come era successo anche con Vision, perché loro e non lei? Dopotutto entrambi erano sulla sua coscienza ma lei non era sulla coscienza di nessuno per tutto il male che aveva fatto.

"Perché!?"

Ma erano tante, troppe domande di cui non si sarebbe mai trovata risposta e quella non la puoi cercare ovunque, non lo puoi fare perché non è di certo un tesoro che puoi trovare con una mappa, anzi forse quello neanche lo trovi con certezza. Ed a Wanda mancavano anche quelle, le mancavano risposte e certezze, qualcosa che le avrebbe permesso di andare avanti e di tornare ad essere l'eroina perfetta, quella che aveva salvato della gente del suo paese, quella che aveva combattuto fianco a fianco con i Wakandiani contro Thanos e la sua armata, quella che stava per uccidere Thanos.

Aveva bisogno di certezze e di risposte ma non adesso.

Per adesso quella sensazione di freddo attorno a sé la faceva stare quasi bene, era come se con quella non dovesse preoccuparsi proprio di niente, il freddo le avrebbe fatto compagnia da ora in avanti e non le sarebbe dispiaciuto affatto. Perché freddo sarebbe stato il pavimento, freddo sarebbe stata la sua mente e freddo sarebbe stato il suo cuore, senza badare a niente e nessuno.

C'era però già qualcuno che aveva dormito su un pavimento freddo, forse pure troppo tempo e, in cuor suo, sapeva che quello era male venuto per nuocere davvero, non solo perché era davvero scomodo ma perché non avrebbe avuto senso poi condannarsi in questo modo. Bucky, aveva fatto ammenda, si era quasi ripreso a detta degli altri, ma se si trattava di sé stesso, lui avrebbe continuato a dire che forse, ancora un po' rotto lo era.

Gli mancava qualcosa? Forse si o forse no, ma anche se l'avesse saputo, non avrebbe fatto niente per colmare quel vuoto; aveva combattuto contro Sam per fermare un nuovo ordine mondiale e con Yelena per fermare la nuova ascesa dell'Hydra di Valentina, roba da fine del mondo, giusto? Roba che avrebbe potuto dargli un riconoscimento, ma non li aveva avuti all'epoca della seconda guerra mondiale, figuriamoci adesso, ora non ne valeva più la pena.

E non perché non voleva combattere, forse magari, qualcosa per cui farlo era dietro l'angolo e lui non lo sapeva ancora, però forse non era più destinato a questo, magari aveva solo bisogno anche lui di certezza, aveva bisogno anche lui di risposte. Risposte che l'avrebbero davvero soddisfatto stavolta e non solo su un aspetto normale, ma su qualcosa che forse non si sarebbe mai aspettato.

Come non ti aspetti che, durante il tuo solito sabato sera, passato a mangiare cibo spazzatura e birra che, sicuramente, non ti avrebbe fatto ubriacare, il campanello di casa tua suona. I sensi di Bucky si accesero subito, nel giro di pochi secondi, il volume della TV si abbassò con il telecomando, aprì l'acqua del lavandino in cucina per lavarsi le mani e da sotto lo sportello di esso prese una pistola; una persona normale ci metterebbe i detersivi per lavare i piatti o i vestiti, Bucky no, in quei sportelli ci mette le pistole.

Fantastico.

Il campanello suonò una seconda volta, adesso più insistentemente, ma Bucky si prese tutto il tempo per fare le cose con comodo, come un ex spia sovietica sapeva farle, spense anche la luce grande e si mosse con cautela e silenzio verso la porta di casa, tolse la sicura della pistola e si avvicinò alla porta, poggiando il mirino al suo fianco sullo stipite di essa, fino a che dopo la terza volta che il campanellò suono, si sentì una voce familiare.

"Bucky, vecchio scorbutico, lo so che sei in casa... apri questa fottuta porta"

"Sam?"

Tolse la sicura dalla pistola, girò la serratura e dopo anche la chiave per aprire poi direttamente la porta, lo trovò nel suo completo nuovo, diverso, quasi uguale a quello che aveva Steve combattendo sulla Lemurian Star, ma era accompagnato da un uomo asiatico vestito in una specie di kimono colorato di viola ed arancio.

"Che ci fai qui?"

"Anche io sono felice di vederti Buck"

"Chi è il tuo amico?"

"Sergente Barnes, sono Wong... lo stregone supremo"

"Stregone supremo? Credevo fosse Doctor Strange lo stregone supremo"

"Ne ero convinto anche io Bucky... fin quando abbiamo capito che quello che noi credevamo lo fosse, è stato il primo a causare un incursione"

"Una cosa?"

"Due universi collidono, ma solo uno può sopravvivere... eventi e circostanze si stanno mischiando in questo universo, ma queste provengono da un altro"

"Perché?"

"Perché qualcuno sta giocando con la nostra realtà... ci serve qualcuno che ne sappia allo stesso modo"

"C'è qualcuno che sa della realtà più di te e Strange insieme?"

"Si, qualcuno che conoscete benissimo" 

The Four Love StoriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora