20 Capitolo

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"Elias"

Implorare perdono.
Sperare.
È tutto quello che posso fare.
Le rose che ho mandato a casa di Michaela non sono che un inizio.
Se voglio ottenere qualcosa.. devo iniziare a giocare sporco.

Nel poco e prezioso tempo che le sono stato accanto ho imparato a conoscerla.E so esattamente che Michaela non ama le cose troppo vistose.È..era una ragazza semplice.Con un grande cuore.
Lo stesso cuore che io ho spezzato e allo stesso tempo fatto diventare di pietra.
Rivoglio indietro la ragazza che conoscevo.
Rivoglio indietro la ragazza che amo e farò di tutto purchè questo accada.

Scendo dall' auto e mi dirigo verso la casa che ho sottratto alla madre di Michaela.
La casa dove beccai.. Isabella e mio padre per la prima volta.Ricordo quel giorno come fosse successo ieri.
La rabbia che provai in quel momento mi spinse a diventare quello che sono oggi.
Odiai mio padre.
Lo picchiai e promisi a lei che mi sarei vendicato.
Ma la cosa peggiore che feci fu...dire tutto a mia madre.
Lei non fu in grado di sopportarlo.
Si ammalo.Piano piano si spense.Non viveva più.Ma nonostante tutto non riusciva a lasciarlo.Mio padre era indifferente al suo dolore.
Negava.Dandole della pazza e a me del ribelle.
Bastardo vigliacco.

Entro in casa e tolgo gli occhiali da sole.Anche se la cosa non mi va giu devo ammettere che Michaela e il suo amico hanno fatto un buon lavoro.Sembra che abbiano ripulito la perversione di questo posto..chi poteva farlo meglio di lei?..

Solo che i ricordi non si spengono.
Non scompaiono.
Non si può dimemticare qualcosa che ti fa dannatamente soffrire.
Avrei potuto accettare che i miei si separassero,avrei accattato che mio padre avesse un altra donna..avrei accettato tutto.
Ma non il modo in cui la trattava.Lei implorava amore e lui non aveva neanche le briciole da dargli.E lei restava con lui nonostante tutto.Dicendo che gli uomini sono cosi e che purtroppo anch io lo sarei diventato un giorno..

Mi disse.."Gli uomini sono deboli figlio mio.Cadranno sempre.Tocca a noi donne rimetterli in piedi...".

Solo che lei non ci riusci. Cadendo lui si trascino dietro anche lei,distruggendola.Annientando quel poco che rimaneva.
Fino a lasciarne niente.
Un guscio vuoto in una clinica psichiatrica.
La rabbia e il dolore furono cosi immensi da accecarmi.
Mi resi presto conto che su di lui non potevo nulla.
Era un uomo potente.
Tutte le volte che incassò le mie botte non protestava.Non rispondeva.Subiva e basta.
Non riuscivo a ferirlo nel modo in cui volevo.
Finchè capi che forse un modo c era.
La sua amante.
Quel giorno stesso cambiai strategia.
Diventai gentile con lei.
E lei..comincio a fidarsi di me,credo forse che mi volesse anche bene.
Ma me ne fregavo.
Ottenni quello che volevo.
Mi porto a casa sua.
Li vidi Michaela per la prima volta.
Aveva sedici anni.Ricordo il suo viso dolce e ingenuo..i suoi grandi occhi marroni.Il modo in cui si spalancarano quando mi vide.Il modo in cui arrossi...
Mi ricordo tutto.

Troppo piccola pensai.
Ma non era un problema.
La vendeta è un piatto che va curato e servito freddo.In modo che faccia il più male possibile.
Solo che non sapevo che a pagarne le conseguenze..sarei stato io.

Esco dalla casa. Mi volto ed è.. come se vedessi il diavolo.
Mio padre.
«Elias!» dice con un espressione sorpresa «E una sorpresa vederti qui.» finisce sorridendo.
Figlio di puttana.
Gli passo accanto ignorandolo del tutto.
Lui ride «È molto carina sai..»...mi fermo di colpo e mi volto..«Cosa hai detto?».Lui infila le mani in tasca e tira fuori una fotografia..«Uguale a sua madre».
Ci metto meno di un secondo a capire.
In un paio di falcate lo raggiungo e lo afferro per la giacca «Che stai dicendo?» il vecchio si agita e diventa rosso sul viso «La verita.L' ho vista ad una festa»...«Quando?!» ringhio furioso «Ieri sera al Bijour».Lo lascio andare disgustato.
«Devi stargli lontano.Hai capito?» dico fissandolo minaccioso.Lui si sistema la giacca e sorride «Ma certo.Come tu sei stato lontano da Isabella.» scatto di nuovo verso quel bastardo ma sono le sue parole a fermarmi..«Fossi in te non lo farei.Troppe persone sanno la verita su quello che hai fatto.» Stringo i pugni.
Il segreto che mi contorce l anima e la rendera dannata per leternità.
Lui sa.
Ha sempre saputo tutto di quale peccato mi sono sporcato le mani.

«Tu non vuoi che lei sappia vero?..Non vuoi che sappia che sei..»...«Che cosa vuoi?» chiedo arrivando al punto.
Perchè è questo che vuole.
Non è la prima volta che cedo ha un suo ricatto.
Qualcosa in cambio del suo silenzio....
«La casa.» indica quella che per me è il luogo di un delitto.Per questo l ho comprata non avrei mai permesso che Michaela ci vivesse.
Gli lancio le chiavi che lui afferra al volo «Prendila.E tua.»

Salgo in macchina e sfreccio via da quel posto.
E dall unica persona che tutt' oggi riesce a controllare la mia vita.

Cosa siete disposti a fare per nascondere una verità scomoda?..una verità che fa paura.
Una verità che segnerebbe la fine di tutto.
Fin dove si è disposti ad arrivare?

Io lo so.
Si è disposti a varcare i cancelli dell' inferno.
Ed io lo fatto.
Accettando il ricatto in cambio del suo silenzio.
Lo stesso ricatto che mi ha obbligato a ferirla e di conseguenza..a lasciarla andare.

La rosa nera (Part-2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora