25 Capitolo

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"Elias"

La osservo scendere dall' auto.La sua camminata non è più sicura come quella di stamattina.
Anche la sua espressione non è più la stessa...

«Devo sapere delle cose.»
È tutto ciò che dice.Guardandomi negli occhi.
Adesso.
Davanti alla porta di casa.. mia.
Il cuore mi rimbalza nel petto ha una velocita impressionante.

È davvero qui di fronte a me?
Non credevo sarebbe venuta.
Anche se non ho mai smesso di sperarlo.
Ho bisogno di sapere che sia reale.
Ho bisogno..di toccarla.
Mi abbasso e le prendo gentilmente una mano con la mia.
La porto alle labbra e la bacio.
Morbida.
Dolce.
Profumata.
Mia.

«Buonasera anche a te.» dico ricambiando il suo sguardo..«Puoi chiedermi tutto quello che vuoi.» rispondo trattenendole un po più del dovuto la mano.
Lei abbassa lo sguardo e capisco che sta lottando.
Contro quella parte di lei che vorrebbe fuggire via.
Lontano da me.
Come potrei darle torto.
Mi chiedo come mai non l' abbia ascoltata..
La piccola scintilla di speranza torna ad' ardere.
Mi sposto dall' entrata e la lascio entrare.
Osservandola.
Non riesco a smettere di guardarla...
Michaela è sempre stata una ragazza molto semplice.È questo all inizio che mi ha colpito.
Istintiva quasi su tutto.Il suo arrossire, il suo essere spontanea,il suo modo di vestire semplice senza mettersi in mostra mai.Il suo essere dolce...Tutto questo a fatto centro nel cuore che credevo di aver perso.

Da quello che indossa capisco...che ha deciso all' ultimo minuto.I leggins neri sono troppo leggeri per uscire la sera ma anche decisamente troppo aderenti.Risaltano le sue splendide gambe per cui vado matto...

Si toglie il cappotto e appena lo fa arrossisce.Indossa una felpa con al centro disegnata puffetta.
Sorrido.
Provo a trattenermi ma la sua espressione è troppo...
«Ridi di nuovo e me ne vado.» dice rossa in viso.
Ma non capisce quando la trovi adorabile?..
Ammetto che mi sono preparato al meglio.Sono certo che ho un certo effetto su di lei.E provocarla è un immenso piacere per me.

«Hai cenato?» le chiedo cambiando argomento.
Lei è in certa sul rispondere quindi ne approfitto..«Possiamo parlare mentre ceniamo.Ho cucinato.» mi guarda sorpresa «Tu cucini?» annuisco «Per te,si».
Arrossisce ancora.
Eccola la mia ragazza.
Ecco la ragazza che amo.
Quella che arrossisce anche per una cosa banale come questa.

Le faccio strada verso la cucina e lei mi segue.
Improvvisamente mi sento insicuro.
Cosa parecchio rara per me.
Ho il timore di aver esagerato...e la sua espressione non fa che confermarmelo.
«Co- cosa.. significa p
questo?..» guardo la sala da pranzo che ho preparato con tanta cura.
«Un invito a cena?» provo a scherzarci su ma lei...dio lei è mortalemente seria.
Cazzo.
Devo andarci cauto.

Avanzo nella sala ma lei rimane immobile all' entrata.
Ho esagerato.
Sono un idiota.
Sono stati i fiori sul tavolo? ..Ho le candele?..forse la musica di sottofondo.
Sento un suono strano..come di una risata trattenuta e poi...ride.No anzi si sbellica dalle risate.All' inizio ci rimango malissimo.Ma dopo qualche secondo sorrido anch io..«Lo trovi divertente he?» lei si asciuga le lacrime «È davvero notevole il modo in cui ti sforzi di apparire.» dice lei entrando in sala finalmente.«Non ho bisogno di sforzarmi con te.» rispondo mentre le scosto una sedia.Mi aspetto qualche frecciatina.Non sono coglione fino a questo punto.
Lei si accomoda e colpisce «Infatti,credo ti venga naturale prendere in giro le persone.» lo dice con un sorriso cosi...
Ignoro il suo commento.
Questo fa male.
Ma..posso commiserarmi dopo.

Servo la cena,pasta alla carbonara,gamberetti e involtini di pollo ripieni.
Tutte cose che lei adora.
Cucina italiana.Ho perso ore nei fornelli.Ma con l aiuto di qualche video rubato alla rete..ho fatto un lavoro eccelente.

Mi siedo al mio posto di fronte a lei.
La osservo mentre prende la forchetta e gioca col cibo nel piatto..«Tutto questo non succederà di nuovo» dice improvvisamente.
Poso la forchetta e torno ad osservarla.
Restando in silenzio.
«Ho bisogno di sapere delle cose» continua e sempre più nervosa.
Non ha toccato cibo.Indico il suo piatto «Mangia.E dopo parliamo di quello che vuoi.» lei sbuffa e lascia cadere la forchetta «Chi sei Christian Grey per caso?!Se non ho voglia di mangiare non mangio!» ribatte rossa in in viso.
Sorrido malizioso.
Hai capito la piccola...non la credevo cosi audace da leggere certe cose.
In realta non credevo tante cose di lei..
«E chi sarebbe costui?» dico facendo l indifferente.
Lei arrossisce ancora di più e guarda da un altra parte.«Nessuno.» Alzo un sopracciglio e scuoto la testa lasciando cadere l' argomento.

«Ho ricevuto un altro diario.» riprende.Cerco di rimanere il più tranquillo possibile «Quindi?» lei mi fissa con i suoi immensi occhi marroni..«Ho un idea di chi sia stato a mandarmeli.»
Riprendo le posate e infilzo la pasta.
Rimanendo ancora in silenzio.
«Tuo padre.» dice in modo chiaro.
E solo sentirlo nominare da lei mi manda nel panico.
Prendo il bicchiere pieno di vino e lo porto alle labbra scolandomelo tutto.
Calma.
Non sa nulla.
Altrimenti non sarebbe qui.

Alzo lo sguardo verso di lei «Cosa te lo fa pensare?»..«L' ho incontrato al Bijor.Sapeva chi fossi.»
Vecchio bastardo.

Posso mentirle ancora?
A cosa mi ha portato mentirle,nasconderle cio che aveva di diritto sapere.
Il fatto che lei creda che sia stato lui ha mandarle i diari mi sorprende.
Non ne avevo idea.
Gli ho sempre dato ciò che voleva.
Non pensavo si sarebbe abbassato a tanto.
La pagherà.
Cara.
Molto cara.

«Allora?» insiste e io la guardo negli occhi «Come fai ad esserne certa?» dico, lei sostiene il mio sguardo «Perchè aveva i tuoi stessi occhi.Freddi e bugiardi.»
Rimango spiazzato.
La sua risposta mi ferisce.
Essere paragonato a lui...
«Si è firmato.V.M.»
Non le mentirò.
Non più.
«È lui.» dico «Victor Monrò.È mio padre».

La rosa nera (Part-2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora