- TWENTY SEVEN -

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Quella telefonata con Taehyung lo aveva dannatamente eccitato e ora non poteva fare a meno di alleviare quel dolorino che iniziava a sentire al basso ventre, la sua erezione infatti non accennava ad andare via.

«non va bene così, devo risolvere la situazione» disse il bruno a sè stesso.

Dentro l'armadio, nascosta tra i vestiti e altre cianfrusaglie, Jungkook teneva nascosta una scatola con al suo interno il vibratore che aveva comprato insieme al suo migliore amico, Jamie.

Amico che si divertiva fin troppo a stuzzicare il suo amico bruno, timido e all'apparenza ingenuo ma con il suo amico parlava di tutto, anche delle peggio cose, e invece per altri aspetti era davvero ingenuo ma comunque tenero.

A malincuore dovette alzarsi a letto a fatica dato che era piegato su sé stesso, con le ginocchia incastrate sotto il petto e le braccia che tenevano stretto a lui e al suo viso il cuscino.

«Jamie è colpa tua» disse il giovane maledicendo l'amico che lo aveva costretto a comprare quel gioco.

Per fortuna come ogni notte si era chiuso in camera, odiava che qualcuno ci entrasse dentro specialmente i suoi genitori e più precisamente ancora suo padre, padre che nonostante tale abusava del figlio e del suo fragile corpo.

La madre al contrario non interveniva, era una semplice spettatrice anche lei complice degli atti di violenza svolti dal proprio marito.

Ma jungkook non voleva pensarci in quel momento, in testa aveva solitamente la voce calda e profonda più le parole pronunciate in chiamata da Taehyung.

Gli faceva venire le farfalle nello stomaco e gli occhi a forma di cuore, com'era possibile che una persona così lontana lo aveva fatto completamente andare fuori di testa.

Aprì l'armadio e fece piano, non voleva in ogni caso farsi sentire nonostante a quell'ora dormissero già entrambi i genitori.

Prese l'oggetto viola dalla forma allungata dalle evidenti forme falliche, rimise al suo posto la scatola e delicatamente chiuse l'armadio ormai lasciato alle sue spalle.

Si stese a pancia in su sta volta lungo il materasso bianco togliendo di mezzo le coperte e anche il suo intimo, mutande nere ben aderenti in tessuto, che presto buttó a terra.

Stava comodo con gli indumenti etichettati come "femminili" e di conseguenza anche con l'intimo che trovava davvero grazioso oltre che comodo da indossare.

Senza indugiare ancora il bruno aprì lentamente le gambe rivelando l'evidente membro eretto che chiedeva attenzioni, così poggió una mano su quest'ultimo e iniziò a muoverla lentamente, quasi come se si pentisse di quella stessa mossa ma ben presto i movimenti aumentato la velocità finché non poté più farne a meno.

Più volte dovette trattenere dei lievissini ansimi, si vergognava a sentire la sua voce ma non voleva smettere di toccarsi mentre pensava al suo hyung.

Proprio come aveva detto Taehyung durante la chiamata immaginó di spogliarsi davanti a lui mentre il più grande faceva lo stesso, aiutandosi a vicenda.

Immediatamente Taehyung si fiondó su di lui, sul suo corpo dalla forma a clessidra che tenne dai fianchi in modo possessivo, come se nessun altro all'infuori di lui dovesse toccare quel corpo, quel ragazzo.

Il corvino affondó le labbra sul collo del giovane moro provocando un improvviso gemito che lo mise in imbarazzo, ma venne bloccato dagli occhi dell'uomo giapponese che lo guardava come una preda saporita.

Non aveva scampo, era suo.

Accarezzó i capelli del più grande facendo attraversare i ciuffi neri e morbidi tra le fessura delle dita, ammorandolo amorevolmente per più secondi finché non venne ribaltato a letto, finendo per guardare il soffitto.

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