Mappa della Laguna

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Mappa della Laguna Veneta, a cura del Maestro Cartografo di Damasco, il venerabile Ustà Biyar, stesa negl'anni dell'Ortomachia tra i Culti Palustri e rivista nei successivi anni di viaggi ed esplorazioni

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Mappa della Laguna Veneta, a cura del Maestro Cartografo di Damasco, il venerabile Ustà Biyar, stesa negl'anni dell'Ortomachia tra i Culti Palustri e rivista nei successivi anni di viaggi ed esplorazioni. Quivi è riportata una breve descrizione dei luoghi di notabile interesse culturale:

1. Venezia, la Città d'Argento: la conformazione della città non è cambiata molto nei cent'anni dalla venuta del Messia, ma gli edifici sono stati ricostruiti in pietra e legno per riportarli alla sobrietà originale. La città è considerata uno spazio sacro, ove gli stranieri non sono benvenuti e la popolazione persegue la salvezza in modo indulgente e solitario. La Teocrazia è responsabile del governo e si preoccupa di far rispettare i dogmi, mentre il sostentamento della città viene prevalentemente dal commercio e dall'artigianato sacro. A causa della decadenza delle infrastrutture e della poca abilità dei manovali, si dice che la città stia lentamente sprofondando nella laguna. E ogni anno, calando sempre più nella nebbia tossica, i cittadini stanno sperimentando un periodo di grande turbamento spirituale mentre si preparano all'inevitabile. Ma il giudizio divino è sacro e insindacabile. La volontà di Dio agisce in modi misteriosi, e ciò che accadrà alla città lo sa solamente l'Onnipotente

2. Murano, le Vignole, Sant'Erasmo: Isole quiete e specializzate nell'artigianato, dove vivono coloro che desiderano isolarsi dalla città per contemplare il mistero divino in solitudine. Più al riparo dalla Teocrazia, offrono rifugio a vagabondi e reietti, ma l'abilità dei maestri vetrai e degli orafi di oggetti liturgici fa sì che il luogo sia rispettato dagli abitanti di Venezia

3. Il Tesseratto, Villaggio dei Cai: un villaggio di pescatori a ridosso dell'entrata della laguna, avamposto delle guardie della Teocrazia. Il fervente zelo degli abitanti di questo complesso ha fatto sì che ogni anno essi abbiano edificato una o più chiese, spesso con materiali semplici come legno e terracotta. Non è un'esagerazione sostenere che ogni casone della zona possiede una propria chiesa o cappella privata in cui la preghiera è più raccolta, tant'è che gli edifici religiosi intersecandosi e accavallandosi le hanno dato l'appellativo di "Tesseratto". L'isola è quasi divisa in due, tra gli accampamenti militari della Teocrazia a ovest e il complesso di chiese diroccate a est, ma durante l'Ortomachia quasi metà della popolazione ha abbandonato il luogo rendendolo inospitale

4. Isola di Poveglia: isola infestata da spiriti maligni che viene evitata il più possibile dagli abitanti della città. Un tempo vi era situato il lazzaretto di Venezia e milioni di persone ivi hanno esalato il loro ultimo respiro. Con la seconda venuta del Messia, la presenza demoniaca nell'isola si è rafforzata a tal punto che anche solo avvicinandosi in barca è possibile sentire il fiato della morte tra i capelli. Un abitante della zona naufragato nelle vicinanze preferirebbe lasciarsi annegare piuttosto che nuotare fin lì. Si dice che negli altri luoghi infestati della laguna oggetti come letti, tende o bussole puntino verso Poveglia, considerata l'onfalo del male che contamina le acque intorno alla città

5. Forte San Gabriele: fortezza di forma ottagonale che presidia l'entrata alla laguna. È l'unico baluardo difensivo della città da assalti esterni e il quartier generale del corpo di guarnigione della Teocrazia. Si dice che sia stato l'arcangelo Gabriele stesso a ordinare la sua costruzione per proteggere la sacralità della città d'argento, ma nonostante questo è la dissolutezza a far da padrone nel bastione. Le guardie della Teocrazia sono violente e diffidenti, poco disciplinate, e solo la minaccia di un'invasione da parte delle potenti sette a sud e ovest della laguna rende uniti i gendarmi

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