Capitolo V

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Capitolo VI
A piece of you is dead inside

Quando Louis si svegliò, allungò un braccio e notò che Harry non era più vicino a lui. Schiuse gli occhi e sentì una voce arrivare piano dal bagno.
-Gems, non posso- Louis si alzò silenziosamente e si avvicinò alla porta -No, sono a scuola. Studio,- Harry era seduto sul water mentre parlava con Gemma, si teneva la testa con una mano -Sto provando a fare qualcosa per la mia vita- le disse, e Louis sentì lo stomaco contrarsi.
Si sedette per terra, poggiando la testa al muro e ascoltando la telefonata.
-Non posso tornare per Natale- sussurrò -Dille che mi dispiace- ci fu un attimo di silenzio, poi Harry sbuffò -Dille che mi manca, e che lo zio le vuole tanto tanto bene- la sua voce iniziò a ovattarsi verso la fine della frase, facendo capire a Louis che Harry stava per piangere.
-Mi dispiace- sussurrò -Mi dispiace davvero tanto, Brit- sospirò.
-Lo zio non può tornare a casa questo inverno- poi sentì un tonfo e Louis si alzò ed entrò in bagno.

Aveva lanciato il telefono per terra, ed Harry piangeva con le mani davanti gli occhi. Singhiozzava e respirava a fatica.
-Harry- lo richiamò Louis.
-Vattene- singhiozzò.
Ma Louis si avvicinò.
-Louis, ho detto vattene- gli urlò, ma lui continuò a camminare, finché non fu abbastanza vicino da abbracciarlo e stringerlo forte a sé.
Louis era in pedi e la fronte di Harry poggiava sul basso addome. Le braccia di Harry circondarono la sua vita e strinsero forte la presa sul tessuto del pigiama.
-Va tutto bene- provò a confortarlo Louis -Va tutto bene-
Harry singhiozzava e gemeva di dolore.
-Sono pessimo, Louis- sussurrò -Pessimo- strinse le dita sulla sua schiena e Louis si abbassò per baciargli la fronte.
-Invece sei perfetto, Harry- gli accarezzò i capelli -Giuro che lo sei- sentì un gemito uscire dalla bocca del riccio, e Louis si sentì così male.
Non aveva mai visto Harry in quello stato. Mai.
Solitamente era incazzato, ma adesso...adesso non capiva niente.

-Andiamo a letto?- provò a chiedergli Louis -Così ti abbraccio forte mentre tu provi a dormire?- gli accarezzò i capelli con la punta del naso, ed Harry abbassò la testa lentamente.
Louis aiutò Harry ad alzarsi, poi gli prese la mano e la strinse alla sua, portandolo verso i letti.
Lo fece sdraiare e lui si posizionò dietro, stringendolo fra le braccia, una mano sulla vita e l'altra sotto il collo.
-Mi sento così stupido- sussurrò Harry, ma Louis era pronto a confortarlo.
-Non c'è niente di stupido nello stare male, Hazz- gli baciò dietro l'orecchio -A volte fa bene sfogarsi, lasciarsi andare e non fare del silenzio un'abitudine- Harry prese la mano che Louis teneva sulla sua vita e la portò alle labbra, baciandone le nocche una ad una.
-Vorrei solo fosse tutto più semplice- ammise Harry -Vorrei che il mondo smettesse di soffocarmi- una lacrima bagnò la mano di Louis, e il liscio si sporse in avanti per guardarlo in viso. Spostò i suoi ricci, rompendo la stretta per qualche attimo, poi riunì le loro mani.
Le guance erano rosse e segnate dalle lacrime.
Louis gli baciò l'angolo della bocca.
-Ho paura di rimanere solo- ammise in un sussurro Harry, fidandosi ancora una volta di Louis.
Quest'ultimo gli accarezzò la guancia, osservando gli occhi di Harry socchiudersi sotto il suo tocco.
-Non ti lascerò mai andare, Harry- gli disse all'orecchio, accarezzandone il lobo con le labbra -Te lo prometto- Harry singhiozzò, facendo tremare il petto e le gambe, e Louis sentì di poterlo rompere soltanto stringendo la presa sulle sue mani.
Era così fragile.
Sembrava una farfalla, ma le sue ali non erano forti come pensava.

-Prometto che non ti lascerò mai- sussurrò Louis una volta che Harry chiuse gli occhi ed il respiro era regolare mentre prendeva aria dalle labbra schiuse -Finché sarò qui, Harry, nessuno ti farà del male- la sua mano scese sulle cosce del riccio, accarezzandone le cicatrici e sperando che, semplicemente con la forza del suo amore, potessero sparire.
E poi, con un impeto di coraggio, superò il tessuto della maglietta di Harry, che sussultò non appena Louis toccò e accarezzò la sua schiena martoriata. Sentì il riccio tremare quando, con le dita, pressò su ogni cicatrice, cercando di farle sparire, di far tornare quella parte pelle e di ridargli qualcosa che gli avevano tolto tempo fa.
Voleva che il passato potesse essere cambiato per sempre, perché Harry non meritava quello. Harry non meritava il dolore.
Tutti lo meritavano, persino lui.
Ma non Harry.

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