Capitolo XII
MatildaEra il giorno della festa. Harry e Louis si stavano già preparando, quando il telefono del liscio squillò. Lasciò la cravatta aperta che pendeva dal collo e risposte.
-Tommo- quella voce così dolce, soave, adesso diversa.
-Ehi Lots- ed era uscito più come un verso di sorpresa che di gratitudine -Come stai? Come mai non hai chiamato?-
-Ho avuto problemi a scuola, e poi papà mi ha tolto il telefono per quasi un mese- Louis ridacchiò.
-Hai di nuovo picchiato qualcuno?-
-No, ho semplicemente risposto a tono ad un professore, e mi ha messo la nota- la sentì sospirare -Quest'anno mi bocceranno sicuramente- Harry si avvicinò a Louis, scuotendo appena la testa per chiedere chi fosse.
-Oh Lottie, puoi fare una videochiamata? Vorrei presentarti una persona-
-Sì, certo. Aspetta- armeggiò un attimo con il telefono, e poi riuscirono ad attivare anche la videocamera.
-Okay, sei pronta?- ammirò sua sorella per un paio di secondi. Ormai aveva 16 anni, stava crescendo e notava dai suoi lineamenti quanto fosse diventata donna.
Lei sorrise e annuì. Louis spostò la camera su Harry.
-Lui è Harry. È il mio ragazzo- e Lottie gli sorrise.
-Piacere Harry, sono Lottie-
-Piacere mio- ricambiò l'altro. Parlarono per un po' di tempo, Harry era così carino con Lottie che Louis pensò di innamorarsi ancora di più di quel ragazzo. Mentre il riccio teneva il telefono di Louis tra le mani, quest'ultimo ammirava la sua rosa tatuata sul braccio e sfiorava il suo pugnale. Amava farlo, pensava che il legame potesse rafforzarsi ogni volta che fissava i due tatuaggi.
-Sai Harry, mi sembri conoscente- ma il riccio scosse piano la testa.
-Non credo tu mi abbia mai visto, vivo a Londra ma sono andato via da qualche anno- e Lottie alzò le spalle.
-Piccioncini vi lascio, dovete prepararvi per il vostro appuntamento-
-Oh, in realtà stiamo andando ad una festa, per questo siamo vestiti così-
-Quindi adesso sei un ragazzo da festa?- chiese Lottie alzando un sopracciglio.
-Se così si può dire- borbottò Louis per poi baciare Harry sulla guancia.
-Oi, non davanti a me, sono ancora minorenne- e gli altri due risero.
-Dai Lots, dobbiamo finire di vestirci entro 10 minuti o Zayn ci uccide-
-Va bene, salutami il coglione-
-Harry, ti sta salutando-
-Ehy- disse offeso il riccio e Louis rise.
-Ve bene Lots, ti saluterò Zayn- poi le mandò un bacio -Ti voglio bene. Fatti sentire-
-Ti voglio bene anche io. Ciao Harry- e la chiamata terminò.Harry prese la cravatta di Louis, ancora pendente dal suo collo, e la legò, facendo un nodo quasi perfetto. Louis, invece, osservò i capelli, ormai lunghi, di Harry.
-Potrei farti una bella treccia- disse mentre arricciava qualche ciocca nel dito.
-Per andare alla festa?- Louis storse appena le labbra.
-Però uno chignon potrebbe andare bene- disse il riccio, abbassandosi e permettendo a Louis di sistemargli i capelli. Odoravano dello shampoo al cocco che avevano comprato, e appena finì di sistemarglieli, Louis si avvicinò e li odorò meglio.
-Fai il mio odore- sussurrò.
-Lo so, metto sempre il tuo profumo- Louis si guardò e...e lui non aveva nulla che facesse capire appartenesse ad Harry. Harry aveva quel fottutissimo odore e lui non aveva niente.
-Anche io voglio sapere di te- sussurrò con il labbro inferiore appena proteso in avanti.
Harry gli accarezzò la guancia, per poi pressare con il pollice le sue labbra.
Si allontanò e prese dall'armadio la camicia italiana che aveva comprato a Roma qualche anno prima.
-Questa dovrebbe venirti- disse -L'ho comprata qualche anno fa e adesso mi viene un po' piccola- Louis si sciolse la cravatta e si tolse la camicia, per poi indossare quella di Harry.
-Come ti sembra- in risposta Harry lo baciò, facendo scivolare la lingua nella bocca di Louis e gemendo a quel calore.
-Sei stupendo- disse sulle sue labbra, per poi lasciargli una serie di baci a stampo, incapace di lasciarlo andare.
-Mi puoi riannodare la cravatta?- ed Harry annuì.
Prima di uscire si baciarono un'altra volta.Arrivati nella grande palestra, sentirono la musica a tutto volume, che faceva addirittura tremare i muri.
Louis aprì la porta e fece entrare prima Harry.
-Wow- disse il riccio.
-Sì. Sì, esatto- i loro occhi vagarono per tutta la stanza. La palestra era irriconoscibile. Avevano tolto le gradinate mobili e al suo posto c'erano i banconi con l'alcol; gli sterei erano vicino al tabellone di basket e alcune sedie si alternavano agli angoli della stanza.
Louis sussultò quando sentì una persona spintonarlo.
-Tommo!- era Zayn già ubriaco.
-Sei ubriaco- il moro annuì. Ecco. Harry rise, perché Zayn ballava insistentemente, cercando di portare con sé Louis e farlo sciogliere appena.
-Sono troppo sobrio per ballare- disse.
-Allora bevi-
-Domenica gioco- Zayn sbuffò.
-Balla e non rompere il cazzo- lo tirò con sé e Louis allungò una mano per prendere pure Harry. Zayn li portò dritti da Niall che ci stava provando con una ragazza mora.
-Ragazzi!- li richiamò, singhiozzando.
-Nello!- Harry lo abbracciò e Louis assottigliò gli occhi.
-Cazzo, qui è fantastico- disse il biondo, porgendo la mano alla ragazza mora e invitandola a ballare. Lei sorrise e accettò.
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Matilda
FanfictionPensò che Harry avesse un potere sovrannaturale; infatti la sua abilità nel nascondersi era così eccezionale che credeva fosse un mago o qualcosa di simile e, semplicemente mettendosi un mantello addosso, fosse in grado di sparire dalla vista di tut...