Capitolo XXI
You don't have to be sorry, no (pt.2)Erano passate 3 settimane dall'ultima volta che Louis vide Harry. Quando decisero di separarsi, il riccio mollò la scuola e Louis tornò a casa.
Fanculo i risparmi, si disse, non aveva più nulla per cui lottare.
Zayn aveva provato a tenerlo lì, a ricordargli perché erano andati in quel college, ma l'altro non vedeva più vantaggi. Non vedeva nemmeno più colori.
Era tutto in bianco e nero, senza alcuna sfumatura.
-Non è qui il mio posto- gli rispose quando Zayn insisteva a trattenerlo.
Ma il problema non era che quello non fosse più il suo posto; ma che non esistevano più posti in cui lui voleva stare, perché in ognuno sarebbe stato senza Harry.
Odiò la sua scelta; odiò aver dovuto ascoltare quelle risposte sudate, spezzate, che l'avevano portato lontano dalla sua vita. Ma doveva andare in quel modo.Quando Johanna lo vide a casa, non si sarebbe mai aspettata di trovarlo in quello stato.
Era magro, con delle grandi occhiaie sotto agli occhi e le nocche tagliate e sanguinanti.
-Louis- ma il ragazzo scoppiò semplicemente a piangere. Non c'era bisogno di parlare, avrebbe lasciato che il dolore venisse a galla senza la paura di nasconderlo.
Sua madre lo avrebbe accettato. Sua madre lo avrebbe aiutato.
Ma qualcosa in lei gli ricordava Harry. Qualcosa nei suoi occhi riusciva a ricucire il passato di Harry e gli veniva una voglia improvvisa di prendere l'ultima cassetta e terminarla. Voleva vedere sua madre mentre le diceva cos'era veramente Mark. Voleva farle sentire quel retrogusto di disgusto verso quell'uomo che adesso teneva sua figlia in casa.
Voleva che tutti sapessero che aveva portato via le ali ad un bambino.
Voleva che nessuno avesse delle ali proprie, perché Harry non poteva averle e quello non era giusto.
Non era fottutamente giusto e Louis non poteva accettarlo.Quel giorno era solo in casa, Johanna era a lavoro e lui era disteso sul divano a guardare la televisione. Era a petto nudo, e con la mano seguì le ossa in evidenza, partendo dallo sterno e seguendo le costole. Si sentiva così male per quello. Vedeva gli occhi della madre ogni volta che lo osservava e si sentiva in colpa, perché sapeva come si sentiva. Lui si sentiva allo stesso modo.
D'un tratto, però, il campanello iniziò a suonare incessantemente e Louis, svogliatamente, si alzò e andò ad aprire.
-Arrivo, arrivo- urlò e quando aprì la porta. Dei capelli biondi fecero capolinea in casa.
-Niall, ma che cazzo...- ma il biondo si voltò e lo guardò storto.
-Tu adesso mi spieghi cosa cazzo è successo- gli puntò un dito contro -Harry non viene più alle mie sedute e tu sei letteralmente scomparso. Voglio spiegazioni. Adesso- scandì bene l'ultima parola e Louis sospirò.
-Sai cosa è successo- disse il liscio, scuotendo piano la testa.
-No che non lo so. Harry si è limitato a dirmi che vi siete lasciati-
-Ha preso una decisione- disse Louis.
-L'ha presa lui o l'hai presa tu al suo posto?- e Louis sbarrò gli occhi.
-Allora te ne ha parlato-
-Sì, l'ha fatto, e io sono incazzatissimo con te- entrò in casa e si sedette sul divano, allungandosi per prendere i biscotti che erano sul tavolino.
-Incazzatissimo? Sai cosa mi ha detto?-
-Una grandissima stronzata, Louis- morse il primo biscotto e aspettò di aver ingoiato tutto prima di parlare.
-Stronzata? Mi ha detto che si sentiva ancora in quella fottuta cantina- sentiva già gli occhi pizzicare, sapeva sarebbe scoppiato a breve.
-E secondo te è realmente così?- posò il biscotto e si alzò -Secondo te, se si fosse sentito in quel modo, non ti avrebbe lasciato già tempo fa?- Louis rimase immobile.
-Cosa stai cercando di dirmi?- e scrollò appena le spalle.
-Che se non muovi quel grande culo che hai e vai da lui, rischierai di perderlo per sempre. Lui ti ama, Louis; con te sta bene. Quindi corri da Harry, perché non esiste nessuna vita alternativa, ma solo questa, e se non esisterete qui, allora non lo farete mai più- Niall prese un pizzino e scrisse qualcosa, poi lo porse a Louis. Il liscio lo prese e lo guardò: era l'indirizzo di Harry.
-Va'- gli disse -Lui ti sta aspettando-
Louis prese il cellulare, indossò una maglietta qualsiasi e corse fuori con le scarpe ancora slacciate.
Per amore. Lo faccio per amore.
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Matilda
FanfictionPensò che Harry avesse un potere sovrannaturale; infatti la sua abilità nel nascondersi era così eccezionale che credeva fosse un mago o qualcosa di simile e, semplicemente mettendosi un mantello addosso, fosse in grado di sparire dalla vista di tut...