Capitolo XIII

1.3K 61 47
                                    

Capitolo XIII
Can throw a party

Quella mattina a svegliarsi per primo fu Louis, che scese di corsa al bar della scuola per recuperare una colazione decente e portarla in camera.
Quando arrivò con i pancake e il succo all'ananas, Harry era già sveglio. Aveva ancora le gambe interamente distese sul letto e il busto era tenuto su grazie alla forza degli avambracci.
-Buongiorno dolcezza, e tanti auguri- le labbra di Harry si incresparono in un piccolo sorriso.
Si lasciò cadere sul letto e sorrise contro le coperte.
-Pensavo fossi andato in classe senza di me- borbottò. Louis si avvicinò, posando la colazione sulla scrivania e stendendosi accanto al riccio.
-Oggi non faremo alcuna lezione, Harry. È il tuo compleanno- avevano le teste vicine, e le labbra di Harry sfioravano l'orecchio di Louis.
-E cosa vorresti fare- disse con voce sensuale mentre, con una mano, gli accarezzava l'addome e scendeva, fino ad arrivare all'elastico delle mutande e infilare due dita, senza toccare mai il pene dell'altro.
-Non farmi distrarre- sussurrò mentre i suoi occhi si socchiudevano sotto quel tocco seducente.
Sentì il fiato di Harry sul suo collo -Quindi non era nei tuoi piani questo- e accarezzo la lunghezza morbida di Louis, facendolo sospirare.
-Volevo portarti ad un appuntamento- aveva il respiro pesante, ormai. Le mani di Harry sapevano come muoversi per fargli perdere la testa, e Louis era già eccitato da morire.
Harry gli mordicchiò il collo.
-Non siamo mai andati ad un appuntamento- Louis sorrise.
-Se ti vestissi adesso potrei anche portarti in città- Harry tolse le mani dal suo intimo e sorrise.
-Mi farai le trecce?- Louis annuì.
Harry balzò dal letto, prese il cornetto e iniziò a mangiarlo mentre già si vestiva.
Louis, dal letto, rimase a fissare la schiena di Harry, le cui cicatrici sembravano essere più lisce da quando utilizzavano una crema che il dottore di Louis gli consigliò.

-Dove vuoi andare?- avevano i mignoli uniti mentre camminavano per la città.
Vide Harry pensieroso, poi le sue guance si tinsero di rosso deviando lo sguardo verso un negozio in particolare.
-Non mi prenderai in giro se te lo dico?-
-Non potrei mai- disse serio Louis mentre, con un piede, gli diede un calcetto.
Poi Harry indicò un posto e Louis seguì la direzione del suo dito.
-Vuoi entrare in quel negozio?- ed Harry annuì.  Louis lasciò che le altre dita scivolassero e si stringessero a quelle di Harry.
-Vorrei che mi mettessi lo smalto- ammise, arrossendo. Louis gli sorrise teneramente.
-Di che colore?- ed entrarono nel negozio.

.
.

Quando arrivarono al ristorante era già ora di pranzo.
Louis lo portò alla Galleria Restaurant, non molto lontano dal college. Notò con piacere che Harry si integrava benissimo in quel luogo, con la sua camicia aperta solo ai primi due bottoni e gli skinny neri, sembrava un uomo più che un ragazzino. Era solo la treccia ai capelli a renderlo più giovane di quel che appariva.
-Tomlinson- disse quando arrivò al ristornate, e il cameriere li portò al loro tavolo.
Si sedettero l'uno di fronte all'altro, e Harry intrappolò il piede di Louis tra le sue gambe.
-Allora- iniziò il liscio -Ti piace?- nel mentre Harry prese un menù e lo aprì.
-Certo che mi piace, solo che sembra costoso- storse le labbra quando vide i prezzi che accostavano i piatti sul menù.
-Non preoccuparti, non è un problema quello- le gambe di Harry strinsero ancora di più il piede di Louis, e il liscio allungò una mano per accarezzarne una di Harry.
-Sei bellissimo- disse -Cioè, lo sei sempre. Ma oggi in particolare- Harry lo guardò e arrossì appena.
-Sono le trecce- rise.
-Sono i tuoi occhi- disse Louis -E le tue mani- le accarezzò e salì per tutto il braccio, accarezzando altre parti -È bellissimo il tuo collo e il neo che hai appena sotto la clavicola; sono bellissimi i tuoi tatuaggi, i tuoi muscoli; sono bellissime le tue cicatrici- e vide le labbra di Harry allinearsi per un attimo -Sei bellissimo perché oggi ti sento più mio del solito- ammise -E io sono tuo- le dita di Harry si incastrarono tra i suoi capelli, e per farlo il riccio dovette sporgersi sulla tavola.
-Sei mio?- chiese nuovamente Harry, come per averne una certezza.
-Sempre. Sono sempre tuo- Harry fece scivolare le mani dei suoi capelli fino alla mano dell'altro.
In silenzio presero le loro ordinazioni, aspettando che il cameriere venisse per prendere gli ordini.
Il pranzo continuò in modo eccellente. Harry e Louis che parlavano, si accarezzavano di nascosto sotto il tavolo e arrossivano ad ogni complimento. Più che il primo appuntamento sembrava che si conoscessero da qualche settimana.

Matilda Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora