Correva nostante il dolore al piede si faceva sempre più acuto.
Avrebbe finito per zoppicare, il medico gli aveva raccomandato di non fare sforzi eccessivi poiché avrebbero potuto danneggiare la microfrattura già presente.Eppure sembrava che Mattia al medico non stesse proprio dando ascolto.
Stringeva i denti mentre la pioggia si faceva più abbondante sull'ormai desolata Bari.
Sicuramente il giorno dopo si sarebbe ritrovato a letto con quaranta di febbre, ma a lui poco importava.
La sua priorità in quel momento era raggiungere la spiaggia: c'era quasi, mancavano una cinquantina di metri.Era la più vicina, l'unica su cui Christian si sarebbe potuto isolare.
Mattia c'avrebbe scommesso.
Finì per strisciare il piede a terra, non più capace di camminare correttamente.
Raggiunto il luogo, si afferrò ad una ringhiera di ferro che precedeva la vasta distesa di sabbia.
Il mare si estendeva agitato dinanzi a lui: si scontrava impetuoso sugli scogli mostrando la sua maestosità.Affondò un piede nella sabbia, poi l'altro, quello dolorante.
Con grande difficoltà si mosse fino a raggiungere quasi la riva, si guardò attorno speranzoso di poter intravedere chi sperava.
Un rumoroso tuono gli fece slittare gli occhi sul grigiastro cielo che lo sovrastava: era la prima volta che lo vedeva da lì, a tratti gli sembrò spaventoso.
Si spostò ancora nonostante la pioggia gli impedisse di muoversi con agilità.
Strizzò gli occhi, sia per cercare di mettere meglio a fuoco, sia per il fastidio che le pesanti gocce d'acqua gli procuravano.
Gli era possibile vedere in lontananza alcune barche ancorate ad un piccolo molo, si dimenavano in concomitanza con le onde e a guardarle quasi gli venne il mal di mare.
Spostò lo sguardo in ogni direzione, ma non c'era alcuna traccia, la spiaggia era completamente deserta: a tenergli compagnia c'erano solamente due gabbiani intenti a pizzicare la superficie marina in cerca di nutrimento.
Il vento per poco non lo gettava all'aria, cercò di saldarsi bene a terra nonostante le forze pian piano lo stessero abbandonando.
Stava perdendo anche le speranze, eppure ne era così certo.
Il telefono gli prese a vibrare nella tasca anteriore dei jeans.
Si affrettò a prenderlo illudendosi che sullo schermo potesse apparire quel nome.
Mamma
Avrebbe dovuto immaginarlo.
Corse a ripararsi al di sotto della copertura di una baita nelle vicinanze scuotendo inutilmente le braccia per scacciare via l'acqua.
Fece scivolare il pollice sullo schermo scontrando le innumerevoli gocce cadute su di esso.
"Má" rispose con il respiro strozzato dal dolore.
"Tesoro, ero così preoccupata.
Non mi hai fatto sapere nulla""Se non ti ho chiamato ci sarà un motivo, no?"
"Dio mio, dove è andato a finire?"
Mattia deglutì, se solo l'avesse saputo.
"N-non lo so"
"Ascoltami, sta diluviando.
Facciamo che ti vengo a prendere e la risolviamo a casa?""Ero sicuro fosse qui, non avevo dubbi" disse scuotendo la testa.
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Devi solo aspettarmi [zenzonelli]
Romance"E poi sei comparso tu" Bloccò le scure iridi verso l'orizzonte. "Cazzo, eri come..." quasi si incantò non terminando la frase. "Come?" fu allora che Mattia permise alle sue labbra di scagionare un suono per interrompere quell'inaspettato silenzio. ...