8:45
Quella notte non chiuse occhio, l'euforia mista all'ansia non gli avevano lasciato tregua nemmeno durante le poche ore di sonno che gli erano permesse.La valigia l'aveva già preparata: doveva rimanere a Roma per più di una settimana e le cose da portarsi dietro si erano rivelate più di ciò che aveva programmato.
Aveva fatto colazione una mezz'ora prima e, dopo una rapida doccia, si era diretto velocemente in camera per indossare i vestiti di scena: quelli che avrebbe sfoggiato durante lo spettacolo.
Era a torso nudo mentre afferrava la stampella con sopra poggiata una camicia bianca in lino: la scrutò per bene controllando che non presentasse macchie, nonostante la madre gliel'avesse lavata il giorno prima.
Slacciò il primo bottone, l'unico agganciato, e la privò dell'oggetto in plastica che, senza riflettere, lanciò sul letto.
Infilò il braccio destro accusando immediatamente sulla pelle la freschezza del tessuto e face seguire anche l'altro.
Strinse con le dita le due estremità e la sistemò facendola aderire bene alle sue spalle: la camicia cedeva perfettamente al suo corpo evidenziando l'accenno di muscoli che da poco stavano prendendo forma grazie agli allenamenti che stava compiendo in palestra.
Allacciò, con pazienza, ogni singolo bottone infilando, poi, la parte inferiore negli scuri pantaloni indossati poco prima.
Porse attenzione anche ai polsini: qui, come in precedenza, dovette incastrare i bottoni nelle rispettive aperture.
Compiendo tale azione poté scorgere l'incisione che gli adornava la piccola porzione di cute sottostante al polso.
Frate.
Sorrise come la prima volta.
Ricordò l'attimo preciso in cui la vide finita: non riuscì a trattenere una risata di gioia mentre, con foga, si gettava sul biondo abbracciandolo affettuosamente.
"L'abbiamo fatto" esultò, poi, guardandolo emozionato.
Ancora riusciva a sentire il leggero pizzicore della pistola che, lettera per lettera, gli stava marcando a vita il "nome" di una delle persone più importanti per lui.
Fu una decisione presa senza preavviso, con totale spontaneità: l'aveva proposto Mattia e Christian non ci aveva pensato due volte.
Questo nonostante si fosse ripromesso di non farne: infatti dopo il primo tatuaggio, le due fasce sull'avambraccio destro dedicate alla scomparsa del nonno, pensò che non fosse necessario aggiungerne altri.
Eppure, per Mattia, lo fu.
La dimostrazione lampante che, oltre che amarlo, a Mattia teneva davvero tanto.
Un sentimento di tale profondità che a stento sarebbe riuscito a spiegare: un bene rivolto all'anima, quella che si erano donati l'un l'altro e di cui Christian si era preso cura.
L'aveva ricomposta quando questa si era sgretolata in mille pezzi e ci si affidò quando era lui a non riuscire ad andare più avanti.Un'anima pura che poteva solo che appartenere ad un essere tanto genuino come Mattia: la sua unica essenza.
E lui decise di incidersela, imprimendola fin dentro le ossa.
Guardò il proprio riflesso nello specchio di fronte: portò le mani all'altezza delle orecchie prendendo tra le dita il tessuto bianco.
Piegò il colletto verso il basso facendogli assumere una forma alquanto ordinata per poi gettare l'occhio sulle cravatte: morse il labbro inferiore mentre rifletteva sulla scelta.
STAI LEGGENDO
Devi solo aspettarmi [zenzonelli]
Romansa"E poi sei comparso tu" Bloccò le scure iridi verso l'orizzonte. "Cazzo, eri come..." quasi si incantò non terminando la frase. "Come?" fu allora che Mattia permise alle sue labbra di scagionare un suono per interrompere quell'inaspettato silenzio. ...