21/04 ~ Venere e Marte

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"Scusa non sapevo stessi tu in bag-"

Il moro si interruppe lasciando spazio ad un'espressione stranita che l'attimo dopo divenne alquanto preoccupata.

"Oh" disse avvicinandosi piano all'altro.

Mattia fece qualche passo indietro aumentando la distanza tra loro.
Si portò le mani agli occhi eliminando altre lacrime e abbassò il capo.

"Sto bene, sto bene. Mi è entrato lo shampoo negli occhi" si giustificò il biondo, mentendo spudoratamente.

Christian non abboccò, fece ulteriori passi fino a trovarsi a pochi centimetri da lui.

Portò una mano sotto al mento del ragazzo e gli alzò il capo delicatamente.

Incrociò i suoi occhi: il celeste in cui si perdeva ogni volta in quel momento venne sfigurato dal rossore provocato dal pianto.

Una lacrima ancora prese a scivolare sul suo viso.

Il moro spostò la mano e con il pollice la asciugò accarezzando poi la guancia del ragazzo.

Mattia si gettò su di lui e lo strinse forte.

Fece sprofondare il viso nella sua spalla e scoppiò a piangere.

Non sapeva benissimo cosa gli stesse prendendo, ma gli venne naturale.

Forse era grato di avere in quel momento la possibilità di poter sentire addosso l'altro, forse il pensiero che presto sarebbe partito e non lo avrebbe avuto accanto per un bel po'.

La distanza lo spaventava.

Christian gli poggiò una mano sul collo e glielo accarezzò piano con movimenti ripetitivi.

L'altra era pressata sul fianco e andava su e giù come gesto di conforto.

Tra lacrime e singhiozzi il biondo allentò piano la presa e si staccò dall'altro.

Fece per tirarsi indietro e lasciarlo libero, ma Christian lo trattenne per il collo con entrambe le mani e lo avvicinò a lui facendo scontrare le loro fronti.

Rimasero così appoggiati l'uno all'altro per pochi secondi; secondi che sembrarono infiniti.

Il moro aveva gli occhi chiusi, mentre Mattia teneva lo sguardo fisso su di lui, fermandosi spesso sulle sue labbra.

Sentiva gli occhi pensanti, complice il pianto, e pian piano abbassò le palpebre.

Percepivano entrambi i respiri sfiorargli la pelle: erano accelerati e affannati, quasi come se avessero fatto una maratona.

Sarebbero voluti rimanere così fino al giorno dopo, Mattia abbandonato al tocco leggero del moro e Christian avvolto dalle braccia dell'altro.

Il moro aprì d'istinto gli occhi, come se lo avesse sentito dentro, come se fosse consapevole di quello che stava per fare.

Posò lo sguardo sulle labbra dell'altro, fissandole come se le stesse divorando con la mente.

Lo stesso fece Mattia che, capendo le intenzioni dell'altro, smise un attimo di respirare.

Sentì le gambe cedere, sembrava cadere a terra da un momento all'altro.

Il sangue gli si gelò addosso e sentì dei brividi lungo la schiena.

Il moro aveva lo stomaco in subbuglio, sentiva delle fitte che gli provocano un leggero tremolio.

Sentiva il cuore scoppiargli in petto.

Tremavano entrambi.

Non attese più, Christian si sporse lentamente in avanti per far collidere le loro labbra.

Devi solo aspettarmi  [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora