Appena varcata la porta di ingresso trovai immediatamente Claire, appoggiata al divano, con le braccia incrociate e un sorriso stampato sul volto.
"Hai tradito il nostro patto" le ricordai, mi aveva promesso che avremmo dormito assieme per poi lasciarmi con Charles.
"Oh no, tu lo hai tradito, sono venuta fuori vicino alla Jacuzzi e ti ho trovata a dormire sopra di lui" continuò sempre sorridendo.
Okay, aveva ragione, mi ero addormentata lì fuori, ma aveva comunque tradito il patto, non che mi dispiacesse dato come si era evoluta la situazione.
"Allora?" mi canzonò lei per sapere di più.
"Non usare le mie stesse armi contro di me" le ricordai, quella era la stessa tattica che avevo usato io con lei per scoprire qualcosa su Lando.
Immediatamente la mia testa tornò alla sera precedente, a tutto quella che era successo, alle sue mani sul mio copro, ai baci sulla pelle, ai suoi addominali scolpiti, ai capelli arruffati. Per l'imbarazzo abbassai istintivamente lo sguardo.
"Non ci credo! No dai, non ci credo" urlò Claire venendomi vicino "è successo qualcosa, lo so, ne sono certa" continuò poi.
"Può darsi" le dissi io per tenerla sulle spine, anche se avevo già intenzione di raccontarle tutto.
E pochi secondi dopo iniziai proprio il mio racconto, senza scendere troppo nei dettagli, non ero ancora a quel livello di confidenza con quel genere di cose, era la prima volta che mi approcciavo ad un ragazzo fisicamente, tralasciando i due baci con Charles.
"Se lo hai fatto con consapevolezza Eva non te ne pentirai mai, sei una ragazza in gamba e so che ci metti della testa" disse Claire abbracciandomi e rassicurandomi. Non le avevo detto nulla riguardo la mia preoccupazione che Charles sparisse di nuovo, ma la mia amica mi conosceva bene e soprattutto conosceva perfettamente i suoi comportamenti.
Andai poi verso la mia camera da letto, mi feci una doccia calda e sistemai qualche vestito fuori posto, come sempre preparai il mio zaino e iniziai ad incamminarmi verso l'Università.
Claire arrivò 20 minuti dopo e tutta la giornata passò con estrema lentezza, non vedevo l'ora fosse sera per poter cenare con Charles, ormai non aspettavo altro. Pranzammo con un'insalata con pollo presa nella mensa dell'Università e dopo 3 ore di chimica organica finalmente il professore ci lasciò libere. Era venerdì per tutti.
Con Claire mi incamminai verso l'appartamento, nel mentre mi ricordai dei biglietti che Charles mi aveva regalato e le raccontai anche quello.
"Ma sei pazza a non avermelo detto prima, anche io ci sarò, ovviamente Lando mi ha chiesto di accompagnarlo" mi disse la monegasca.
"Le cose tra voi due iniziano davvero a farsi serie" le risposi io guardandola e scoppiando a ridere. Le cose si stavano facendo davvero serie ma Claire aveva paura di ammetterlo, Lando era un bravissimo ragazzo ed ero completamente convinta che non avrebbe mai e poi mai ferito la mia amica.
Una volta tornata a casa mi rilassai per un po' sul divano guardando una puntata di una serie TV che in realtà era abbastanza noiosa, poi mi cambiai. Decisi di indossare qualcosa di semplice, dato che saremmo stati in casa, un jeans chiaro abbastanza attillato, una maglietta bianca crop a maniche lunghe e le scarpe da ginnastica, immancabili.
Alle 18:30 sentii il campanello suonare e affacciandomi vidi dal balcone Charles, con una mano appoggiata in fronte per ripararsi dalla luce intento a scrutare i balconi
"Dai signorina, la mia Ferrari non ti aspetterà per sempre" mi urlo sorridendo, che scemo che era.
Mi incamminai immediatamente verso l'ascensore, facendo prima mente locale e assicurandomi di aver preso tutto. Una volta aperto il portone lo trovai proprio lì ad aspettarmi. Indossava dei pantaloncini neri, una maglietta bianca e una bandana nera teneva fermi i capelli. Al polso portava qualche bracciale ed anche un orologio mentre alle mani aveva anche alcuni anelli, non lo avevo mai visto indossare dei gioielli.
"Guidi tu?" mi chiese lui mentre mi stava già porgendo le chiavi della macchina.
"In strada?!" chiesi io stupita, un conto era in uno spiazzo completamente deserto e senza macchine in piena notte e un conto era guidare un auto così costosa per strada.
"Certo" mi disse lui.
Appena entrata in macchina regolai immediatamente il sedile, Charles era 20 centimetri più alto di me e con le punte dei piedi non arrivavo nemmeno ai pedali, mi allacciai la cintura e voltandomi verso di lui gli dissi "pronto al viaggio più noioso della tua vita?".
E infatti non mi sbagliavo, ero terrorizzata, non riuscivo a superare i 40 km/h.
"Ehi rilassati" mi disse lui appoggiando una mano sulla mia coscia e facendo dei piccoli movimenti.
No Charles questo non è il momento per distrarmi davvero, tieni le tue mani ferme pensai tra me e me, ma questo pensiero quasi mi si rivoltò contro.
"Lasciati guidare dalla macchina, ascolta il rumore del motore, ti sta chiedendo potenza e tu devi dargliela" mi disse quasi sussurrando mentre con la mano di spostava sempre di più verso l'interno della gamba e verso l'alto.
Sentii il corpo in fiamme, cercai di ascoltare il suono che emetteva la macchina e provai ad assecondarlo, a spingere di più sull'acceleratore. Piano piano mi stavo sciogliendo, ma avere la mano di Charles in mezzo alle mie gambe di certo non mi stava aiutando, non riuscivo a pensare ad altro.
Arrivati a casa di Charles parcheggiai la Ferrari proprio davanti all'ingresso e immediatamente tirai un sospiro di sollievo, appoggiai la testa al sedile e chiusi gli occhi sentendo l'ansia che piano piano abbandonava il mio corpo.
"Beh non è stato poi così tanto noioso come viaggio" commentò lui sorridendo.
"Non so se vorrò farlo di nuovo" risposi io di tutto punto togliendomi la cintura.
"Dai signorina, ammetti che non è stato male" mi disse squadrandomi da capo a piedi dopo essere entrambi scesi dalla macchina.
Una volta entrati nel grande salone con il pianoforte chiesi "Cosa mangiamo stasera?".
"Quello che vuoi, pizza?" e a quella frase i miei occhi si illuminarono, era da quando ero a Monaco che non mangiavo una pizza. In giro avevo visto qualche posto che la preparava, ma l'aspetto non mi sembrava invitante e avevo lasciato perdere.
"Antonio, stasera pizza!" urlò Charles verso un punto indefinito della casa. "Il mio chef è italiano, è davvero bravissimo vedrai" continuò lui "sono solo le 18:50, cosa vuoi fare prima di mangiare?"
Oddio, non sapevo proprio, andava bene qualsiasi cosa, anche semplicemente guardare un film "quello che vuoi tu " risposi.
"Beh, c'è l'imbarazzo della scelta, piscina, film, biliardo, tennis, golf, quasi tutto quello che vuoi"
Non avevo dubbi, la villa di Charles era davvero enorme e c'era da aspettarselo, ma addirittura aveva un campo da tennis e da golf.
"Film?" chiesi io, mi bastava qualcosa di semplice "scegli tu però" continuai.
Andammo in una stanza con un grande divano nero al centro e uno schermo enorme su una parete, addirittura aveva una saletta cinema, assurdo pensai. Vivessi in una casa del genere probabilmente non uscirei mai, addio vita sociale proprio. Il film partì pochi secondo dopo e io mi appoggiai alla spalla di Charles.
In men che non si dica la situazione era già completamente cambiata.
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Il Predestinato || Charles Leclerc
RomanceQuando ho scoperto che mi sarei dovuta trasferire non ho provato grandissime emozioni, non ero felice e non ero triste. Forse è brutto da dire ma lasciare il mio piccolo paesino del Nord Italia era sempre stato il mio obbiettivo, ma di certo il mio...