Esattamente come il precedente (ormai andato) qui scriverò le cose che odio di più sottoforma di sfoghi
P.S. Conterrà parolacce di ogni tipo, a volte anche bestemmie
Ciao a tutti! Oggi recensiró il primo racconto di questa raccolta:
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Ho giá fatto con il prologo e, grazie al commento della nostra gentilissima signorina Eyeless_Yuna_:
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Ho avuto l'idea di recensire l'intero libro (ma uno alla volta, ovviamente!)
La protagonista non ha un nome, quindi la chiameró Gianpeppina (nome a caso)
Ad ogni modo cominciamo!
"C'era una volta una bella bambina, con dei grandi occhi marroni con cui osservare il mondo, con dei lunghi e lisci capelli neri, neri come l'ebano, come quelli di Biancaneve, per intenderci. A 6 anni si sentiva già grande, indossando le scarpe della madre, mettendosi i suoi trucchi. Sfilava per tutta casa, sorridendo, ridendo.
Scusate, ma davvero sua madre le permetteva davvero di conciarsi in quel modo?
E poi io a SEI anni salvavo le principesse e correvo con i ricci!
A 8 anni era alle elementari, aveva tanti amici, già pensava a cosa avrebbe fatto da grande, avrebbe volato per cieli o sarebbe andata sulla luna.
Visto che si parla di astronomia, luna in questo caso si scrive con la L maiuscola, non in minuscolo:
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Comunque se proprio vuole volare puó fare la pilota o l'astronauta
A 10 era eccitata per le scuole medie, si sentiva grande, sempre più vicina a quello che era il suo più grande sogno:diventare grande e fare quello che voleva.
Io sono grande, quindi posso rapinare una banca oppure devo chiedere il permesso ai genitori?
A 12 le medie non le piacevano così tanto come aveva sognato, anzi si sentiva esclusa da tutte le storie amorose che stavano nascendo, non aveva dato il suo primo bacio, non aveva nessun ragazzo ai suoi piedi, ma non si scoraggiava
Scusa se te lo chiedo, ma cosa cazzo te ne dovrebbe fregare delle storie d'amore altrui?
E poi nemmeno io ho baciato qualcuno e non ho nessuno ai miei piedi, eppure ho vent'anni e non me ne frega una beata minchia di tutto ció
A 14 piangeva ogni notte perché odiava i brufoli, la pancia sporgente, i fianchi che si arrotondavano. Tutto. Ma molto di più i suoi compagni stupidi che facevano sempre battute sul suo corpo
Fossi stata Gianpeppina io avrei tirato fuori una pistola ed ammazzato tutti i compagni di classe
A 15 le superiori, pensava, le avrebbero aperto nuove strade, nuove amicizie, magari un amore. Sperava.
Vediamo cosa spetta alla nostra protagonista
Comunque scusate davvero tanto la mia insensibilitá, non voglio insultare niente e nessuno
A 16 aveva smesso di mangiare, beveva solo acqua, si nascondeva in felpe enormi, stava nell'angolo, aveva sempre quelle dannate cuffie nelle orecchie, era sempre più piena di tagli, aveva gli occhi spenti e il sorriso finto di chi stava lottando contro se stesso.Non era neanche riuscita a fare ciò che voleva per colpa dei genitori, con i quali litigava spessissimo.
Aspetta, mi sono persa qualche passaggio
Apparte il fatto che questo sembra il started pack di una Hope, come mai la protagonista è diventata anoressica ed autolesionista letteralmente a caso e senza alcuna spiegazione?
A 17 era stata ritrovata svenuta i bagno dai genitori, overdose di pastiglie, 'aveva tentato il suicidio' bisbigliavano tutti a scuola. Lei pensava fosse finita.
Ok, qui si sta andando sull'inverosimile:
1)Per quale ragione Gianpeppina avrebbe tentato il suicidio?
2)Come facevano i suoi compagni a sapere che lei lo aveva tentato? Non dovrebbe essere una cosa personale?
A 18, bee a 18 lottava ancora contro se stessa, tra pianti trattenuti e qualche digiuno, ma qualcosa era meglio di prima. Aveva conosciuto uno come lei, un autolesionista bulimico, era raggiante quando ne parlava, i suoi occhi si illuminavano.
Adesso siamo in un allevamento di pecore dove Gianpeppina ha conosciuto Gianpeppino (ho chiamato cosí il tizio), il ragazzo che spara luci dagli occhi
Che sia un supereroe in incognito?
A 20 ci era riuscita, un po' in ritardo da i suoi insopportabili compagni, ad amare ed essere amata, ad avere la sua prima volta con chi desiderava di più, a vivere ed essere salvata da un principe azzurro, con scheletri nell'armadio o meglio cicatrici sui polsi. Aveva tutto quello che voleva, aveva aspettato lottando, ma era stata salvata ed era felice, mai come in vita sua."
Allora... Cosa dire?
Tralasciando la pessima grammatica, trovo che questa storia trasmette un messaggio sbagliato al lettore, dicendogli che si puó uscire dai problemi solamente con un miracolo e vivere felici e sereni
Ed invece non è vero. Io ho lottato per uscire dall'autolesionismo, non ho aspettato un miracolo oppure il principe azzurro
Ma evidentemente cercare storie davvero vere oppure qualche dettaglio in piú fa male alla salute
E, niente, preparatevi per il prossimo racconto, che sará forse peggiore di questo