CAPITOLO 9

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Gli anni '80 sono stati forse l'ultimo periodo in cui i ragazzi hanno avuto la speranza di poter fare qualcosa per il proprio futuro.
(Giovanni Floris, a Che Tempo che Fa, 2014)

Mi sveglio e mi ritrovo completamente nudo su un letto. Come ho fatto a trovarmi qui, in questo stato, senza neanche svegliarmi nel frattempo? Mi ricordo che mi ero addormentato sull'auto guidata da Gabriel e avevo teneramente accanto a me Mariana. Penso che indubbiamente fossi molto stanco per il viaggio e poi, considerando il fuso orario, sarò caduto nella più totale catalessi. Ma dov'è Mariana? E dove mi trovo ora? La stanza è apparentemente senza finestre ed è tutta colorata di azzurro mare. Sarà questa la vera sorpresa della mia amante brasiliana? Sì ma dove cavolo è lei? Noto, solo ora, che il letto è a baldacchino con tendaggio rosa e scendo dallo stesso per vedere se, dietro, potrebbe esserci una stanza comunicante. Ma vedo che c'è una parete sempre tinta d'azzurro e sembrerebbe che non si veda una porta, un ingresso. Incomincio a provare un forte senso di inquietudine, anche se la stanza è sufficientemente fresca e non manca l'aria. E la mia agitazione aumenta, aggiungendosi anche un senso di ribrezzo pensando che, molto probabilmente, Gabriel mi ha sollevato dall'auto come se fossi un bambino addormentato e mi ha trasportato fin qui, sul letto. Sì ma quanto è forzuto quell'uomo? Il mio peso è notevole. Spero almeno che non mi abbia spogliato lui, come un verme, ma Mariana. Lo spero proprio! Di fronte al letto vedo che, attraverso la parete, filtra della luce solare e sembrerebbe che non è una parete intonacata e tinta d'azzurro ma è un grosso doppio vetro, con una tapparellina all'interno dello stesso, che si sta aprendo lentamente.

Così constato che non è proprio un muro ma una vetrina che si affaccia sulla strada e vedo la gente passare sul marciapiede.

Cazzo, aiutooo! Ma io sono qui in piedi, nudooo!

Così mi copro il pisello con entrambi le mani e vado a nascondermi dietro al letto a baldacchino. E sento ridacchiare alle mie spalle. È Mariana che nel frattempo è entrata nella stanza attraverso una porta che è evidentemente camuffata, perché non l'ho vista prima. La mia amante brasiliana si presenta, per il piacere dei miei occhi, con indosso un bikini rosso e mi dice:

<<Não se preocupe amor. Non possono vederti. A vitrine è a specchio dalla estrada. Nós vemos loro, ma loro não nos veem.>>

Ma io non mi fido e così lei, vedendo la mia più totale titubanza, si avvicina lentamente alla vetrina, si toglie il pezzo sopra e si slaccia i laccetti delle mutandine. Completamente nuda, fa poi un balletto sensuale di fronte alla grande vetrata, mostrandomi il suo bel sederotto pieno e intanto la gente cammina sul marciapiede, effettivamente indifferente a lei. Mariana si piazza a pochi centimetri dalla vetrina e appoggia le mani in alto sul vetro. Senza voltarsi mi dice bene, questa volta in un italiano chiaro e con tono deciso:

<< Che cosa aspetti a venire qui a prendermi dietro?>>

Infoiato a mille, mi precipito da lei e la penetro a pecora tirandole i capelli. La gente passa non curante di noi e penso che non sto usando il preservativo.

<< Chi se ne frega!>> dico a bassa voce.

Mentre sto penetrando la mia amante, arriva una passante sul marciapiede. È una bella donna mulatta che si guarda nella vetrina a specchio e fa una cosa che mi eccita parecchio. Sentendo che sto quasi arrivando all'orgasmo, dico, questa volta con un tono di voce più forte:

<<Vida ou morte.>>

Mi sveglio di soprassalto sulle note di "One Night in Bangkok". Dove mi trovo? In Tailandia? Ho un attimo di appannamento, mi pare di essere sdraiato su un lettino da mare sopra una terrazza. Sì, sembra proprio una terrazza perché è buio e vedo dei grandi palazzi illuminati intorno. Quindi si è fatta notte evidentemente. A un certo punto si illumina il terrazzo e vedo, di fronte a me, un pavimento a scacchi, proprio come nel video della canzone anni ottanta di Murray Head. C'è però qualcosa di strano, molto strano: vedo ben sei "Mariane" davanti a me che ballano sopra i quadrati neri e bianchi. Ma sono vestite come suore? È molto strano! È forse una seconda sorpresa della mia fantasiosa amante? Ma non mi rendo conto di essere sveglio, probabilmente sono in uno stato di dormiveglia.

Infatti, ora mi sto svegliando veramente e mi rendo conto di aver appena sognato e che sono in Brasile, a San Paolo. Vedo che però è ancora giorno e davanti a me c'è Mariana in piedi e sorridente. Indossa sempre il bikini rosso di prima. Mi offre un drink colorato. Lo accetto volentieri e le sorrido. Mentre sorseggio di gusto la bevanda, mi osservo e vedo che sono effettivamente sdraiato su un lettino da mare e di fronte a me, invece del pavimento a scacchi, c'è una bella piscina dove c'è gente giovane che fa il bagno. Però, rispetto a prima, non sono nudo e indosso un costume a pantaloncino a fiori, variopinto, proprio tipico sudamericano. E meno male che non sono nudo come un verme, perché c'è tanta gente sull'ampio terrazzo, più di quella che fa il bagno in piscina. Sempre gente giovane e anche bella (a occhio vedo più femmine che maschi) che beve, parla fra di loro e ride. Sono tutti quanti in tenuta da bagno. Ci sono sparsi altri lettini più o meno occupati e tavolini. Vedo che c'è Gabriel, vestito in smoking nero, che serve i drink e gli stuzzichini.

E questa volta mi ricordo però tutto, rispetto a quando mi sono svegliato nella camera azzurra, con la vetrina, sulla strada. Mi ricordo che prima, in quel luogo, ho scopato Mariana da dietro, entrambi appoggiati sulla vetrina e intanto, le persone, camminando sul marciapiede, non si sono nemmeno accorte di essere viste da noi. Quando abbiamo raggiunto l'orgasmo, ho poi avuto un'eiaculazione intensissima e molto piacevole perché, proprio in quel momento, si è fermata, davanti a noi, una bella donna mulatta che si è pitturata di rosso le sue labbra carnose, guardandosele con attenzione alla vetrina a specchio. Dopodiché, abbiamo continuato a fare sesso a letto e sono riuscito a far godere la mia amante, mantenendo ancora una buona erezione, ma non arrivando più a un'altra eiaculazione, ma a parecchi organismi sì.

Non mi ricordo, comunque, di aver mai goduto così tanto intensamente nella mia vita. Intanto, non ho fatto caso, in questo momento, che in sottofondo si sente veramente la canzone "One Night in Bangkok". Mi ricordo poi che, dopo aver fatto l'amore in quel modo strano, abbiamo continuato anche sul letto e quindi in modo tradizionale. Sì, tradizionale, ma sempre con vista sulla strada. A un certo punto, esausto, ho chiesto a Mariana di poter mangiare. Se ne è andata via per qualche minuto e ritornata con un carrello con sopra cibo sufficiente per almeno quattro persone. Ha portato anche champagne in un cestello di acciaio pieno di ghiaccio. Abbiamo mangiato e bevuto a sazietà per parecchio tempo, mi ricordo per circa un'ora e un quarto, in cui finalmente abbiamo parlato di tutto. L'occasione è stata anche propizia per sapere qualcosa della sua famiglia. Di me non ha avuto un granché da sapere: a parte Lucilla di cui non è stato il caso di parlarle, gli ho raccontato qualcosa dei miei genitori "pappagallini inseparabili", il mio triste lavoro in Italia e niente di mio fratello, emerito pirla. Ma quando gli ho chiesto di portarmi a vedere il Casinò di proprietà di suo padre, ha cambiato discorso dicendomi:

<<Ora, amore mio vamos sul terrazzo de cima.>>
<<Ok, terrazzo de cima>> le ho detto e le ho indicato a gesti: "così nudi?"
Lei si è messa a sogghignare di gusto e mi ha detto:
<<Aspettami aqui un minuto. >>

È scesa dal letto, raccolto il bikini rosso in terra ed è stato un gran piacere vederla indossare lo stesso. È andata di là e ritornata subito con addosso anche un pareo color carne e tenendo in mano il costume a pantaloncino che ora io porto e una vestaglia gialla di seta che ho indossato volentieri, anche perché ho sentito abbastanza freddino, quando abbiamo preso l'ascensore per andare all'ultimo piano, sul terrazzo all'aperto. Passando di fianco alla piscina, con a braccetto Mariana, che mi ha condotto al lettino, vestito con la vestaglia gialla, mi è sembrato di essere Rocco Siffredi nella famosa pubblicità della patatina.

Prima di essermi sdraiato sul lettino mi ha raggiunto Gabriel al quale ho affidato la mia vestaglia e lui mi ha fatto il suo solito sorriso alla Gassman. Infine, prima di addormentarmi, c'è stata la seconda "surpresa" di Mariana: mentre stavo sdraiato sul lettino a rilassarmi e prendere il sole, sono arrivate due sue amiche thailandesi che insieme a lei, mi hanno fatto un lungo massaggio con tanto di unguento profumato.

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