CAPITOLO 4

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Cetrioli abbiamo e grossi, di fuor pur ronchiosi e strani; paion quasi pien di cossi, poi sono apritivi e sani; e' si piglion con duo mani: di fuor lieva un po' di buccia, apri ben la bocca e succia; chi s'avvezza, e' non fan male...
(Lorenzo il Magnifico)

Mi trovai davanti al bar di viale Monza che mancavano dieci minuti circa a mezzogiorno. Attesi Mariana vicino all'ingresso del locale pubblico, all'ombra del tendone. Nel frattempo passò davanti a me un uomo distinto, in completo di lino blu, che fumava una sigaretta e io sfacciatamente gliene chiesi una. Egli, volentieri, mi donò una bionda, accendendomela. Non appena feci il primo tiro, ringraziandolo, notai che il suo accendino di metallo, che stava riponendo nel taschino, era molto probabilmente in argento. La persona gentile, faccia rugosa e decisa, mi sorrise al mio ringraziamento e continuò nel suo cammino.

Ho sempre avuto un rapporto altalenante con il vizio del fumo: a volte facevo mesi che consumavo due e anche tre pacchetti di sigarette alla settimana e altre, rimanevo degli anni potendo farne a meno. Negli ultimi tempi erano ben tre anni che non fumavo. Spensi la cicca nel posacenere, a colonna, esterno del bar e mi guardai alla vetrina: indossavo un paio di Levi's e una polo Lacoste azzurra. Più classico di così non potevo essere. Del resto non era un incontro in cui dovevo fare colpo. La mia amante brasiliana fu già colpita dal mio fascino (De gustibus non est disputandum), da tempo, vedendo le mie foto che postavo sui Social. L'unica variante che feci al mio solito look, fu un taglio di capelli cortissimo ai lati e giusto due dita di lunghezza, sopra la fronte, tenuti a spazzola. Mi osservai bene, sempre alla vetrina, e sembravo un marines. Mi voltai e osservai le auto che passavano in viale Monza cercando di trovare, su di esse, il viso di Mariana.

Mezzogiorno era già passato da 15 minuti e io ero sempre lì, sotto il tendone, con le mani in tasca che attendevo la mia amante, emozionato come un bambino, ma, mentre un leggero venticello mi diede una temporanea frescura, venni assalito dai sensi di colpa, mi sentii praticamente una merda. Anche se già mia moglie la tradii col pensiero, da parecchi mesi, chattando con Mariana, quel giorno mi accinsi a farle le corna concretamente. È vero che Lucilla mi era stata vicina in un momento buio della mia vita, dandomi anche l'ultimatum per spronarmi ad andare da uno specialista, ma lei che si era trovata nella mia stessa situazione, per ragioni diverse, non si era impegnata a cercare una soluzione che ci avrebbe aiutato a essere intimamente complici, come un tempo. Mi sentivo una merda perché io non ho avuto le palle, come lei, per convincerla ad andare da uno specialista, da un sessuologo. Così, vulnerabile emotivamente, mi lasciai corteggiare da Mariana fino ad arrivare al punto di convincermi di andarci insieme

Poi mi prese anche una paura:
"E se dopo questa avventura lei mi perseguitasse e renderebbe la mia vita un inferno?"; e mi venne in mente il film "Attrazione fatale" con Michael Douglas, dove la grande Glenn Close gli fece vedere "i sorci verdi", per essere tornato dalla moglie, dopo averla sfruttata sessualmente. Mi misi a ridere dicendo a me stesso: "Non esageriamo, ora, Giulio!" e vidi arrivare un Taxi che sostò davanti al bar.

Scese dall'auto pubblica la mia amante brasiliana.

Quasi senza rendermi conto, mi trovai letteralmente catapultato sulla vettura: andai incontro a Mariana, non appena posò i piedini sull'asfalto e non appena cercai di darle un bacio, mi prese, con le sue mani, il mio braccio sinistro e mi invitò a risalire con lei, sui sedili posteriori. La donna fece un cenno con la testa verso l'autista che ripartì guardandola dallo specchietto retrovisore. Ebbi qualche secondo di sbandamento e non feci neanche in tempo a osservare i suoi bei occhi verdi, che mi baciò con un impeto, così appassionante, che mi sembrò di ricevere un concentrato di raggi del sole in un'aurora di mezza estate. Il bacio durò parecchi secondi, forse minuti. Non mi resi veramente conto in quel momento meraviglioso. Mi ricordo che, a un certo punto, mi sentii in imbarazzo per la presenza dell'autista che, molto probabilmente, ci guardava dallo specchietto. Al termine del bacio cominciai a mettere in pratica quel poco di portoghese che avevo imparato in internet. Cercai di apprendere le frasi basilari e lei si faceva uno sghignazzo di gusto, non appena terminavo di parlare nella sua lingua, per l'evidente mia pronuncia imperfetta. Anche Mariana cercò di fare altrettanto, ma le parole in italiano, pronunciate male dalla sua bocca carnosa, a forma di cuore, erano comunque suadenti, grazie alla tipica cadenza brasiliana.
<<Você está bem com a sua viagem?>> (Tutto bene il viaggio?), le chiesi.
E lei, senza neanche rispondere, annuì con la testa e disse all'autista in portoghese:

<<Agora, basta olhar para a estrada e nos levar ao destino combinado. Enquanto isso, faço um belo presente para o meu amor italiano>>.

Poi mi sorrise e con dolcezza mi slacciò la patta dei jeans e abbassò la testa. Non c'era bisogno di capire il senso della frase. Mentre lei, delicatamente, avvolgeva con la sua calda bocca il mio pene, io accarezzavo i suoi morbidi capelli corvini e pensavo alle sue parole:"... faço um belo presente para o meu amor italiano..."

L'auto procedeva nella sua corsa e pensai che, fortunatamente, per il caldo afoso di quel giorno e data l'ora di pranzo, c'era pochissima gente sui marciapiedi, che potesse vederci e comunque feci una gran fatica a stare seduto con un atteggiamento composto. Sennonché vidi passare, con la coda dell'occhio un ragazzotto molto alto, poteva avere circa vent'anni. Il giovane si accorse, evidentemente, di quello che stava succedendo sul Taxi. Infatti, distraendosi, andò a sbattere con la testa sul palo della luce. Insomma, fra goliardica ironia ed estasi, ero quasi arrivato al culmine della gioia ormonale. Così non mi preoccupai nemmeno se l'autista potesse guardarci dallo specchietto. Ma poi mi chiesi tutto sorpreso: "Ma il tassista come cazzo fa a conoscere il portoghese, è brasiliano pure lui?"

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