Data: Sabato 20 aprile 2015.
' E mi sento come chi sa piangere
Di notte alla mia età
E vita mia che mi hai dato tanto
Amore gioia e dolore tutto.. '07:20
La mia sveglia personale del telefono.
Pensavo fosse bellissimo svegliarsi con una canzone del proprio cantante preferito, in questo caso di Tiziano Ferro.
Un dolce risveglio in un mondo così crudele.
Pensavo sempre che fosse stato il modo giusto per iniziare bene una giornata,ma non era sempre così facile.
Lasciai andare per un po' la sveglia per sentire la sua soave voce e nel frattempo la canticchiai finché non mi resi conto che erano le sette e mezza: dovevo andare a scuola!
Mi alzai in un modo rapido dal mio comodo letto e corsi immediatamente a vestirmi.
Diedi uno sguardo fuori dalla finestra e notai le condizioni atmosferiche: nuvoloso con una leggera pioggia.
-Uffa, che palle. Anche oggi piove.- dissi delusa.
Speravo in una giornata soleggiata e invece.. Questa schifezza di tempo.
Aprii l'armadio e.. Ecco la domanda più comune di una ragazza adolescenziale quando apre l'armadio prima di mettere piede fuori casa: - cosa mi metto oggi? - sussurrai tra me e me.
Guardai l'ora ed era sempre più tardi, più passava il tempo più non sapevo cosa mettermi; così presi una felpa bianca leggera, una di quelle in cotone leggero, dei jeans neri e le Allstar nere.
- E l'abbigliamento é fatto- sussurrai.
07:45
Era tardissimo, per mia fortuna non dovevo prendere nessun pullman perché la scuola distava solo cinque minuti da casa mia.
Mi affrettai per andare in bagno: una spazzolata veloce ai capelli giusto per togliere i nodi, una lavata di faccia e di denti, un filo di matita ed ero pronta. Mi guardai allo specchio e parlai con il mio riflesso .
- Prova sorriso tra tre, due, uno.. - ok, ero accettabile. Potevo fingere bene tutto il giorno con questo sorriso.
Salutai mia mamma con un bacino sulla guancia e uscii di fretta per arrivare in tempo a scuola per salutare le mie compagne di classe.
Dovevo fumare una sigaretta con le mie amiche prima di entrare a scuola, era una mia abitudine che non volevo assolutamente perdermi.
Salutai Silvia, Malvina , Francesca e Cristina. Silvia era la più piccola, nuova compagna di classe. Malvina era una mia carissima amica, molto spesso sapeva leggermi dentro, il che mi impauriva perché nessuno doveva assolutamente sapere com'ero dentro. Francesca era la mia 'compagna di canne'. Infine Cristina, lei era una ragazza semplice : niente trucco, niente discoteca, niente maglie scollate , niente alcool e fumo, solo un'appassionata dei Green Day. Ci veniva a far compagnia perché le piaceva stare con noi. Ci chiamava 'Amiche' con la A maiuscola.
Fumammo una sigaretta veloce ed entrammo in classe.Le ore a scuola passarono troppo lentamente dopo il due di matematica . Continuavo a pensare a come comunicarglielo a mia mamma. - Non mi avrebbe sicuramente fatta uscire stasera.. -pensai. Volevo solo tornare a casa e riposarmi un po'.
Entrata in casa, dissi alla mamma del voto e lei cominciò a urlarmi tutto ciò che le frullava in testa.
-Lo sapevo che prendevi un brutto voto! Non mangi mai. Vai male a scuola. Esci solo. Non passi altro che tutto il giorno fuori casa! Chiedi ai tuoi amici se le loro mamme ti adottano no?!- disse lei con tono arrogante, un tono che solo lei sa fare.

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RomanceRiuscirà un semplice ragazzo cambiare la vita di una autolesionista? Lei: Flavia, 16 anni. Lui: Edo, 17 anni. STORIA VERA