Capitolo 7

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Ragazzi,non so più come fare per rendervi partecipi, io scrivo per le poche persone che mi sostengono ancora.
Grazie a te che stai leggendo ancora la mia storia,te ne sono grata!:)
Buona continuazione :*

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Prendo il telefono in mano, apro il messaggio...

era lui.

- Buongiorno a te! Come stai?-

Mi scappò subito un sorrisone e lo ringraziai silenziosamente di avermi scritto proprio in quel momento.
Lui mi aveva salvata ancora.

Lui stava travolgendo la mia vita cosi velocemente che nemmeno io stessa me ne accorgevo. Era come lui fosse la mia salvezza, il mio punto di riferimento,la mia fottuta dipendenza.
Lui per me già contava tanto.

Messaggiammo tantissimo tutto il giorno, ed io tutto il giorno ero sempre sorridente.
Lui mi faceva venire voglia di far tutto anche studiare matematica, e fidatevi per me è sempre stata una tortura studiarla.

- Ma se ci vediamo mercoledì?- chiesi con il cuore in gola.

- Ma si,va bene,facciamo sempre alla sera?-

Prima di rispondergli cominciai ad esultare. Certo che avrebbe potuto chiedermelo lui ma vabbeh,volevo mettermi anch'io in gioco.

- Certo,come sei comodo! Però viene anche Marta,io purtroppo non ho passaggi :(-

- Va bene,allora faccio venire Michele eheh-

{...}

Passai tre giorni a dormire senza incubi. Mi addormentavo felice: per la prima volta ricevevo le buonanotti da un ragazzo che mi piaceva.

Era mercoledì sera, mi ero già organizzata con Marta: mangiava da me e dopo andavamo ad Arona.

Sapevo benissimo che mamma non mi faceva uscire di sera in settimana così inventai su una balla abbastanza credibile.
Suonò il campenello ed era Marta,la feci entrare e dovevo affrontare mia mamma.
Andai in cucina,presi coraggio e guardai mamma dritta negli occhi. Secondo me,sentiva che stavo per dire un qualcosa di poco credibile,ingoiai la saliva e ci provai comunque.

- Ma..Mamma io stasera vado in oratorio con Marta,non faccio tardi ma stanno cominciando a fare le prove animatori cosi per l'estate non esco con la mia compagnia ma con persone per bene. Ok mamma? -

-Porca ciabatta Ebby. Perché hai così sgamo a dire bugie? La tua voce sembrava una raffica,ti toccavi perennemente di capelli ovvero soggezione... Dobbiamo fare ripetizioni di bugie..- pensai tra me e me mentre mia mamma mi guardava fissa negli occhi senza battere palpebre.

Ho sempre avuto un grandissimo difetto: a dire bugie non ero per niente brava.

- Ok,ma non fare tardi,spero tu non mi stia mentendo - mi disse.

- Ok?! Mi ha detto davvero ok?! - pensai tra me e me.

- Certo mamma,ma ti pare? - le risposi facendo spallucce.

Chiusi la porta della cucina e quatta quatta andai in cameretta ed esultai con la mia amica,ma sotto sotto sentivo che sarebbe andato qualcosa storto. Era tutto troppo facile e la vita di Ebby non era per niente facile.

Mangiammo un bel pollo con le patate e poi andammo dal tabaccaio a prendere le sigarette che era poco distante da casa mia.
Ero agitatissima e avevo bisogno di camminare. Sentivo qualcosa di sbagliato..

Erano già le 9:10 e il papà di Marta doveva essere davanti al tabacchino alle 9.
Cosi chiamai il padre della mia amica e gli chiesi dove fosse: era a casa mia .
Cosa ci faceva a casa mia?
Continuavo a ricevere chiamate dai miei genitori e dai miei fratelli,e se gli avesse raccontato la verità?

- Ebby,corri a casa perché hai combinato un bel casino! Vergonati!- mi scrisse mio fratello maggiore.

Ero in totale panico.
Sapevo benissimo che se fossi tornata a casa i miei mi avrebbero offesa moltissimo a parole se non picchiata.

Pensai a cosa fare.

-Primo: avvisare lui.
Secondo: calmarsi.
Terzo: suonare il campanello.
Quarto: entrare in casa.
Cinque: affrontare i miei.
Si dai,non sembra difficile.- dissi.

Marta nel frattempo mi guardava e non fece altro,lei non conosceva il lato oscuro dei miei.

Avvisai lui,fumai due sigarette e mi calmai, mi feci molto coraggio e suonai. Subito di aprì il cancello davanti a me e cominciai a tremare.
Non volevo entrare in casa,sapevo benissimo che dopo non lo avrei rivisto per molto tempo.

Presi coraggio ed entrai dentro quella casa.
Notai subito lo sguardo indemoniato di mia mamma,mi vennero i brividi solo a guardarla. Salutai e mi sedetti aspettando ogni tipo di accusa e cosi fu.
Mi dissero che ero stronza a non aver raccontato ai miei genitori che non sono più andata a ballare, di aver mentito cosa avessi fatto la stessa sera.
Io stetti zitta e annuivo solo.

Non ero una ragazza che dibatteva per far sapere la sua opinione,o che urlava o che addirittura si incazzava. Io ero sempre stata cosi, ad ogni condanna ragione o torno me ne stavo zitta poi andavo a punirmi e tutto più o meno passava. Ma sta volta no,non mi lasciavo punire, stavolta ero forte, avevo lui.

Il papà di Marta e la stessa Marta andarono poco prima di mezzanotte . Li salutai e corsi a piangere sul letto. Non ce la facevo più a trattenere le mie lacrime.
Ecco un'altra cosa: non riuscivo mai a piacere davanti a nessuno,solo quando ero da sola e se qualcuno mi vedeva mi nascondevo immediatamente.

Strinsi forte il cuscino e tirai fuori una piccola parte di quello che avevo dentro.
Lui mi avrebbe fatto star meglio ma non so se sarebbe stato pronto ad entrare nel mio mondo. La mia vita era apparentemente felice, in verità non lo era per niente.

Gli scrissi e gli raccontai tutto,compreso il fatto che stavo piangendo a dirotto come una bambina. Mi consolò per tutta la notte.

Sì, questo ragazzo aveva un qualcosa di speciale: un super potere, mi faceva cambiare umore come niente.

- Sai, ha significato molto che tu comunque abbia rischiato per venire qua da me..- mi scrisse lui.

- Volevo vederti,è normale- risposi .

Ed ecco come risposta la sua proposta.

Perché proprio me? Perché?

Una proposta che non mi scorderò mai più.

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