Quella sola mezz'ora sembrava non passare più: mi annoiavo davvero molto con Marta. Non faceva altro che parlare di lui. Così le proposi una cosa:
- Senti Marta, ma é carino anche l'altro, tu stai con l'altro ed io con lui, ok? Non ti do lo scarto ma penso che lui sia troppo grande per te, stai attenta a ciò che fai. - le diedi un consiglio falso, si vedeva chiaramente che lui era più piccolo dell'altro.
- Si hai ragione, meglio evitare prima che succedono casini - mi risposte la povera ed ingenua Marta.
Ero stata proprio acida nel dirle una cosa così ma dovevo se volevo conoscerlo meglio. Già mi perdevo con qualche sguardo, se ci parlavo tremano, non osavo immaginare se solo mi avesse provato a baciare.
Mi vennero i brividi ed un battito cardiaco molto accelerato solo al pensiero di poter avere l'onore di assaporare le sue labbra .
- Dai ragazze andiamo, abbiamo finito - mi disse lui guardando dritto nei miei occhioni blu,mi sorrise dolcemente.
- Certo, grazie ancora - risposte Marta.
Io oramai ero immersa nel mio mondo. Sentivo solo il cuore battermi. Non sentivo più niente. Ero di nuovo persa, maledizione; eppure era una sensazione bellissima.
Era una sensazione stupenda. Mi sentivo per la prima volta viva. Sorridevo come mai fatto prima d'ora. Mi rallegrava, mi faceva del bene.
Gli sorrisi anch'io alla fine.
Ci alzammo tutti quanti e andammo a pagare.
Uscimmo e sentii una goccia bagnarmi il viso fino a quanto una goccia non si trasformò in mille gocce: pioveva.
Odiavo la pioggia ma quella sera, in quel momento con addosso quel puro sorriso mi sembrò la cosa più bella del mondo: un contrasto fortissimo.
Sorridere mentre il cielo piange.
Alzai lo sguardo al cielo lasciandomi accarezzare dall'acqua fredda della pioggia, allargai le braccia verso il cielo e sorrisi. Mi sentivo in paradiso.
Il suo amico si indirizzò verso di me e aprì l'ombrello con la paura che mi bagnassi.
Nel frattempo Marta rimase sotto la pioggia con lui.
Dovevo far qualcosa: assolutamente!Cominciai a parlare con questo ragazzo continuando a guardare i due davanti a me osservando ogni singolo movimento. Non me lo sarei lasciata portar via. Dovevo conoscerlo. Ero attratta da lui.
- Allora, come ti chiami?- dissi io.
- Michele e tu bella ragazzina? - mi rispose.
- Io mi chiamo... Gaia! -
Avevo mentito perché non volevo che sapessero il mio vero nome. Insomma non mi piaceva molto il mio nome.
Restammo in silenzio ed era strano, ma non in quel momento: mi stavo godendo quel cielo piangente con il mio sorriso, con il mio vero sorriso.
Sentii Marta che rideva con lui, era ora di far qualcosa.
Raggiunsi Marta e le dissi:-Dai, te la rubo un po', voi andate pure avanti, non sappiamo la strada per andare ad un altro tabacchino - guardando lui dritto negli occhi, infine gli sorrisi.
- Certo, va bene, io vado da Michele. - ricambiò il sorriso e si era diretto verso il suo amico.
Io a dir la verità non sapevo cosa dire a Marta, infatti rimasi silenziosa per un po' finché lei non interruppe il silenzio dicendomi:

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Storie d'amoreRiuscirà un semplice ragazzo cambiare la vita di una autolesionista? Lei: Flavia, 16 anni. Lui: Edo, 17 anni. STORIA VERA