Capitolo 3

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Io e Marta entrammo dentro il bar San Carlo e ordinammo due coca cole.
Ci sedemmo casualmente a due tavoli di distanza rispetto a loro e non biascicai parola.

Ero sempre stata una ragazza che parlava tantissimo, era insolito il mio silenzio.
Quando ero silenziosa significava solo una cosa: pensavo e quando accadeva ciò, avevo il mondo dentro me.

Ero persa.
Persa nei suoi occhi scuri.
Persa nel suo sorriso che nel solo vederlo mi faceva sorridere anche a me.

Sentivo solo il cuore battere forte.

Non avevo mai provato una vibrazione simile. Erano bastati solo cinque minuti per poter scatenare una tempesta dentro me.

- Una Ebby innamorata? Nah , non é possibile, io ho il cuore di ghiaccio, non posso essermi innamorata senza nemmeno averlo conosciuto- pensai e cercai di distogliere lo sguardo su di lui.

Avevo davanti a me Marta che mi guardava instranita. Era insolito che io non parlassi, di solito per distogliermi dai miei pensieri parlo tantissimo.
Così le dissi:

- Marta, guarda stanno arrivando le coca cole, prendile, non far venire il barista fino qua, starà lavorando da tutto il giorno - le ordinai indicando il barista che stava per portarci le bibite.

Lei senza dir niente le prese, era strana anche lei. Mi sa che aveva qualcosa, di norma quando aveva qualcosa me ne parlava subito. Non le dissi niente, sapeva benissimo che poteva contare su di me.

- Ebby, ma tu dici che uno di quei ragazzi sta guardando anche me? Insomma, sono grassa e brutta. Ogni volta che usciamo guardano sempre te e mai me. - sussurrò Marta a sguardo basso.

Non sapevo cosa risponderle.
Un po' sapevo che era così ma anch'io stessa sapevo che non ero tutta sta gran bellezza.
Anch'io mi sentivo grassa e brutta, cercai comunque di aiutarla.

- Prima cosa ti ho detto? Che ci stavano guardando, in quel 'ci' ci sei anche tu. E poi sei carina che tu, e deh, hai il vestito che ti ho prestato tempo fa: sei una bomba sexy! - le risposi e lei di conseguenza mi sorrise.

Amavo far sorridere le persone in momenti difficili, soprattutto lei che era piccola.

- Ora si mette in atto il piano ok? Stammi al gioco eh - continuai ricmbiando il sorriso e facendole un occhiolino.

Cominciai a tremare, non avevo freddo. Sentii ogni mio movimento difficile, come quando avevo un'interrogazione e non sapevo rispondere alle domande del professore di matematica.

Bevvi un po' di coca cola, dovevo farmi forza.

- Ebby, obbiettivo: sigarette. Pensa solo questo! Non guardarlo troppo negli occhi sennò capisce che sei debole. - pensai.

Mi alzai e mi diressi verso i due ragazzi.
Ingoiai quella poca saliva che avevo in bocca e rivolgendomi a loro chiesi.

- Emm, ciao ragazzi! Volevo chiedervi se ci potreste prestare la tessera sanitaria per poterci prendere le sigarette,é un disturbo?- dissi con un sorriso da centocinquanta mila denti.

I due ragazzi mi guardarono instraniti, e di istinto pensai che avevo qualcosa che non andava: capelli, trucco, denti.

Mi morsi il labbro quando incrociai i suoi occhi,di nuovo.

Era così dannatamente bello.

Da vicino era ancora più bello. Era meraviglioso. Stranamente ero felice,sentivo la felicità spruzzarmi da tutti i pori.

Per un attimo dimenticai ogni pensiero negativo dalla mia testa.

Cos'era questa sensazione che mi rendeva così.. Così felice?

La felicità non era una delle mie emozioni più comuni, anzi non esisteva proprio la parola felicità dentro la mia testa.

L'amico seduto di fronte al 'ragazzo dagli occhi scuri' mi guardò e disse:

- Massi dai, gliele vai a prendere tu? - disse l'amico riferendosi a lui ,tirò fuori il portafoglio e gli diede la tessera sanitaria.

Ciò mi portò a pensare: era anche lui minorenne quindi doveva avere diciassette anni, non di meno perché non li dimostrava.

-Uuufff- sbuffò senza ritegno davanti a me - dammi che vado a prendertele - continuò.

Dio, che voce sexy. Non é una voce di un semplice ragazzino di quindici/sedici anni, ma di un ragazzo maturo.

-Una voce alquanto sexy quanto un carattere di merda - pensai tra me e me mentre andavo a prendere i soldi dalla borsa.

Lo ringraziai cercando di evitare i suoi occhi ma era impossibile non guardare una meraviglia del genere.

Lui mi sorrise ed uscii a prendermi queste sigarette.
Nel frattempo bevvi la mia coca cola con del ghiaccio e limone mentre parlavo con Marta di quanto fosse bello lui. Lei non faceva altro che acconsentire e mi dava fastidio, lo ritenevo mio e non avrei mai permesso che qualcuna gli si avvicinasse.

Continuai a guardare la porta in speranza di vederlo: non mi importava delle sigarette, volevo solo vedere lui. Mi mancava già.

- Ebby, riprenditi, e se é un coglione come tanti? Cosa ne sai? Guardati, sei già troppo.. Troppo. - cominciò a parlare la mia coscienza.

Ma c'era qualcosa in me che non mi faceva pensare che lui fosse stato un coglione, anzi ho sempre sostenuto una frase: proprio quando passi un brutto periodo,l'amore bussa alla tua porta e ti salva da tutto.

Forse ero rimasta ancora una bambina che credeva al 'per sempre felici e contenti' ma mi piaceva crederci; mi piaceva immaginare che prima o poi anch'io sarei stata salvata dal mio principe azzurro.

Lo vedi entrare e spontaneamente mi uscii un sorriso puro ed i miei occhi gioirono.

- Mi spiace, ma la macchinetta non prende la banconota. Se aspettate, vi accompagnamo noi dopo.. - mi disse guardandomi dritta nei miei occhioni blu.

Ero incantata, vedevo nei suoi occhioni scuri il mio riflesso ed era bellissimo.

- Certo, va bene, più o meno quanto? Sai siamo senza sigarette.. - dissi con aria indifferente.

L'unico lato che adoravo di me? Nascondere le mie emozioni dietro a tanta indifferenza; non so se sia un difetto o un pregio.

- Appena finiamo di bere, mezz'oretta circa ok? -

Annuii e andai a sedermi.

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Commento scrittrice:
Questo capitolo lo adoro, mi piace un casino. Ed il prossimo sarà una bomba, mi emoziona solo scrivendolo :)

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