Capitolo IV

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"Eccoti qua" Disse Dustin guardandomi entrare nel negozio.

"Ho fatto il più veloce possibile" Dissi togliendomi il sudore dalla fronte con la mano.

"Vieni qui" Disse lui facendomi segno di venire dall'altra parte del bancone.
Andai dall'altra parte del bancone e mi trovai vicino ad altre persone, alcune a me sconosciute.
Riconoscevo solo Dustin e Max.

"Lei è Robin, lui Steve e lei Max" Disse Dustin indicando i suoi amici.

"Io sono T/n, quindi avete trovato qualcosa?" Domandai.

"Non ancora, stiamo facendo un po' di chiamate per trovare qualcosa" Spiegò Max.

"Non sono mica venuta qua a fare supporto morale, passatemi un telefono su" Dissi.
Dustin mi passò un telefono.

"Grazie, Dustin Henderson" Dissi facendo un leggero sorriso a Dustin.
Dopo qualche ora riuscimmo a trovare dove si trovava Eddie.

"Dobbiamo andarci sta sera, così passiamo inosservati" Dissi.

"Hai ragione" Rispose Steve.

"È quasi ora di pranzo... Devo tornare a casa" Dissi prendendo la mia borsa dal bancone.

"ora? Mangiamo qualcosa fuori, non c'è bisogno di tornare a casa" Disse Robin.

"Non è quello il punto, ho detto a mio fratello Noah che se non fossi tornata in casa entro pranzo, di chiamare la polizia" Dissi facendo il giro del bancone.

"Hai detto a tuo fratello che andavi a cercare Eddie? E se lo dicesse a qualcuno?" Domandò Max.

"Non succederà, Noah non è il tipo da infamare così" Dissi uscendo dal negozio.

"aspetta! Dammi il tuo indirizzo, così sta sera ti passo a prendere. Alle 9" Disse Steve seguendomi fuori dal negozio.
Scrissi su un bigliettino il mio indirizzo e glielo porsi.
Tornai a casa e Noah mi avvolse in un abbraccio pieno di amore, probabilmente causato dalla sua preoccupazione.

Alle nove aspettai fuori casa mia, da casa avevo preso un coltellino svizzero e dello spray al peperoncino, per autodifesa.
Il vento mi scompigliava i capelli e mi solleticava la pelle.
Il fruscio delle foglie riempiva le mie orecchie, stranamente non coperte dalle cuffie.
I miei occhi vagavano per la strada davanti a me aspettando la sua macchina.
Dopo qualche minuto vidi la sua macchina fermarsi davanti a me.

"Buonasera signorina" Disse Steve facendomi segno di salire.

"Grazie per il passaggio" Dissi aprendo la portiera della macchina.

"Quindi non sei sempre così fredda" Disse Dustin seduto di fianco a me.

"Sono solo educata" Dissi girandomi dalla parte del finestrino.

"Anche quando hai quasi rotto il naso a Mark con una testata sei stata educata" Disse Dustin.
Robin e Steve si girarono verso di me, non conoscendo quella storia.

"Doveva imparare la lezione quel bastardo" Dissi con disinvoltura.

"Non so cosa abbia fatto questo Mark, ma do ragione a T/n" Disse Robin.

"Anche io" Disse Max.
involontariamente mi ritrovai a sorridere trovando supporto alle parole di quelle ragazze.

Dopo qualche minuto arrivammo davanti a quella casa.

"Wow che bella atmosfera" Ironizzò Robin.

"Anche troppo" Rispose Steve.

"Voi cercate qua, io vado sul retro" Dissi senza aspettare una risposta.
Andai verso il retro a passi lenti.
Non mi fermai a controllare nelle finestre della casa, perché una casetta più piccola attirò la mia attenzione.

"Se dovessi nascondermi da qualche parte, quello sarebbe un buon nascondiglio" Sussurrai.
Mi avvicinai alla casetta, puntando una torcia nelle finestre, senza trovare nulla.
Spinsi con il piede la porta, che si aprì.

"Se mi dovessi nascondere da qualche parte, questo sarebbe il posto giusto cse l porta fosse chiusa a chiave" Pensai entrando nella casetta.
I miei passi spezzavano il silenzio presente nella stanza.
Guardai verso un tavolo li presente, c'erano delle birre vuote.

"C'era qualcuno" Pensai prendendo dalla tasca il coltellino svizzero, e tirando fuori la lama del coltello.
Continuai a camminare lentamente, scrutando bene ogni cianfrusaglia presente in quella discarica.
Alzai alcuni teli blu, cercando qualcuno.
Quando mi avvicinai ad un altro telo, quello si mosse così velocemente da non darmi il tempo di reagire.
L'unica cosa che riuscii a fare fu puntare la lama contro la pancia della figura uscita dal telo.
Il mio collo era stretto in una mano piena di anelli.
Solo quando la mia schiena impattò con il muro riuscii a riconoscere la figura.
Quei capelli castani, lunghi e ricci.
Eddie Munson.

"H-hey E-eddie" Balbettai cercando di prendere aria.
Avvicinai la lama al suo stomaco, come un avvertimento.

"S-so che n-non sei stato t-tu, Eddie M-munson" Continuai cercando di sorridere con tutte le mie forze.

"Perché sei qui?" Domandò lui aprendo leggermente la mano sul mio collo, per permettermi di parlare.

"Niente di u-umano può u-uccidere c-così, voglio s-saperne di p-più" Dissi prendendo più aria possibile.

"Eddie... Io ti c-credo, non v-voglio farti del m-male" Dissi facendo cadere il coltellino svizzero ai nostri piedi.
Nei suoi occhi comparse una luce, una luce di speranza.

"Io ti credo" Dissi di nuovo sorridendo leggermente.
Molto lentamente allentò la presa.
Cominciai a tossire quando la sua mano si allontanò del tutto.

"Grazie... Per non avermi soffocato" Dissi guardando la sua figura sedersi per terra.
Lo notai subito, era terrorizzato.

"Tutto a posto?" Domandai sapendo già la risposta.

"No, no che non è tutto a posto" Rispose lui con la mani tremanti.

"Immaginavo" Dissi accovacciandomi davanti alla sua figura seduta.

"Però se ti fa sentire meglio, non sei da solo, non ci sono solo io c'è pure Dustin ed altre persone, che ti credono... Più o meno" Dissi.
Eddie mi guardò incredulo, come per verificare che fossi davvero io ad aver detto quello parole, perché di solito le parole che uscivano dalle mie labbra erano veleno, ma quelle erano come una melodia.

"Dustin ed altre persone?" Domandò lui con la voce tremante.

"Impressionante, vero? Non pensavo di entrar a far parte di un gruppo di cretini, e soprattutto dei cretini con lo stesso scopo" Dissi ridacchiando.

"Sono qui?" Domandò lui.

"Vado a chiamarli, rimani qua eh" Risposi uscendo dalla casetta.

"Trovato" Dissi spuntando alle spalle di Robin e Steve.

"Sei seria?" Disse incredulo Steve.

"Serissima, in quella casetta sul retro" Dissi facendo segno di seguirmi.

"Hai visite" Dissi facendo entrare tutti nella casetta.

"Eddie! Tutto bene?!" Domandò Dustin correndo verso il suo amico.

"Perché ci hai messo così tanto ad avvisarci?" Chiese Max fulminandomi con lo sguardo.

"Diciamo che Eddie ha cercato di strangolarmi" Dissi grattandomi il collo.
Tutti si girarono verso Eddie.

"E tu hai cercato di infilzarmi con quel coltellino svizzero" Rispose lui indicando il coltellino sul pavimento.
Tutti si girarono verso di me.

"Autodifesa" Mi giustificai rimettendo in tasca il coltellino svizzero.

"Eddie, se te la senti, raccontaci cosa è successo, per favore" Disse Dustin accovacciandosi verso l'amico, rivolgendogli un sorriso.

"Va bene" Disse Eddie.

I rintocchi dell'amore | Eddie Munson × Reader [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora