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Le bugie hanno le gambe corte pt.1

La pioggia si calmò al termine di quella settimana, passata alla sola luce artificiale; il temporale si dissipò solo sabato mattina, lasciando una manciata di nuvole biancastre come cornice ad un cielo azzurro. Un azzurro molto triste e malinconico che solo l'autunno poteva donare alla valle.

Il vento però, come sempre non aveva smesso di soffiare e la landa sembrava più famelica di quanto sembrasse l'estate. Presto la pioggia acida sarebbe tornata a rendere l'aria irrespirabile, almeno nella città piccola. Ai piani alti i depuratori mantenevano intatti i valori e filtravano costantemente ogni molecola di ossigeno.

Tra un rumore e l'altro nella cucina, nelle prime ore del giorno, Eijiro aveva aperto gli occhi al soffitto del soppalco destandosi da un sonno tranquillo. Nessun incubo a tormentarlo da incosciente, una marea di vere preoccupazioni a tormentarlo da sveglio.

La prima tra tutte a colpirlo in volto come uno schiaffo il fatto che fosse sabato. E che quel sabato significasse mentire a Katsuki per incontrare Hitoshi, rischiando la sua vita. A fare domande era quasi morto di infarto, a ricevere risposte senza permesso cosa sarebbe successo?

Strinse fra le dita pallide il lenzuolo stropicciato, chiedendosi quando avrebbero aggiunto delle coperte più calde per la stagione autunnale, e la prossima invernale che su quella montagna picchiava sempre duro, mietendo vittime durante la notte per ipotermia più di qualunque periodo dell'anno.

Il rosso focalizzò tutte le sue attenzioni sui rumori di sotto per evitare di pensare anche al corpo nudo al suo fianco, immobile e lontano dai suoi occhi, o almeno finché non voltò la testa per guardare le palpebre lattee dell'altro muoversi, stringendosi ad ogni minimo tintinnio più forte, accompagnato occasionalmente dal naso arricciato per il fastidio.

Allungò un dito per toccare l'apparecchio metallico che spuntava dal suo orecchio, delicato, cercando di non svegliarlo con quella mossa azzardata. Lo spense, adorando come la sua espressione tornò calma dopo soli pochi istanti, ricadendo nel sonno pesante. Lo baciò piano, casto e in fretta, tornandosene poi in panciolle al suo posto a fissare il soffitto.

Non potevano essere più delle sei del mattino, e l'unico sveglio tutti i giorni a quell'ora poteva essere solo Izuku che preparava la colazione per tutti e si organizzava per quello che sarebbe venuto nei diversi pasti della giornata. A giudicare dal piccolo pigolio stava anche nutrendo la civetta, di cui ignorava il nome che il ricciolino aveva accuratamente riservato alla bestiola.

Aveva fatto i salti di gioia a trovarla in quella vecchia ciotola; subito aveva mandato Shoto a comprare una gabbia al mercato per far si che non volasse ovunque per la casa.

In tutta onestà, aveva paura di confessargli che quella civetta era viva solo perché Katsuki aveva detto che poteva tenerla. Non avrebbe lasciato che la uccidesse solo perché non voleva occuparsene, così aveva chiesto a Izuku una mano per gestire la situazione.

Inutile a dirsi: se n'era innamorato e adesso era come se fosse sua.

Una mano affusolata si appoggiò sulle sue, cercando una stretta che concesse immediatamente. Voltò la testa una seconda volta, pensando di trovarlo sveglio, invece il suo biondino dormiva beato fra i cuscini morbidi, un'espressione pacifica in viso a stonare con la triste realtà del suo essere vivente.

Come una rosa piena di spine, bella e pericolosa, la sua figura non smetteva mai di togliergli il fiato.

Sorrise anche se l'altro non poteva vederlo e accarezzò con cura il palmo un po' sporco di cicatrici, godendo dentro di se di quel velluto caldo che lo sfiorava con la stessa pace la notte e lo feriva di giorno. Più con le parole che con le mani, ma non che si risparmiasse comunque dallo spingerlo o strattonarlo contro le pareti.

Grocery- Steampunk AU [kiribaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora