ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ sᴘᴇᴄɪᴀʟᴇ

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-ϙᴜᴇsᴛᴏ ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴛᴏᴅᴏᴅᴇᴋᴜ ᴇ' ᴜɴ ʀɪɴɢʀᴀᴢɪᴀᴍᴇɴᴛᴏ ᴘᴇʀ ᴛᴜᴛᴛɪ ᴄᴏʟᴏʀᴏ ᴄʜᴇ ʜᴀɴɴᴏ ʟᴇᴛᴛᴏ ᴇ sᴜᴘᴘᴏʀᴛᴀᴛᴏ ʟᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ᴇ sᴏɴᴏ ᴀʀʀɪᴠᴀᴛᴇ ᴀ ϙᴜᴇsᴛᴏ ᴘᴜɴᴛᴏ; Grazie <3

Questioni tra fratelli.

Per Shoto era sempre stato fondamentale non far capire agli altri quanto ci tenesse a qualcosa.

Era abituato a un mondo dove le persone rubavano in continuazione per ferire, e più ti affezionavi a un oggetto più si divertivano a sottrartelo: L'unica lezione di vita che aveva imparato con violenza indiretta, quella psicologica che lo aveva reso un po' insensibile davanti alla sofferenza altrui;

Era pur sempre un mondo a cui adattarsi, non c'erano vie di mezzo: o rubavi o ti veniva rubato.

Quindi in un modo nell'altro era arrivato a venticinque anni di vita con un bagagliaio di più di trenta ragioni per uccidere un uomo e circa due pianti a decennio, di solito dovuti più al dolore fisico. Non che avesse modo di lamentarsene, nella città piccola era così. Non c'era spazio all'emozioni e tempo per lasciarsi crollare.

Era convinto che tutti fossero così. Che tutti la pensassero nello stesso modo e che non esistesse giustizia o persone buone che rubassero senza il gusto di farlo, che rispettassero le emozioni altrui e sapessero parlare con il cuore.

Non in quel mondo terrificante e buio.

Eppure quando aveva incrociato per la prima volta gli occhi verdi di Izuku si era sentito derubato.

Nessuno come lui era mai riuscito a farlo sentire al sicuro, in un posto sconosciuto, porgendogli semplicemente un panno umido per ripulirgli la faccia.

Si era lasciato pulire, imboccare e medicare ogni notte. In silenzio o parlando con lui, ascoltandolo e aiutandolo un paio di volte nella serra quando portava ancora una fastidiosa e pruriginosa benda all'occhio, che copriva i punti sulla ferita fresca.

Una ferita che gli avrebbe per sempre ricordato della sofferenza provata nella Wasteland.

Gli era ancora difficile abituarsi a quel pezzo di metallo nel cranio, che premeva contro l'osso del naso ogni volta che cambiava posizione nel letto quando cercava un comoda, il più lontano possibile dal corpo dove riposava l'altro ragazzo.

I primi giorni in quella grossa casa piena di refurtiva erano trascorsi in una strana calma che Shoto aveva faticato a gestire.

Senza fraintendimenti: Katsuki era rumoroso e irritante, urlava ogni volta che riusciva a prendere sonno e sembrava lo facesse di proposito.

Però il corvino era cresciuto in un vecchio orfanotrofio, con più di cinquanta persone della sua stessa età, che lo avevano formato e abituato a un ambiente caotico e disordinato. Infatti gli era ancora impossibile mantenere l'ordine; lasciava qualsiasi cosa in giro per colpa delle sue brutte maniere facendo arrabbiare il padrone di casa.

Nessuno lo aveva educato.

Non era programmato alle attenzioni gentili di chi come Izuku cercasse solo di farlo sentire a suo agio in quell'ambiente nuovo, in cui non doveva più preoccuparsi di nascondere i propri oggetti. Si poteva anche permettere di esprimere i propri pensieri e sentimenti, confidando ad alta voce preoccupazioni che non avrebbe mai pensato di poter anche solo pensare di dire a qualcuno.

Grocery- Steampunk AU [kiribaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora