1 - Il nuovo arrivato.

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La casa in cui vivo è grande, si erge su due piani, ed è contornata da un vasto giardino ed una piscina di modeste dimensioni. Al piano inferiore è costituita da due stanze da letto, appartenenti rispettivamente a mio padre e mia nonna, un bagno, la cucina ed il salotto.
Mentre, in quello superiore, si trovano la mia stanza, quella del tuttofare, una stanza per gli ospiti, un secondo bagno, leggermente più piccolo del primo, ed il guardaroba.

Che problemi potrebbe mai avere un ragazzo di ventitré anni, che vive in una casa del genere, per di più con un tuttofare?

Dante Balestra.

L'uomo che è qui davanti al mio letto, da almeno dieci minuti buoni, a ripetermi le stesse identiche cose, nonché mio padre.

"È il terzo che cambiamo nel giro di due settimane, Simone. Forse non ti è chiaro il fatto che nonna ormai ha una certa età e non riesce più a star dietro al giardino, alla cucina, alle pulizie... alla casa, insomma! Abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia una mano, ma questo non sembra volerti entrare in testa."

Ok, detta così, potrebbe non avere tutti i torti, ma anche io ho le mie buone ragioni ed è per questo che non esito nel rispondergli a tono.

"Io lo capisco, papà, eccome se lo capisco. Ma, Giorgio, russava talmente tanto da non farmi chiudere occhio, Marco, faceva videochiamate, come posso dire... "spinte" con la sua fidanzata ed ogni volta che mi vedeva cercava di ottenere una confidenza che non sono mai stato disposto a concedergli, perché l'hai sempre detto anche tu che non bisogna confondere i ruoli, e, Giuseppe, beh, c'è bisogno che ti ricordi il motivo per cui l'ho cacciato?"

Mi guarda in cagnesco.

"Per prima cosa, la questione di Giorgio si poteva risolvere con dei semplici tappi per le orecchie. Su Marco e Giuseppe posso anche essere d'accordo, ma... Simone... questo non toglie il fatto che dovresti provare ad essere più cordiale e ben disposto nei confronti dei collaboratori e delle persone in generale, altrimenti non riusciremo mai a trovare nessun aiutante per la nonna e, tu, rischi di isolarti e rimanere solo."

Con l'ultima parte del discorso non si riferisce di certo alla questione dell'aiutante.

Il fatto è che il mio atteggiamento è cambiato drasticamente da circa un mese, quando, stufo di dovermi nascondere, ho deciso di prendere il coraggio a due mani e fare coming out con quelli che credevo fossero i miei amici più stretti e tra tutti gli scenari che mi ero immaginato, ovviamente, si è realizzato uno dei più catastrofici.

Matteo aveva iniziato a guardarmi con occhi diversi e dopo qualche battutina, decisamente fuori luogo, aveva deciso bene di tornare a casa. Aureliano non l'aveva seguito, ma, per come si era ammutolito, era come se anche lui non fosse più presente. Laura, già al corrente di tutto, mi lanciava sguardi che si alternavano tra l'incredulo ed il mortificato e Chicca, poco dopo, si era scusata ed aveva seguito Matteo, il suo fidanzato.

Quindi, ecco, non sto proprio vivendo uno dei miei momenti migliori, ma spiegarlo a mio padre sarebbe troppo complicato, anche perché il nostro non è mai stato un rapporto idilliaco, ed è per questo che mi limito ad annuire, sperando che decida di lasciarmi finalmente solo, con una delle cose che amo di più al mondo e che è sempre pronta a comprendere ed assecondare ogni mio stato d'animo: la musica.

Ma quest'ultimo, che, essendo un professore, ci tiene particolarmente a spiegarsi bene, non coglie il mio sguardo supplicante e continua quello che ormai è diventato un monologo.

"Spero tu abbia capito la situazione e, nel caso in cui non ti fosse abbastanza chiara, ti volevo avvisare del fatto che alle 17:30 ho un colloquio con una persona che mi auguro possa essere di tuo gradimento, quindi, ti inviterei a scendere per quell'ora, di modo che tu possa conoscerla."

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