Mi sveglio in un letto che, di certo, non è il mio.
È molto più morbido e somiglia tantissimo a quelli che si vedono nelle pubblicità che passano sempre in tv, Eminflex, mi pare si chiami così.
O, almeno, presumo sia uno di quelli, perché in casa famiglia i materassi non erano di certo così soffici da sprofondarci dentro ed immagino che i Balestra, invece, se li possano tranquillamente permettere.Attenzione, però, non mi sto assolutamente lamentando, non mi permetterei mai.
A Rosa, proprietaria della casa famiglia "Sorridiamo insieme", situata nella periferia di Roma, io, devo davvero tanto.
Tutto, oserei dire.
Mi ha accolto quando, a soli diciott'anni, mamma Anita, l'unica persona sulla quale potessi contare, che mi ha cresciuto ed amato più di sé stessa, è venuta a mancare.Il destino ha voluto che mamma e Rosa si conoscessero qualche anno prima e che diventassero amiche intime, quasi come se fossero state due sorelle separate alla nascita.
Perciò, quest'ultima sapeva tutto riguardo la sua malattia, ed il giorno in cui è venuta a mancare, mi ha consegnato una lettera che le aveva detto di darmi quando "il bastardo" avrebbe vinto, portandomela via.È una lettera che conservo con cura, perché scritta di suo pugno e, a distanza di anni, ogni volta che la leggo e la estraggo dalla busta, sulla quale c'è scritto "per il casino più bello della vita mia", mi sembra di sentire il suo profumo, delicato ma deciso, e l'odore della sua pelle. È a quel punto che me la stringo al petto, ricordando i lunghi e stretti abbracci tra i quali, in qualsiasi luogo fossimo, mi sentivo a casa.
Ho bisogno di un po' di forza per affrontare questa nuova esperienza, qui a Villa Balestra, quindi decido di tirare fuori la lettera dal cassetto del mio nuovo comodino e di leggerla.
"Se stai leggendo queste parole, è perché 'il bastardo' ce l'ha fatta.
Con me ci è riuscito, ma, ti prego, tu non dargliela vinta.
Non piangere, non più.
Sono sicura che Rosa abbia rispettato i patti e ti abbia lasciato un po' di tempo per metabolizzare il tutto.
Quindi, ora, sorridi in faccia a quel mostro, perché lui pensa di avermi tolto la vita, ma, in realtà, il mio cuore è sempre stato tuo, perciò, finché vivrai tu, lo farò in qualche modo anche io.
È stato tuo, dalla prima volta che ti ho visto e ti ho stretto tra le braccia, sentendomi la donna più fortunata del mondo.
È stato tuo, dalla prima volta che ti ho sentito pronunciare la parola 'mamma', per poi sentirmi dire, qualche anno dopo, che tu di un papà non ne avevi bisogno, ed il giorno della festa del papà, un lavoretto lo facevi comunque, e me lo portavi a casa dicendomi che ero la 'MaPà' più brava del mondo.
È stato tuo, anche quando, cresciuto, mi toccava venire spesso a parlare con il preside perché, per difendere i tuoi compagni, utilizzavi modi non troppo consoni, ed ogni volta che tornavamo a casa, non riuscivo ad arrabbiarmi con te per aver difeso la tua amica robusta o il tuo compagno omosessuale.
È stato tuo, anche quando, nonostante lo avessi capito già da un po' (la mamma è sempre la mamma), ti sei seduto accanto a me sul divano, e con mani tremanti che non sapevi dove mettere, mi hai confidato che, oltre alle ragazze, ti piacevano anche i ragazzi.
È stato tuo, anche quando, per aiutarmi, sei finito in brutti giri, per poi capire che un lavoro onesto era più soddisfacente per entrambi.
È sempre stato tuo, Manuel, e lo sarà sempre.
Ho vissuto per te ed, ora, vivo in te.
Sei la cosa più bella della vita mia.
So che rileggerai questa lettera nei momenti di sconforto, oppure, quando avrai bisogno di una spinta in più, della forza che mi dicevi sempre 'solo tu sai darmi'.
Proprio per questo, ti dico che sono lì con te, ti sto abbracciando, anzi, stritolando.
Non far mai spegnere la fiamma che arde nei tuoi occhi.
Sii sempre curioso, caparbio, onesto e buono.
Usa la testa, ma non mettere mai da parte il cuore.
Ti seguirò in ogni tuo passo, con la certezza che non mi deluderai mai, del resto, mi hai sempre resa orgogliosa.
Ti lascio in buone mani, Rosa si prenderà cura di te e sono sicura che, prima o poi, troverai altre braccia che ti sapranno far sentire a casa.
Ti amo infinitamente,
Tua MaPà."
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Villa Balestra
Fanfiction"Ciao - come hai detto che si chiama il nuovo arrivato? - Ah, sì, Manuel." "Ciao - come hai detto che si chiama tuo figlio? - Ah, sì, Simone."