Il nervosismo post incontro col nuovo arrivato sembra essersi finalmente dissipato del tutto. Decido, quindi, di riprendere a studiare per un esame che dovrò dare tra cinque giorni e che, nonostante le svariate preghiere, non si supererà grazie ad un miracolo Divino.
Non riesco a finire di leggere il primo paragrafo che sento la porta di casa chiudersi e le grida di mio padre perforarmi i timpani.
"Simone, scendi subito. Prima pensavo di essere stato chiaro, ma a quanto pare non lo sono stato abbastanza."
Se solo i tori potessero provare invidia, di certo la proverebbero nei confronti del sonoro sbuffo nasale che ho appena emesso.
Mi costringo a scendere dal letto e raggiungere il piano inferiore per affrontare una discussione dalla quale sono consapevole di non avere scampo e che, dunque, non ha senso rimandare.
Scendo le scale e appena mi vede riprende a parlare con un tono leggermente più pacato, non prima di avermi incenerito con lo sguardo.
"Mi spieghi il motivo per cui hai attaccato un ragazzo di cui non sai niente, che è arrivato con mezz'ora d'anticipo al colloquio, cosa rarissima, e che, dopo avermi sentito parlare di te, era felicissimo all'idea di poter fare amicizia con un ragazzo della sua età?
Certo, adesso non penso sia dello stesso avviso, ma non credo tu possa biasimarlo..."Lo ammetto, mi sento un po' in colpa, ma...
"Papà si vede lontano un miglio che è un ragazzo pieno di sè, chi si crede di essere? Poi, l'ho visto armeggiare con il mio succo, e tu sai quanto io sia geloso delle mie cose, ed è così giovane! Come avrei mai potuto immaginare che, alla sua età, potesse avere già dieci anni di lavoro alle spalle?"
"Quindi convieni con me che ha ragione riguardo la storia dei pregiudizi?"
"Potrebbe essere..." è tutto quello che sono in grado di concedergli."Ecco, appunto. E, siccome ti conosco abbastanza bene da sapere che non gli porgerai mai le tue scuse, penso che sarebbe carino da parte tua, se stasera lo aiutassi con i bagagli e gli mostrassi la casa."
Il tono supplichevole che utilizza, mi sta implicitamente chiedendo di essere cortese nei suoi confronti. Ci manca solo che mi dica di farlo per la non-
"Fallo per la nonna, fallo almeno per lei."
Le sue ultime parole non mi prendono neanche troppo in contropiede.
Mio padre sa quanto nonna Virginia sia importante per me. Si è sempre presa cura di me, quasi sostituendo la figura di mia madre che, per motivi lavorativi, si trova a molti chilometri di distanza.
È l'unica persona ad essermi sempre stata vicina, in grado di comprendermi con un semplice sguardo, nonostante io a parole non le abbia praticamente mai detto nulla.Non mi ha mai giudicato, anzi, mi ha semplicemente capito ed amato ed io non posso che esserle grato, perchè questa cosa potrebbe risultare scontata, ma, in realtà, non lo è affatto.
Ed è solo per lei che, con un'espressione più dolce in viso e meno astio nella voce, mi rivolgo a suo figlio.
"Purtroppo per me e per tua fortuna, sai quali tasti toccare, neanche fossi tuo figlio" mi concedo una risatina amara "e sai che per nonna farei qualsiasi cosa.
Io ed il nuovo arrivato non siamo partiti col piede giusto, questo posso concedertelo, ma il tutto non è dipeso solo da me. Sai benissimo anche tu che il ragazzo è un po' provocatorio, su questo non puoi contraddirmi.""Certo, ed è proprio per questo che credo faccia al caso tuo... cioè, nostro... volevo dire nostro."
"Papà, non so cosa tu ti sia messo in testa, ma non vorrei distruggere i sogni in cui ci vedi migliori amici, perché questo non potrà mai accadere. Prometto che, per il quieto vivere, proverò ad essere civile con lui, ma nulla di più. Anche perché, io, quelli come lui, li riconosco subito..."
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Villa Balestra
Fiksi Penggemar"Ciao - come hai detto che si chiama il nuovo arrivato? - Ah, sì, Manuel." "Ciao - come hai detto che si chiama tuo figlio? - Ah, sì, Simone."