4 - M'incuriosisce.

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La crostata, poi, tra una frecciatina e l'altra, siamo riusciti a finirla.

Si è cotta giusto in tempo per il risveglio di Dante, che si è affacciato in cucina più tardi del previsto, perché ho scoperto, da Simone, che il lunedì è il suo giorno libero.

Mi ha fatto anche i complimenti, sorridendomi mestamente, per poi allargare il sorriso, quando gli ho detto che l'avevo fatta insieme a suo figlio.

Quello che non gli ho detto, invece, è che ci siamo divertiti, pure parecchio, e che abbiamo trovato un nostro equilibrio, perché già così, mi sembrava di avergli dato abbastanza soddisfazione.

Certo, sempre che insultarsi e punzecchiarsi all'infinito possa definirsi un equilibrio.

Anche il pranzo è andato molto bene.

In tarda mattinata, quando Virginia è rientrata, l'ho aiutata con la preparazione dei vari piatti ed ho scoperto che è davvero una bravissima cuoca.
Proprio per questo motivo, ho deciso che sfrutterò ogni secondo a disposizione per poter imparare più "trucchetti culinari", come li chiama lei, possibili.

Adesso che sono finalmente in pausa per qualche ora, ne approfitto per darmi una sistemata ed andare a trovare mamma, così da poterle raccontare un po' come stanno andando le cose.  

Prendo il telefono, il portafoglio ed il mazzo di chiavi, che mi è stato prontamente fornito da Dante, e mi avvio verso la fermata del bus.

Ogni volta che percorro il tragitto verso il cimitero, provo delle sensazioni contrastanti. Mi sento pervadere da una profonda tristezza, perché realizzo sempre di più il fatto che se ne sia davvero andata per sempre, fin quando mi ci siedo accanto e mi sembra di sentirla più vicino e di poterle parlare proprio come eravamo soliti fare un tempo.

"Ciao Mamma, eccoce qua.

Innanzitutto, scusame se ieri non so' riuscito a venì come al solito, ma so' successe un bel po' de cose.
Come ben saprai, perché io lo so che tu da lassù vedi tutto, ieri ho fatto un colloquio a Villa Balestra e so' stato assunto.
Dante me sembra davvero un brav'uomo e pare averme preso a cuore, proprio come la madre, Virginia, 'na grandissima icona, mà, te sarebbe piaciuta 'n sacco.

Poi ce sta er figlio, Simone."

Mi strofino i palmi umidi sui pantaloni e, prendendo fiato, ricomincio a parlare.

"Con lui le cose non so' annate bene fin da subito, anzi.

Sin dal primo momento che m'ha visto è stato molto scontroso, anche se credo che sia un meccanismo de difesa suo, un po' come se volesse cercà de capì se dall'altra parte ce sta una persona che preferisce mollà subito la presa, oppure, annà oltre, pe' vede' cosa se nasconde dietro quei muri de cemento armato.

Il fatto è che tu me conosci, mà, meglio de chiunque altro, e 'o sai che le cose facili nun me sò mai piaciute.

Infatti, gli ho sempre risposto a tono, con nun poca sorpresa da parte del padre, e stamattina credo d'ave' abbattuto er primo muro. Avemo scherzato e ce semo divertiti, cosa che fino alla sera prima  nun credevo minimamente fosse possibile."

M'interrompo un attimo, giusto il tempo necessario per immaginare il sorriso che mi farebbe, quello di chi la sa lunga, se solo fosse davvero qui accanto a me.
Poi, riprendo il discorso.

"Con te, 'o sai, so' sempre stato sincero, quindi nun vedo perché nun dovrei esserlo pure adesso.

M'incuriosisce.

Il fatto è che, dopo ave' abbattuto 'sto primo muro, e ave' visto quello che ce stava dietro, m'è un po' venuta voglia de vedè quello che ce sta dietro agli altri, capito, no?

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