7- «Dovresti guardarti, sei favoloso»

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I flash sembrava lo volessero accecare ma sorrideva, continuava a farlo. Vietato fare smorfie, Hoseok glielo aveva detto chiaro e tondo. Schiena dritta, braccia tese. Niente di floscio. Okay, a quell'affermazione aveva riso fin troppo e venne anche rimproverato, ma rise, il doppio senso albeggiava fin troppo in lui. Però sentiva di star diventando ogni giorno un po' più professionale. Si alzava presto, studiava il concept del giorno, arrivava in orario dai costumisti e dai truccatori. Una volta preparato o si recava nella stanza apposita dello studio fotografico oppure veniva accompagnato in una location specifica nei dintorni.

  «Il mento un po' più su. Okay, perfetto» Ed Hoseok continuava a restare lì, a fotografarlo, e poi a sorridergli caloroso. Il secondo dopo rivestiva il suo ruolo da capo serio ed esigente e si rivolgeva agli altri collaboratori «Oi, la luce per favore, fagliela arrivare dal basso» ed una volta soddisfatto era solito asserire un «Molto bene»

Dopo circa le prime cinquanta foto, Jimin aveva capito che ci sarebbe stata una sorta di piccola pausa. Il tempo per bere un goccio d'acqua e poi subito si tornava a lavorare. Chi non smetteva mai era Hoseok. Correva da un lato all'altro, chiamava le makeup artist per ridefinire il trucco dei modelli, gli addetti dell'arredamento scenografico per cambiare qualcosa che non gli piaceva più e poi un nome risuonava nell'aria puntualmente «Chou, stampane un paio molto velocemente, così vediamo la resa dei colori»

Osservava quelle foto, le studiava pignolo, puntiglioso...li trovava tutti lui i difetti e poi pensava a strategie per correggerli. I suoi occhi riscattavano su Jimin e «Jimin per favore non muoverti da quella posizione, solo altri cinque minuti» cinque minuti che si sarebbero ben presto trasformati in altri sessanta.

Ma quello era Hoseok. Un ragazzo semplicemente...esigente.

«Cavolo che torcicollo» di certo non aiutava il restar fermo per ore nella stessa posizione senza potersi muovere e probabilmente quel dannatissimo dolore era causato esattamente da ciò. Un massaggio, ah Dio, lo avrebbe voluto così tanto, lo desiderava infinitamente.

Si appoggiò al davanzale della finestra, scaricò il peso su un braccio, mentre alzò l'altro portando la mano sulla sua nuca e tentando così -anche se invano- di distendere i propri muscoli.

«Ti aiuto io»

Jimin sussultò all' improvviso. Quella voce inaspettata lo aveva colto fin troppo di sorpresa e girandosi di scatto lo vide. Hoseok. Cavolo, lo avrebbe voluto uccidere per quell' infarto serale. Si pose una mano sul cuore, cercando di rallentare i battiti «Dio, che paura» soffiò via, tranquillizzandosi poi nel sapere che fosse lui.

«Chi potrebbe mai essere?» Hoseok ridacchiò divertito nell'aver assistito al mutamento dell'epressione facciale di Jimin, lo avrebbe voluto fotografare per prenderlo in giro all'infinito.

𝙁𝙊𝙇𝙇𝙊𝙒 𝙔𝙊𝙐𝙍 𝙃𝙀𝘼𝙍𝙏 // ʰᵒᵖᵉᵐⁱⁿ - ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora