"Pive del caspio"

4.8K 301 44
                                    

CAPITOLO OTTO

Aria.
Finalmente aria.
Finalmente non puzzo più come un degenerato, non ho più i capelli sporchi, non ho più gli abiti sgualciti e non sono più costretto a stare su quel letto infernale.
Riesco a reggermi in piedi, riesco a correre come un'allegra capretta per la Radura e, soprattutto, respiro aria pulita. L'aria della mia camera stava cominciando a farmi venire la nausea, dato che ormai Thomas e Newt erano sempre -e ripeto sempre- lì con me per tenermi compagnia. Sebbene siano due emerite teste di caspio, non posso dire che non siano -forse gli unici- veri amici.
Per non parlare dei patetici siparietti fatti con le loro calze.
"Hai intenzione di entrare lì ancora, Velocista?"
Mi giro di scatto verso Kath, che mi sta guardando assai male. Spero per lei che non creda di riuscirmi a fermare con qualche bella parola sputata a caso.
"Direi di sì" rispondo, continuando ad allungare i muscoli della schiena.
"Ti hanno dimesso ieri sera, non è meglio aspettare?"
"Tre settimane sono già troppe, devo aspettare ancora?" faccio un sorrisetto, appoggiando una mano sulla sua spalla. "Mi dispiace, ma sono io ad essere il tuo tutore. Non tu il mio."
Ci mancherebbe solo questa, adesso. Prima una pive affidata a me, la puntura, la Mutazione e ora dovrei anche restarmene fermo magari a servire il pranzo ai Radurai?
Che ne sarebbe di me con la traversa da cuoco, caspio?
Sembrerei solo una casalinga in pensione circondata dai gatti.
"Mi hanno obbligata a starti distante per una settimana, sai com'è, magari mi sono anche preoccupata per te."
Ecco, lo sapevo io.
C'avrei messo la mano sul fuoco che prima o poi la ragazza avrebbe detto una cosa del genere. Forse si aspetta che io cambi idea e mi dedichi a lei raccontandole tutti i beati caspi miei, ma si sbaglia. E pure di grosso. Okay, ammetto di essere veramente insensibile, ma s'impara ad essere così dopo che si rischia la pelle ogni giorno.
"Non dovevi. Stavo bene" concludo infine, allungando i muscoli delle gambe.
"Hai intenzione di fare lo stronzo ancora a lungo?" Kath ricambia il sorrisetto, portando le mani ai fianchi.
Devo capire se questa ragazza sia come me o se sia il mio opposto. E' difficile da capire. Ma le donne, per definizione, sono difficili da capire. Specialmente per un Velocista di un caspio di Labirinto.
"In effetti no" ribatto, sistemandomi la cinghia sulle spalle. "Sfortunatamente, carissima Kath, hai davanti il vero Minho. Mi dispiace per te."
"Non dispiacerti per me, carissimo Minho" sorride lei, facendomi l'occhiolino. "Preoccupati per te stesso, e per tutte le persone che allontani."
Oh oh, la ragazzina colpisce in basso. Mira alto, colpisci in basso. Peccato che provarlo sulla mia pelle fa un effetto decisamente diverso.
"Chiederò ad Alby di affidarmi a qualcun altro, tranquillo" conclude, portando le mani dietro la schiena.
"E cosa gli dirai?"
"La verità."
"Ossia?" ho mai detto quanto odio i giri di parole? Deve esserci un girone all'inferno per quelli che fanno costantemente giri di parole.
Forse però ci finirei anche io.
"Ossia che mi stai sul -come dici tu- caspio, che io non sopporto te e tu non sopporti me. Semplice, no? Magari mi affiderà a Newt."
Si stringe nelle spalle, lasciando che alcuni ciuffi scuri ricadano sugli occhi. Semplice, sì, ma fa uno strano effetto sentirsi sbattere la realtà in faccia. Faccio davvero così schifo a fare amicizie?
"Fa' quello che ti pare" mormoro infine, correndo dentro il Labirinto.
Faccia veramente quello che vuole, quella pive del caspio.

Okay, se verrò punto di nuovo, prima di mettermi a correre per una giornata farò almeno cinque giorni di riabilitazione. Dopo solo due ore avevo il fiatone, e non potrei essere più felice di essere tornato nella Radura, anche se Alby sta urlando addosso a Thomas per non so qualche motivo, Teresa e Kath sono sedute vicine e Newt forse sta aspettando me, dato che è seduto una decina di metri più distante dalle porte che sto attraversando.
"Newt!" lo chiamo, dandogli una sonora pacca sulla spalla. "La tua ragione di vita è tornata!"
"Prima che tu diventi la mia ragione di vita, Alby deve diventare gentile" sbotta, facendo un sorriso. "Cosa intendi fare riguardo alla ragazza? Vuoi veramente lasciare che passi sotto la mia custodia?"
"Perché no?" gli domando, raggiungendo il resto dei Radurai al Casolare. "Insomma, un pensiero in meno."
"Sarebbe stata una buona occasione per avere un'amica, Minho. Sai meglio di me che non è facile starti intorno."
Newt e "consolazione" non possono assolutamente stare nella stessa frase, teniamolo a mente. Mai.
"Grazie, amico" gli metto una mano sulla spalla, guardandolo male. "Tu sì che sai come farmi star meglio."
"Quindi ammetti di essere triste?"
Triste?
Sono triste solo se la marmellata di pesche è finita ma c'è ancora del pane, ecco. Direi piuttosto di essere rassegnato, a questo punto. Nulla di più. Sono in pace con me stesso, per il momento, insomma, finché la mia stabilità mentale non mi lascerà del tutto. Il che non credo impiegherà tanto ad accadere.
"Lascia stare, Newt, per favore" gli faccio cenno con la mano di fermare la sua parlantina. "I miei problemi li risolvo da solo."
"Quindi ammetti di avere dei problemi?"
Ci risiamo.
"Non sto ammettendo niente, dico solo che ciò che mi dà pensieri non ti deve interessare."
"Quindi c'è qualcosa che ti dà pensieri?"
Vaffancaspio, Newt.

**
Chiedo perdono per il ritardo, scusatemi :c
Un bacione!

Chiamami VelocistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora