"Katherine"

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CAPITOLO UNDICI

Ho passato quattro giorni infernali cercando che Kath mi parlasse dopo il nostro ultimo incontro, ma non c'è stato niente da fare. Ho provato in tutti i modi, ho perfino chiesto a Newt di parlarle, ma senza alcun risultato. E la cosa peggiore è che tutt'ora sono ignaro del motivo di tutto ciò.
Stando a ciò che mi ha detto Teresa, era del parere di staccarsi da me anche durante la Mutazione e dopo, quando ancora mi parlava. E' solo cambiato tutto dai suoi ricordi, e posso capire un distacco generale, ma che poi diventi personale, beh, ammetto che mi dà parecchio fastidio.
Il motivo non lo so nemmeno io, ed è quasi frustrante stare quasi male senza una ragione fondata. Non è orgoglio, non è pentimento, non è compassione, non è nostalgia. E' solo...Kath che non mi parla e a me dà fastidio. Nome originale e preciso, non trovate?
Insomma, sono quattro giorni che la vedo solo durante la cena, e nemmeno mi saluta. Direi che è stata piuttosto brutale nel "non parliamo più a Minho e lasciamolo per i caspi suoi". E mi dà fastidio il fatto che mi dia fastidio la faccenda. Non pensavo di essere incaspiato fino a questo punto.
"Minho, ci sei?" la voce di Thomas mi riporta alla realtà, mentre freniamo di colpo davanti ad una parete chiusa.
"La Sezione due doveva essere aperta, oggi" mormoro, scrutando il muro. Già, è sigillato. Strano. "Thomas, le altre Sezioni come sono?"
"Tutte chiuse. Anche la sette."
"Vorrei sapere che caspio succede!" grido, facendo sobbalzare tutti i Velocisti dietro di me. Prendo tutto il fiato che posso, urlando come a voler parlare al Labirinto. "Ci manchi solo tu a prendermi per il culo! Prima la ragazzina, e adesso tu! Chiunque mi stia sentendo, andate a fancaspio!"
"Minho, calmati" Thomas appoggia una mano sulla mia spalla, facendomi schiantare contro la realtà.
"Andiamo via da qui" sbotto, girandomi di scatto. "Torniamo domani, forza. Qualcosa non va."
"Ehm, Minho?"
Mi giro verso Jack, che mi sta guardando come se avesse paura: "Dimmi."
"Le uscite...si sono chiuse. Il Labirinto sta cambiando."
Mi guardo velocemente attorno, constatando che sì, siamo nella sploff. Siamo immensamente nella sploff.
"Correte, razza di pive!" urlo, mettendomi di punta per guidare tutti fuori da questo casino. Siamo quasi nel cuore del Labirinto, se tra un'ora saremo fuori, giuro che chiederò a Thomas di sposarmi. Con tanto di anello e Newt come testimone di nozze. Il problema, però, è arrivare nella Radura.
"Muovetevi!" grido di nuovo, sprecando gran parte del fiato rimasto. Mi sembra di correre per la prima volta in tutta la mia vita: sento solo il rumore del battiti del mio cuore che martella fino a far male, il respiro assente e le gambe che ormai vanno in automatico anche se potrebbero cedere da un momento all'altro. In testa ho solo tutti gli schemi scritti in fretta sui fogli delle Mappe, e piano piano so che stiamo arrivando all'uscita, anche se i muri continuano a muoversi proprio per confonderci. Chissà se i Radurai si stanno preoccupando.

"Eccoli, sono vivi!" Chuck ci indica, appena un metro fuori dalle porte del Labirinto, sorridendo come solo lui sa fare.
Il cuore mi si alleggerisce appena, notando che tutti quanti ci stavano aspettando: Alby, i Medicali pronti ad accoglierci con eventuali bende, Frypan con qualche biscotto, Teresa, Newt, Katherine. Non è un miraggio, e questa concezione mi consente di accelerare un'ultima volta e buttarmi sull'erba bagnata, rotolando rovinosamente. Sembro un accidenti di involtino di carne avvolto nella pancetta in questo momento, ma poco importa. Sono fottutamente vivo contro ogni aspettativa.
Chiamate Thomas e un'agenzia matrimoniale.
"Minho!"
Una voce mi chiama -ma dai?-, ma è distante. Molto, molto distante.
E ora la figura appare nella mia visuale, prima puntata al cielo, ora sui suoi occhi. Katherine. Katherine, con uno sguardo quasi terrorizzato. Katherine, con un sorriso a rompere la tensione. Katherine, con i capelli mossi e sparsi per tutte le spalle. Katherine.
"Mi hai fatto morire di paura!" sbotta, passandomi un asciugamano bagnato sulla fronte. Forse è un miraggio. Forse sono morto e non me ne rendo conto. C'è qualche strana figura alata in giro?
"Perché mi parli solo quando sono in punto di morte?" le chiedo, sghignazzando col poco fiato che mi è rimasto. "So...tutto. So che hai chiesto ad Alby di essere affidata a qualcun altro, so che pensi di essere un peso. Me l'ha detto Teresa."
"Non credo ti dia fastidio" sorride passando un'ultima volta l'asciugamano sul mio viso. "Magari se proviamo in due lo convinciamo."
"Potremmo ricominciare, invece" l'ho davvero detto? Sono stato io a dire questo? Okay, stanotte mi do in pasto ai Dolenti.
"Ricominciare a fare...?"
Le porgo la mano, facendo un sorriso alquanto sghembo: "Piacere, mi chiamo Minho. Sono un Velocista."
Kath ricambia il sorriso, ridendo appena, stringendo la mano: "Mi chiamo Katherine, sono nuova. Piacere mio."

Mi sono ammorbidito?
Okay, sì, peggio del burro al sole.
Peggio dei biscotti che Chuck lascia aperti dopo averne rubati.
Peggio di...un peluche!
Sì, sono rincaspiato più che mai. Ma in fondo anche io ho un lato umano, e non posso dii certo nasconderlo per sempre. Quindi tanto vale farlo uscire per un po', cercando, come dice Newt, di essere meno me stesso possibile. E' una delle peggiori offese mai ricevute, a pensarci bene. Devo fargliela pagare, a quel pive. E' quasi peggio di sentirsi chiamare Cretiminho. Il che è tutto dire.
"Dormiamo sotto le stelle, Velocista?"
Mi giro di scatto verso Kath, che si stende accanto a me.
"Come vuoi. Io già ci sono."
"Magari il cielo è l'unica cosa infinita che abbiamo, no?"
Dobbiamo dormire o emanare leggi filosofiche?
"Anche la nostra permanenza qui non scherza" ridacchio, dandole un buffetto sulla guancia. "Buonanotte, pive."
"Buonanotte, Velocista."

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WHAT'S UP YOU THERE?
Okay, ecco il capitolo 11, come al solito spero che vi piaccia e ringrazio tutte per i bellissimi commenti al capitolo precedente ❤
Ale xx

Chiamami VelocistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora