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Niente colori chiari, mi fanno grassa.
Il nero mi snella, ma è da funerale, poi con questo bel tempo - do un'occhiata fuori dalla finestra come per confermarmi: il sole splende nel cielo mattutino, privo di nuvole. C'è lo scirocco, il che rende tutto più piacevole.
Mi vesto, optando per una polo blu, i miei soliti jeans e le converse nere.
Trucco gli occhi con la mia fidata matita marrone, che li rende più sensuali di quanto non siano, e spruzzo il profumo sulla cute, dietro le orecchie e sui polsi.
Sistemo i miei lunghi capelli castani e mettendo lo zaino in spalla, esco salutando i miei.
La musica cancella ogni traccia di stanchezza dalla mia testa, e con le cuffie nelle orecchie mi incammino verso la metro, che mi porterá a scuola.
La fermata dove devo scendere è molto affollata, qui ci sono due licei.
Mi avvio sul marciapiede, insieme alla massa di studenti, e arrivo davanti a un grande edificio di un intenso color mattone, interrotto da piccole finestre che fanno da cornicie alla grande scritta che riporta il nome della scuola.
Entro in classe, e trovo pochi miei compagni riuniti a giocare sul cellulare.
Li saluto, vado verso le ragazze, e tra loro noto un viso nuovo.
Uh, molto probabilmente ha cambiato classe, oppure è stata bocciata, visto che mi trovo al terzo anno.
- Ciao - la saluto calorosamente, - io sono Danielle, piacere.
Il sorriso che mi fa le illumina i piccoli occhi grigi, che emanano dolcezza e allegria - Sono Sabrina - mi stringe la mano.
La pelle è liscia e poco più scura della mia, il suo visetto tondo è incorniciato da una bellissima chioma di capelli lunghi, mossi e biondo cenere; è di qualche centimetro più alta di me.
La professoressa di letteratura entra, e ci fa accomodare ai nostri posti.
- Ti spiace se mi metto qui? - Sabrina indica il posto accanto al mio.
- Per niente - e si accomoda. - Anche se amo la letteratura, è mattina e mi incuriosisci più tu che la voce della prof, quindi: parlami di te, che ne dici?
Le si forma un sorriso a 32 denti.
- Ho 17 anni, e ho cambiato classe. I professori erano insopportabili, i compagni ancora di più. Amo leggere, ascoltare la musica, e... mangiare.
- Ah, sì? Nutella?
- È la mia vita.
- Mi piaci. Che musica ascolti?
- Oh, un po' di tutto. Vado dal classico al rock. Metti che ieri sono rimasta tutto il giorno ad ascoltare classici di danza classica.
Rido. - Hai hobby?
- Dormire.
- Mi ripiaci. Che libri leggi?
- Soprattutto romantici e fantasy.
- Amiche - batto la mano sul tavolo come un giudice quando batte il martello.
Ride. - Sicuramente. Tu, invece?
- Oh, io sono meno interessante. E visto che siamo amiche, scoprirai di me man mano - le ammicco.
- Sono d'accordo - la conversazione finisce e mi cimento nell'ascoltare la professoressa, che per fortuna non spiega nulla di importante. - Okay, iniziamo l'appello. - ... Fisher...
Alzo la mano, per mostrarmi presente.
- ... Hussain...
Sabrina alza la mano.
- ...Owen...
Appena pronunciato questo nome, qualcuno bussa alla porta e sulla soglia appare una figura alta e snella.
- 'Giorno.
Eh, no. No, no, no.
- E questo gnoccone da dove cazzo spunta?- Sì, Sabrina è sbalordita quanto me.
Tutta la classe volge lo sguardo al nuovo, bellissimo e splendido ragazzo.
Vaga con lo sguardo in cerca di un posto libero, e l'unico è quello davanti a noi.
Oh, merda.
Con passo atletico, si lascia cadere al suo posto e sistema il giacchetto di pelle.
Posa un braccio muscoloso sullo schienale della sedia e si gira verso me e Sabrina
- Ehilá - la sua voce è profonda, rilassante e tremendamente sexy.
Mi sento arrossire.
Quando noto Sabrina paralizzata come me, mi convinco a darmi una fottuta mossa.
- Ciao! - gli stringo la mano, e le sue grandi e affusolate dita fanno sparire la mia piccola mano. - Danielle - sorrido.
- Io sono Mark - stringe anche la mano della mia compagna, che non si decide a parlare. Le do una gomitata. - S-sabrina- è tutta rossa! Porca troia, il contegno.
- Come mai sei qui? - sono curiosa.
- Bocciato - sorride, come se ne fosse orgoglioso.
- Hai 18 anni?
- Ssì.
- Che strano un diciottenne al terzo - penso a voce alta.
Sfodera un sorriso splendido, da togliere il fiato.
Lo guardo in quei due pozzi color cioccolato - Hai intenzione di farti ribocciare? - domando sarcastica.
Alza gli occhi, fingendo di pensare a una risposta, picchiettando l'indice sul mento dalla pelle candida e olivastra - Nah, voglio arrivare al diploma almeno ai 20 anni.
- Eh, bè, direi - rido ironica.
Mi segue, passandosi una mano tra i setosi capelli scuri.
- Ci divertiremo quest'anno - mi fa l'occhiolino. E per una frazione di secondo spero che stia parlando di noi due, ma ovviamente si riferisce a tutta la classe.
All'intervallo, si alza facendo scattare le gambe lunghe e si dirige verso i ragazzi, intento a fare conoscenza.
È alto, molto alto, almeno in confronto a me. Non gli arrivo neanche alla spalla.
Eh, mannaggia la miseria.
- Tu - mi riferisco a Sabrina - Sei uscita di senno? Sembravi esser stata colpita da un ictus.
- Porca puttana, quanto è fregno! - si riscuote dal torpore.
- Ah, stai parlando!
- No ma, cazzo, l'hai visto? Ora tu dimmi io come facevo a rimanere impassibile di fronte a uno così! Sono timida io.
- Eh, l'ho notato. Mi hai abbandonata - faccio un'espressione triste.
- Abituati.
'Fanculo.
Mi giro e vedo le troie della classe che ronzano attorno a Mark come se lui fosse una cacca, e loro delle mosche.
Ma che razza di paragone ho fatto?
Come se lui fosse la cioccolata e loro le mie mani golose.
- Giá non le sopporto - dice Sabrina, come leggendomi nel pensiero, guardandole.
- Non dirlo a me - mi alzo e, con la mia nuova amica, scendo in cortile a prendere un po' d'aria.

Lotewers - Il regno delle creature misticheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora