5.

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- Buongiorno - Sabrina entra timidamente in casa mia, e si affretta a posare la sua roba.
- Ciao, Sabrina! - mia madre la saluta dal salotto. Sì, le ho parlato di lei.
- Piacere - mormora, stringendo la mano a mia mamma. Quant'è timida! Mi soprende: con me è tutt'altro.
- Leila - le fa un sorriso da un orecchio all'altro.
- Okay, mami, noi andiamo in camera a prepararci.
- Perfetto - ci sorride complice e si chiude in camera da letto per parlare con sua sorella: mia zia.
Chiudo la porta. Mi giro verso Sabrina, che sembra aver dimenticato completamente la timidezza, e si guarda attorno.
- Che bella camera!
- Grazie! - le sorrido.
A dire il vero non è niente di che: le pareti sono bianche, e ospitano solo uno specchio, la finestra, qualche mensola e "La notte stellata" di Van Gogh. C'è una piccola scrivania sulla parete destra e la tivù; il mio comodo letto a sinistra, dove accanto è adagiato l'armadio. Il parquet è forse il punto forte di tutto.
- Iniziamo da te, Sabri. Siediti. - la faccio accomodare sulla mia sedia con le rotelle e la sposto davanti lo specchio. Vado a prendere uno sgabello in cucina, e solo quando torno noto le air force nere con il logo rosso che porta ai piedi.
- Il logo rosso?! Ma non si abbina!
- Ups - sorride - Ma 'sti cazzi, dai.
- No, no - ribatto decisa - Mmh... Okay, ti ci abbino il rossetto.
- No, col cazzo che metto il rossetto rosso, te lo scordi! È già tanto se mi faccio truccare, quindi pensa se voglio risultare una troia!
- Ma il rossetto rosso lo mettono tutte! E non fare la difficile, su. Con le tue piccole labbra ti stará benissimo, e non sará volgare. Te ne metto uno opaco sul bordeaux, fidati di me!
- Pft! - sbuffa, contrariata, e mette il broncio.
- Dài, dài, sarai favolosa.
- Se lo dici tu - borbotta.
Rido. - Bimba.
Dopo 20 minuti Sabrina sembra un'altra persona. Le ho coperto le imperfezioni col fondotinta, e sottolineato le zone in ombra con il conturing. Ho truccato poco gli occhi, con un sottile filo di eyeliner e l'ombretto scuro sfumato nella piega: le rende lo sguardo sensuale in una maniera pazzesca. Il mascara, blush rosato, e il punto forte: le labbra. Il colore che le ho messo le sta a pennello; è perfetto.
Si osserva nello specchio. - Bè, mica male - ammira.
- Ma stai zitta, ti ricordo che non volevi neanche truccarti.
Si arrende e non ribatte.
Io alla fine decoro gli occhi con poca matita marrone, sia sotto che sopra, e dell'ombretto marrone sull'angolo esterno e nella piega. Ho le labbra carnose, quindi opto per un rosato opaco, e il contorno labbra rosa scuro. Sono favolosa.
- Eeeh - Sabrina mi guarda come a dire "faremo strage di ragazzi, oggi".
La appoggio.
Ci vestiamo, salutiamo mia mamma e usciamo.
In metro le persone ci osservano incuriosite, ma le ignoramo tranquillamente.
Una volta arrivate posiamo i giacchetti e la mia borsa negli armadietti con la chiave, che infilo nel reggiseno.
La pista è buia, illuminata dalle luci intermittenti: verdi, blu, rosse, rosa, gialle...
C'è poca gente in pista, e la musica si sta solo riscaldando.
Faccio sedere Sabrina sulle poltroncine.
- Aspettiamo qualche minuto, quando la pista si riempie.
- Dai così!
- Facciamo una scommessa? - le sorrido maliziosa.
- Mmh, vediamo.
- Dobbiamo baciare minimo 5 ragazzi...
- Minimo?! - mi interrompe, sbalordita.
- Bè, hai la possibilitá di baciarne anche 10. Dicevo: dobbiamo baciare minimo 5 ragazzi, e se una di noi non ci riesce, ha la penitenza.
- Okay, accetto. Se tu perdi, devi far in modo di farmi avvicinare a tuo fratello. -
Lei non sa che l'avrei fatto comunque, ma non glielo dico. - E se io vinco, dovrai regalarmi la carta regalo in libreria.
- Affare fatto! - ci stringiamo la mano.
I minuti passano, e la gente inizia ad andare in pista. Ci sono i timidi che fanno piccoli movimenti impacciati, le troie che twerkano, e gli ubriachi che ballano come se non ci fosse un domani.
- Direi di andare - le urlo sopra la musica.
Annuisce e ci infilitriamo in mezzo alla gente.
Io inizio a muovere i fianchi sensualmente, agitando le braccia e le gambe, accompagnando il ritmo con la testa.
Sabrina sembra un tronco.
Rido. - Forsa, qui bisogna fare le troie, altrimenti hai giá perso - urlo.
- Non so muovermi - risponde.
- Ti aiuto io.
Le vado dietro, le afferro i fianchi, e li faccio muovere su e giù, alternando.
- Okay, possiamo esser passate per lesbiche, ma è così che devi muoverti! Accentua! Muovi quelle chiappe! -
Pian piano inizia a prendere la mano, e ancora impacciata, inizia a ballare insieme a me.
- Yuhu! - grido.
Ci spostiamo di qua e di lá, e alla fine ci ritroviamo la pista satura di gente. Se ti muovi di un centimetro, finisci addosso a qualcuno. È ora di dare inizio alla sfida.
Noto un ragazzo carino accanto a me faccio finta di finirgli addosso.
Lui mi guarda, sorride, e posa una mano sul mio fianco.
È mio.
Inizia a ballare, e a strusciarsi contro di me. Assecondo i suoi movimenti, poi ci guardiamo, e in un secondo le nostre labbra si scontrano subito prima delle lingue.
Gli afferro i capelli e inizio a baciarlo con trasporto, poi dopo mi allontano e vado alla nuova ricerca.
È così che si fa. Prendi, usi, abbandoni. Adoro la discoteca.
Sabrina mi guarda, e i suoi occhi dicono "Anvedi questa".
- Hai visto sì! - le batto il cinque. - Ti conviene sbrigarti, o qua non trovi trippa per gatti!
- Credo proprio di sì - mi urla di rimando.
Si dilegua in cerca di pischelli e io continuo a scatenarmi.
Poi sento due mano afferrarmi i fianchi da dietro, e io sorrido soddisfatta, preparandomi a un'altra limonata.
Ma il bellissimo ragazzo che mi si para davanti non me lo aspettavo.
- Ah, eccoti! - urlo sopresa.
- Eccomi - alza le spalle.
Del suo abbigliamento riesco a scorgere solo la maglietta blu con lo scollo a V, e giá quella basta a rovinarmi gli ormoni.
Le luci danzano sul suo viso perfetto, e gli occhi brillano di luce propria. Non riesco a vedere di che colore siano.
- Balli con me? - sorride.
Ricambio, e inizio a muovermi contro di lui. Risponde con delle mosse strabilianti: energici movimenti di bacino che mi fanno impazzire. Devo alzare la testa per guardarlo, e circondandogli il collo con le braccia, comincio a muovere i fianchi su e giù. Lui si morde il labbro, e mi afferra la vita con le grandi mani, avvicinandomi a sè. Con una mano sale lungo la mia schiena, continuando a muoversi contro di me.
Ballerei insieme a lui tutto il tempo.
Sento un formicolio sul basso ventre e mi costringo a ignorarlo. A questo punto dovremmo baciarci, ma non me la sento. Sarebbe troppo imbarazzante, e se devo baciare proprio lui, vorrei che fosse conseguenza di qualcosa di più serio.
- Mettila incinta, se ti va - ci giriamo entrambi al suono rauco e sensuale di una voce maschile.
Un ragazzo alto, muscoloso e bello da morire, squadra Mark dall'alto. Riesco a vedere il biondo ramato dei suoi capelli, e gli occhi che brillano innaturalmente di un verde fluorescente.
Ma...
- Taci - risponde Mark.
Okay, si conoscono.
- È mio cugino - risponde alla mia domanda inespressa.
- Te la posso rubare un minuto? - il ragazzo mi guarda maliziosamente, rivolgendo la domanda a Mark.
Lui sbuffa e mi lascia nelle sue mani.
Certo che anche lui è un bel bocconcino.
Mi afferra i fianchi e inizia a ballare. Nah, non si muove come Mark.
- Allora... Te la fai con mio cugino, eh?
- Cosa? - sgrano gli occhi. - No! - gli do una spintarella.
Alza un sopracciglio, divertito. - Sto scherzando!
- Ah, ecco - torno a ballare.
- La tua amica, al contrario, se la fa con... - stringe gli occhi per capire chi è.
Mi giro, e l'immagine di Sabrina che si limona mio fratello mi investe come un tir a tutta velocitá.
- Oh, porca puttana! - urlo così forte che qualche ragazza si gira a guardarmi. - Non ci credo! - rimango a bocca aperta di fronte a quello... spettacolo? Scempio? Si da che dopo scoppio in una fragorosissima risata.
- Perchè? Chi è? - Occhi Verdi mi guarda incuriosito.
- Lascia stare - scuoto la testa - Come ti chiami? - lo guardo.
- Benny.
- Io...
- Danielle, lo so.
Aggrotto la fronte, ma decido di lasciar perdere.
- Sei figa, sai?
- Eh?
- Ti posso baciare, o ti da fastidio?
- Ehm, direi che è meglio di n... -
Non mi fa finire che le sue labbra sono sulle mie, e la lingua nella mia bocca.
Mi viene spontaneo ricambiare, ma poi focalizzo cosa succede e lo scanso spintonandolo. - Ma che fai, idiota?!
Mi guarda, improvvisamente stranito. - Mark!
- Sono qui - mi compare dietro.
Dio, deve smetterla.
- Potevi anche evitare di baciarla, però. - sbotta irritato.
- È la prima cosa che mi è venuta in mente. Comunque, non ha funzionato.
- Ho visto. - si lanciano un'occhiata d'intesa.
Ma di che parlano?
- Portiamola fuori.
Eh? - Che? - sbotto.
- Prendi le tue cose - mi ordina Benny.
- Io non lascio Sabrina da sola!
- Non sentirá la tua mancanza - la indica: si è seduta su Adam, su una delle poltroncine, e lo sta palpando per bene.
Faccio una smorfia.
- Su.
Mi lascio portare fuori dal locale, e nell'istante in cui siamo all'aria aperta, le mie orecchie sembrano tirare un sospiro di sollievo.
Guardo il cielo: è buio pesto.
Impossibile...
- Che ore sono? - non ho l'orologio.
Mark mi guarda titubante prima di rispondere. - Le 17:30...
- Ma è notte... - sussurro.
- Cazzo, Benny.
- Questa storia non mi quadra... - mormora lui.
- Mi spiegate di cosa diavolo state parlando?! - sbotto, infuriata.
- Taci un attimo. - dice Benny.
- Senti, bello, tu non mi dai ordini.
Mi ignora. - Dovremmo cercare di capirci di più in questa faccenda.
- Non avvertiamo nessuno, Ben. Capito? Non finchè non siamo certi di qualcosa di concreto. - ribatte Mark.
Benny annuisce.
- Allora, visto che state parlando di me, io direi che sia opportuno dirmi cosa sta succedendo. - cerco di mantenere la calma.
- Vieni - Mark mi prende per il braccio, e mi trascina in un luogo buio e angusto.
La paura non mi sale minimamente, accecata dalla rabbia.
- Danielle, ecco... - sbuffa, cercando di trovare le parole giuste per non so quale confessione - Avrai giá notato degli atteggiamenti... strani da parte mia.
- Sì, direi.
- Ecco. Anche stranezze fisiche.
Annuisco. Finalmente tutto avrá una spiegazione.
- Non sono qualitá da... umano. Io non sono umano, ecco. - conclude.
- Tutto qua? - alzo le sopracciglia.
- Tutto qua?! Ti ho appena detto che non sono umano!
- Avresti preferito una reazione tragica?
- No! No, no, certo che no.
- E allora? - lo fisso.
- Niente... - si passa una mano tra i capelli. -Non dici nulla?
- L'ho intuito che non eri umano, Mark. Ma voglio sapere cosa sei. Un vampiro? Un licantropo? Un mutante? Un transformer?
- Ti vedi troppi film - quasi sorride.
- Può darsi - rido.
- Bè... - lancia un'occhiata a Benny, che vedo annuire con la coda dell'occhio. - Siamo creature che nessuno conosce: veniamo chiamati Lotewers. -
Okay, ora sono sorpresa.
- I che?
- Lotewers.
- Mai sentiti.
- Lo so - annuisce comprensivo - Ora penserai che sia tutta una commedia.
- No - scuoto la testa - Ti credo.
- Davvero? - sgrana gli occhi.
- Sì, perchè sei sorpreso?
- Così - alza le spalle - Pensavo non mi credessi, tutto qua.
- E... questi Lotewers hanno poteri speciali?-
Scoppia in una risata nervosa. - Ognuno ha il suo. Io ho il potere di fermare il tempo...- ah, ora si spiega le strane scomparse improvvise - E Benny quello di ammaliare le persone. Per questo prima abbiamo blaterato quelle cose: lui ha provato ad ammaliarti e non ci è riuscito.
- Mentre ballavamo?
- Sì.
- In che senso ammaliarmi?
- Diciamo, lui ha il potere di far fare alle persone quello che lui vuole che facciano. Voleva che tu lo baciassi per fare una prova, e ha fallito.
- Prova di che tipo?
- Te l'ho detto che avrei fatto le mie indagini su di te, e lui mi sta aiutando. -
Mi giro verso Benny, che per tutto il tempo è rimasto in silenzio. - E cos'avete concluso?
- Un bel niente- mi risponde Mark.
- Perchè? - Che vuol dire?
- Noi sappiamo che tu sei qualcosa. Ma non sappiamo cosa, Dani.
I battiti cardiaci iniziano ad aumentare. - In che senso?
- Non sappiamo se sei una di noi, o altro.
- Altro?
- Verrai a sapere tutto dopo.
Meglio, ho una miriade di domande in testa.
- Diciamo che - interviene Benny - I Lotewers, per mostrarsi come tali, inizialmente hanno diversi cambiamenti fisici: colore dei capelli o degli occhi. E manifestano i loro primi poteri. Tu non hai fatto nulla di tutto ciò, e sei immune ai miei poteri: nessuno lo è.
- Ma perchè non sono immune a quello di Mark?
- Perchè il potere di Mark non controlla la mente, lui fa qualcosa percepibile fisicamente.
- Ho le idee confuse. - concludo.
- Sì - Mark mi si avvicina, con uno sguardo dolce e comprensivo negli occhi arancioni. - Dormici sopra.
- Ma sono le cinque - ridacchio.
- Più tardi, allora - sorride.
- Senti, una domanda, solo una.
- Dimmi - mi guarda.
- A seconda di cosa cambiano i tuoi occhi?
- I Lotewers giovani hanno questa caratteristica: gli occhi cambiano continuamente, forse condizionati un po' dall'umore, e solo quando si fermano a un colore, possono essere chiamati adulti.
- E tu hai giá un'idea del colore che avrai?
- No, per niente - ride.
- Benny è adulto?
- Sì, i suoi sono verdi.
- Sono bellissimi.
- Giá.
Mi riporta in discoteca, e balliamo insieme fino alle 8 di sera.
Sabrina non si è nemmeno accorta della mia assenza.
- Noi andiamo, Dani - Mark mi bacia i capelli. - A domani.
- È sabato - gli ricordo.
- Lo so - mi ammicca, e se ne va.
Poco dopo Sabrina è al mio fianco.
- Ehilá - il sudore le cola sulla fronte, e sembra drogata.
- Esaltata?
- Sì! - saltella.
- Sei nei guai, lo sai? - la ammonisco.
- Perchè? - si fa improvvisamente seria.
- Adam.
- Oh, merda! HAI VISTO? ODDIO MUOIO.
Rido a crepapelle. - Andiamo va'!
La prendo sottobraccio, lei mi posa la testa sulla spalla, accompagnandomi con la sua risata.

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Angolo autrice
Buonasera, lettori! Questo capitolo è abbastanza lungo, ahahaha. Mi sono sbizzarrita. Spero sia stato di vostro gradimento.
Buona lettura e buona serata!♡
~ Sofia☆

Lotewers - Il regno delle creature misticheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora