19.

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Devo avere una visione. Se ci riesco, avrò la possibilità di vedere se Amyas è davvero vivo, come credo, o morto, come spero. Ricordo ciò che mi aveva detto: "far vivere i propri incubi stimola il cervello. Lo traumatizza, e la paura alimenta i neuroni. E questo è un punto a nostro favore, perché in questo modo le tue visioni faranno in fretta a venire."
Sento la sua voce come un eco, ma le parole erano queste; le ricordo alla perfezione.
Esco in fretta dalla mia stanza, e busso in quella di Sabrina. Per grazia di Dio non stava dormendo, e mi viene ad aprire. - Ehi, Dani, che c'è? - mi domanda, vedendo la mia espressione preoccupata.
- Ho bisogno del tuo aiuto.
- Dimmi tutto - si siede sul letto, ma io no, perché non riesco a stare ferma. Gironzolo per la stanza, avanti e indietro.
Prima di venire qui, le ho raccontato tutto: da come ho scoperto i Lotewers, cosa sono, ai Fyreit e Amyas. Mi sono tolta un peso incredibile.
- Credo che Amyas sia vivo, Sabri. - non mi giro a guardarla, per paura della sua reazione.
- Cosa? - le manca il fiato.
- Mentre io e Mark... bé... mmh... -
Alza un sopracciglio. - Pomiciavate?
- Diciamo di sì... Bé, è successo che ho visto Amyas invece di lui...
- Nooo, traditrice!
- Senti, non è colpa mia!
- Ma era una visione? - si fa seria.
- No, no, te lo assicuro. Ormai le riconosco, e questa non lo era. Qualcuno è entrato nella mia testa.
- E solo Amyas può farlo. - Sabrina annuisce, capendo il ragionamento che vaga per la mia testa.
- Esatto. E devo sapere se ho ragione. Quindi tu dovrai aiutarmi ad avere una visione.
- Ma non vengono da sole?
- Posso stimolarle con la paura.
Improvvisamente capisce, e sgrana gli occhi. - No, ti prego, non costringermi a farti del male.
- Devi farlo, ti prego.
Scuote la testa.
- Sabrina, io devo saperlo. Devo sapere se è vivo, e se lo è, dobbiamo metterci sulla difensiva. Anzi, io devo mettermi sulla difensiva: cercherà me.
Mi guarda titubante, constatando che ho ragione.
- Ma qualunque cosa io faccia, tu sai che non ti farei mai del male intenzionalmente. Sai che non ti succederà nulla.
- Per questo motivo userai questo - tiro fuori il coltello, che ormai porto sempre con me, dalla federa che tengo nascosta nei pantaloni.
- Cosa... - è scioccata. - Cosa devo fare con quello?
Glielo porgo. - Feriscimi.
- Te lo scordi.
- Ti prego - la imploro.
- Non ne ho il coraggio, Dani.
Le afferro la mano e le metto in mano l'arma. - Tu ce l'hai il coraggio. Devi averlo. Ci sei dentro anche tu in questa storia; essere codardi non porta da nessuna parte. - Lei stringe il manico, fissandomi. - Non sono umana, Sabrina. Ho una forza e velocità sovraumane; forse una ferita da lama non mi fa nulla.
Mi guarda per minuti, in silenzio, poi annuisce. - Va bene, facciamolo.
Prendo un asciugamano dal bagno e lo poso sul pavimento, mi ci sdraio sopra e alzo la maglietta per scoprire la pancia.
Sabrina punta la lama verso di me, con la paura negli occhi. Mi osserva, immobile. Esita fin troppo.
Sospiro, prendo il suo polso e mi infilo la lama nel fianco. Apro la bocca, ma non emetto alcun suono: rischierei di farmi sentire.
- Merda - Sabrina impreca, con la mano ancora stretta al manico.
Il dolore è forte, e il cuore batte all'impazzata. - Affonda - riesco a dire.
- Oddio - ma lo fa, perché sa che se non lo fa lei, lo faccio io. Porta la lama più a fondo.
- Ah - gemo di dolore, cercando di fare il più silenzio possibile. Chiudo gli occhi; mi concentro sul dolore, immagino due occhi neri, ascolto il mio cuore pompare sangue.
Poi Sabrina strilla.
Spalanco gli occhi, giusto per vedere la mia amica a terra, priva di sensi.
Giro la testa da tutte le parti per vedere se c'è qualcuno, ma quel qualcuno mi è sopra in un battito di ciglia. - Non c'è bisogno di farti del male per capire che sono vivo. - Amyas sfila la lama dalla mia pelle, e io mi accascio sul suolo, sollevata di essermi liberata di quel doloroso oggetto. Non è una visione.
- Lo sapevo - ansimo.
- Sai, Danielle, i Fyreit muoiono se gli viene spezzato l'osso del collo, come i Lotewers. Io no. Noi no.
Mi concentro sul "noi". Che significa?
- Ho capito cosa sei, Danielle - mi accarezza i capelli con dolcezza, anche se io di dolce non ci vedo proprio niente. Anche un gesto così risulta maligno se compiuto da lui.
- Tu sei come me - ripete la frase che mi aveva detto nello scontro, e faccio in tempo solo a sentire le sue mani che mi prendono la testa, per poi sentire lo scrocchio del mio collo spezzato.

Lotewers - Il regno delle creature misticheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora