Canto del galeone

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La vita è un susseguirsi di eventi, aleatori e non, di piaceri, di dolori, gioie e pianto. Queste cose sbattono contro la nostra faccia senza che noi possiamo prevederle: e chi lo sa, se domani incontrassi un amico di vecchia data, e chi lo sa, se nel fine settimana vedessi qualcuno per l'ultima volta?
Il presente cambia costantemente, la nostra giornata è decisa dal caso, certi pensieri ci percuotono a lungo e poi spariscono, come carta da gettar al vento. In questa delirante burrasca, quanto ci è possibile mirar oltre lo schiamazzo del presente, che pervade a noi la mente?
Spesso riagganciamo gli eventi presenti a qualcosa che abbiamo osservato, vissuto, pensato in prima persona in un tempo distante: il passato. Questo per ricordarci, ammonirci di qualcosa che abbiamo già preso in considerazione, o magari per continuare un bizzarro soliloquio. Perciò pensiamo spesso al passato, e benedetto sia colui che abbia ad unico occhio il presente!
Le memorie del passato ci servono per sopravvivere al tempo presente, e quindi raggiungere il futuro.
Già, il futuro. Esso è cosa difficile da perscrutare: la tua vita attuale è come una nebbia che pervade la tua nave, e tu, col cannocchiale, vedi ben poco in lontananza. Non possiamo che immaginare, congetturare, mettere insieme pezzi della nostra vita per vedere piccole cime nella foschia: allora andiamo al timone e, guidati da ciò che chiamiamo "speranza", continuiamo a imperversare in acque tanto calme quanto incerte.

(Canto del galeone, Dicembre 2021)

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