Keles/ Kalama sutta

94 6 0
                                    

Dovremmo imparare ad eliminare 'keles', che sono raga, dvesha, moha. Prima di tutto bisogna riconoscerli.
Con 'raga' si intende dire i sentimenti/pensieri di piacere che si formano nella nostra mente come l'attaccamento, la golosità, l'amore...
Con 'dvesha' si riferisce alla sensazione di non piacere come la rabbia, vendetta, gelosia...
Raga e dvesha sono poli opposti.
'Moha' invece è il paragonare/misurare in modo sbagliato raga e dvesha.
Quindi, quando le nostre sei basi del senso: occhi, orecchie, naso, lingua, corpo, mente appena sono in contatto con un'immagine, nasce moha e solo dopo un paragone con ciò che già abbiamo visto fino ad ora, decideremo se per noi rappresenta raga o dvesha e se non si riesce ancora a decidere continueremo a paragonare.

(Sutta=sutra=testo)

Buddha un giorno va in un villaggio chiamato kesaputti e incontra dei brahmani che avevano individuato keles e che stavano cercando una via per liberarsene.
I brahmani gli dicono che come lui altri guru erano venuti al villaggio e che anche loro avevano detto il dhamma affermando però che solo il loro dhamma fosse quello giusto. Chiedono al Buddha come fare per capire quale dhamma è quello vero e Buddha li risponde che è normale essere dubbiosi e li spiega come ascoltare il dhamma dicendoli dei "ma".
Bisogna:

1) Liberarsi dalle voci che circolano.
2) Liberarsi dalle tradizioni(cose tramandate da generazioni).
3) Liberarsi dalle cose della società tramandate a voce.
4) Liberarsi da ciò che si trova nei testi.
5) Liberarsi da ciò che è simile alla mia logica.
6) Liberarsi da ciò che è analogo al mio giudizio.
7) Liberarsi da ciò che viene considerato buono, giusto dagli altri.
8) Liberarsi dal modo in cui la maggioranza del mondo, paese, società pensa.
9) Liberarsi da quello che insegna il maestro.
10) Anche se si tratta di un guru rispettato dal mondo a dire, si deve liberarsi anche da ciò che esprime lui.

Buddha non ha mai detto di accettare neanche le cose affermate da lui. Quindi il messaggio che voleva trasmetterci è quello di pensare in totale libertà.

Di chi è la conoscenza che abbiamo?
Nei dieci punti sopraindicati è presente il modo in cui accumuliamo la sapienza fin dalla nascita. Questa cognizione ci è indispensabile e viene chiamata "jànato". Quindi per prima cosa dobbiamo diventare jànato(dobbiamo conoscere).
Buddha ci ha detto di cercare la verità e di sperimentare liberamente. Dobbiamo vedere dentro di noi, eseguire noi stessi il dhamma e questa sapienza viene chiamata "passatho". Prima si diventa jànato e poi passatho.

Solo nel momento in cui usiamo il dhamma, che abbiamo sentito e conosciuto, dopo esserci assicurati che è giusto, questa sapienza diventa nostra.

Tour nel buddismoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora