La serata sbagliata

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Sidney 2015

Le grandi luci che lampeggiavano appese al gigantesco soffitto cambiavano continuamente di forma e dimensione, probabilmente condizionate dall' eccessivo tasso di alcool nel mio sistema circolatorio, mentre la massa di ragazze urlanti che mi circondava mi schiacciava senza lasciarmi un minimo di aria. Non avevo pensato a questo particolare prima di imbucarmi al concerto assieme a Jem e Katy. "ma dopotutto è l' unico posto dove si possa trovare roba buona", dicevano loro. " vieni dai sarà divertente" dicevano loro . Quelle stronze se ne erano andate lasciandomi sola mentre vomitavo in uno dei tanti bagni della sala... O almeno credevo fosse un un bagno. Riassumendo: mi ritrovavo ubriaca (come sempre d' altronde), schiacciata in un mare di deficenti urlanti, che non mi permetteva neanche di ascoltare la musica che arriva sotto forma di piccoli pezzettini di canzoni dal tanto rumore che mi circondava . Bel sabato sera! Meglio andare a cercare il ragazzo e filarmela con l' erba prima di incontrarmi qualche guardia. Si poteva notare anche a chilometri di distanza che ero completamente fuori posto: i miei pantaloni neri stacciati su entrambi ginocchi, la mia maglietta dei green day ( vecchia di secoli ) bucherellata su entrambe le spalle, le vans grigie e azzurre completamente distrutte e i lunghi capelli biondi con qualche ciocca viola tutti raccolti in un frettoloso e fallito intento di chignon. Tutte le ragazze intorno a me portavano maglie e bandane con un nome che non riuscivo a distinguere perché ero così andata che le lettere mi si sdoppiavano un centinaio di volte. La musica si stava facendo sempre più forte, e sentivo che una voce maschile proveniente dal palcoscenico iniziava a gridare parole incomprensibili nel mio attuale stato.
Raccolsi tutte le forze che mi erano rimaste nelle mie stupide gambe nel tentativo di riuscire a barcollare fino ad una porta sul retro, dove mi ritrovai faccia a faccia con un gigantesco gorilla

" oh no...' Dissi portandomi le mani alla faccia e cercando di non vomitargli sulle lucide scarpe nere 'proprio oggi!"

"Signorina la prego di seguirmi ' mi disse, probabilmente la puzza di alcool e il mio passo barcollante mi avevano tradita.
Iniziai a correre o meglio dire muovermi impacciatamente fra la gente mentre quel colosso vestito di nero mi seguiva con non poca difficoltà, ormai ero fuori dalla sua portata quando un piede messo nel posto sbagliato e nel momento sbagliato mi fece cadere sul freddo pavimento di cemento dell' arena. Iniziai a gattonare più velocemente che potei, ma due grandi mani mi afferrarono prima di poter raggiungere l' uscita di emergenza.

"Adesso lei viene con me ' disse prendendomi per le braccia e accompagnandomi verso una porta con scritto -solo personale autorizzato- probabilmente da lì c' era l' accesso ai camerini e di conseguenza l' ufficio del direttore di quel dannato teatro "qual è il suo nome?" Chiese poi l' uomo, e resosi conto che non avrebbe ricevuto risposta si voltò per parlare con un altro uomo vestito di nero. Era il momento. Sapevo che non avrei avuto altro tempo per scappare, quindi ne approfittai per sfilarmi dalla presa del gigante e iniziare a correre per il lungo corridoio da dove eravamo venuti.

"È la fine ' sussurrai prima di voltare per l' ennesimo angolo. Sentivo le urla e il rumore degli scarponi sbattere dietro di me, e sapevo che prima o poi mi avrebbero raggiunta, ormai ero spacciata. Ma d'altronde lo ero sempre stata. La mia vita era così. Scappare e sperare di riuscire a sopravvivere senza essere rimandata da dove ero venuta.

I miei pensieri furono interrotti da una forte stretta al polso. Ecco ci siamo. È la fine. Dovrò ritornare in riformatorio. Lo sapevo.
Un momento... Il rumore della porta che si chiudeva fu l' ultimo rumore che sentii, poi solo silenzio e oscurità. Due forti braccia mi stringevano e un viso di un ragazzo con il dito premuto sulle labbra mi indicava di fare silenzio. Non sapevo chi fosse, di lui potevo intravedere solo una parte del viso, ma obbedii all' istante, chiunque fosse mi aveva salvata.

"Grazie" riuscii a mormorare prima di lasciarmi scappare un sospiro di sollievo. Il ragazzo di fronte a me mi lasció andare trattenendo un sorriso.

Bad girl   {A.F.I.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora