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La vacanza era ufficialmente terminata nel momento in cui Nayeon aveva messo piede nell'appartamento che condivideva con Jeongyeon, sentendosi più esausta e in ansia che mai. Era stata in grado di fingere che fosse tutto a posto in quei giorni, ma non avere altre persone attorno pronte a distrarre la sua migliore amica la stava rendendo insicura. La faceva sentire una persona orribile.

Dopo quello che avevano fatto la prima notte in montagna non si erano quasi rivolte la parola, ad eccezione dell'uscita al club che le aveva rese particolarmente desiderose di comunicare l'una con l'altra e non solo con la voce, in più erano entrambe consapevoli che tornare a convivere soltanto loro due non sarebbe stato tanto semplice.

Jeongyeon, nonostante non fosse particolarmente entusiasta di quel distacco improvviso e stesse soffrendo molto, aveva scelto di non forzare le cose e di aspettare. Proprio per quel motivo non aveva perso tempo a stare nella stessa stanza con la migliore amica e si era diretta in camera propria a passo svelto, chiudendosi la porta alle spalle e tenendosi occupata a disfare la valigia.

Odiava quella sensazione di impotenza e sentirsi una nullità per la persona che voleva avere accanto non stava di certo aiutando a migliore il suo umore piuttosto altalenante, però sapeva di poter contare sul suo metodo infallibile per tenersi occupata: pulire ogni cosa.

Decise di ascoltare un po' di musica per isolarsi del tutto, trovandosi a sorridere tristemente per colpa delle canzoni che era solita ascoltare senza soffrire troppo "temo di aver commesso un errore grosso quanto un castello, sono stata una sciocca a credere di poter ricevere il suo amore"

Avrebbe voluto piangere e urlare tutte le parolacce che potessero venirle in mente, ma cosa avrebbe potuto ottenere oltre a un mal di testa incredibile? Nulla, solo dell'altra sofferenza.

L'amore fa male e Jeongyeon lo sapeva perfettamente, ma il dolore a cui era riuscita ad abituarsi con tanta fatica si era come triplicato e non voleva averci a che fare. Un rumore proveniente dal salotto l'aveva fatta tornare alla realtà, ma i suoi piedi sembravano come incollati al pavimento e non era riuscita a correre a controllare come era solita fare.

Nayeon si era messa ad imprecare, ma a giudicare dalla sua voce sembrava stare bene e quella consapevolezza era stata abbastanza per tranquillizzare la bionda "prima o poi mi farà prendere uno spavento tale da stendermi per sempre, me lo sento"

Un altro rumore e delle urla erano riuscite a sbloccare la sua immobilità e farla correre in soccorso della sua coinquilina "che è successo?"

"C'è un insetto enorme, uccidilo!" l'espressione impaurita di Nayeon avrebbe fatto ridere chiunque "non fare quella faccia e uccidilo con questa" le aveva schiaffato una ciabatta sulla mano "senza pietà, mi raccomando"

"Cosa ci guadagno?"

"Ma sei scema? Se non lo uccidi ci toccherà dividere la nostra piccola dimora con quell'affare schifoso che non ci aiuterà nemmeno a pagare le bollette e che non farà altro che darci fastidio"

"Mi hai convinta, per stare qui con noi bisogna pagare"

La maggiore tra le due si era lanciata sul divano per sentirsi al sicuro mentre Jeongyeon era intenta a combattere contro l'insetto che aveva osato intrufolarsi nel loro appartamento "non dimenticare di pulire dopo averlo schiacciato, non voglio il suo piccolo cadavere come ricordo"

"Guarda che lo so, adesso taci perché devo concentrarmi. Utilizzare le ciabatte richiede una grande precisione"

"Jeong, schiaccialo e basta prima che mi metta a fare l'isterica"

"Quello lo fai in continuazione, ormai so conviverci"

Una volta eliminata la minaccia, non dopo essersi scambiate degli sguardi carichi di imbarazzo, le due ragazze erano tornate ad ignorarsi a vicenda in attesa che fosse l'altra a fare la prima mossa.

Hopelessly in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora