uno

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<<maaa, io vado>>urlai aprendo la porta.
<<okay, sta sera esci dopo lavoro o torni a casa?>>rispose dalla cucina.
<<esco, non aspettarmi tu>>dissi chiudendo la porta dietro di me tenendo per la spallina lo zaino contenente un cambio.
<<ciao tesoro, stai attenta>>la sentii dirmi.
scesi le scale di velocità della mia palazzina
<<cazzo sono in ritardo>>imprecai guardando l'orario dal mio telefono.
mi infilai le airpods nelle orecchie, mi accesi una sigaretta e a testa bassa mi incamminai verso il bar.
dico così perché per  una ragazzina così come me è un po' pericoloso girare tra i quartieri di san siro.

<<ao ire sei che è successo>>mi chiese martina, la proprietaria del locale vedendomi sudata e con il fiatone.
<<marti scusami, posso darmi una sciacquata alla faccia perché sono sudata come non so cosa>>dissi.
<<certo, vai pure>>rispose passandomi il grembiule.

indossai un paio di jeans semplici skinny (anche se li odio e mica poco),una maglietta bianca ed infine legai in vita il grembiule.
mi bagnai la faccia e uscii dal camerino.
<<sta sera non c'è tanta gente>>mi comunicò la ragazza.
<<perfetto>> raccolsi i capelli in una coda alta lasciando giù la mia frangetta, tenendo tra i denti l'elastico.
dopo aver riempito una 50 di brocche di birra entrarono dei ragazzi.

no te prego, martina servili tu questi

<<ire, occupati tu di quelli, io sistemo qui dato che tra 20 minuti chiudiamo>>mi comandò

te pareva, una cosa dritta può andarmi oggi? ovviamente no

<<certo, adesso vado>>sospirai e sforzai un sorriso.
mi feci coraggio e mi avvicinai al tavolo dove si erano seduti.
<<avete già scelto che prendere?>>giocherellai un po' con la penna.
venni squadrata da testa a piedi da 6 occhi marroni.
<<certo per me fai una birra>>se ne uscì uno che indossava gli stessi occhiali miei.
<<pure per me>>aggiunse l'altro che indossava un cappellino verde di sbiego.
il ragazzo che doveva ancora ordinare mi scrutava attentamente.
prima di prendere parola rivolsi lo sguardo verso l'ultimo ragazzo che teneva i capelli legati in uno chignon.
<<a me basti tu, irene>> aggiunse il moro tenedo gli occhi socchiusi così da riuscire a leggere il mio nome sul cartellino attaccato sopra il mio seno.
mi sistemai i miei occhiali cercando di nascondere il viso dato che stavo andando a fuoco.
<<oh anas dai, ti sei appena lasciato e ci provi già con un'altra>>lo rimproverò il ragazzo dandogli un pugno sulla spalla.
lui rise forte.
li ignorai rivolsi lo sguardo di nuovo sul ragazzo dalla lunga chioma e sibilai <<p-prego?>>
<<anche per me una birra>>disse continuando a ridere.
<<<okay grazie>>risposi girandomi avviandomi verso il bancone.
riempii i tre bicchieri, stampai lo scontrino e servii i tre ragazzi.
<<offro io>> disse sempre il solito ragazzo il quale estresse dal suo portafoglio una banconota da 50€.
<<tieniti pure il resto ragazzina>>affermò schiacciandomi l'occhiolino.
presi i soldi sorrisi senza aprire bocca e andai al bancone iniziando a pulire.
vidi i tre ragazzi uscire, l'ultimo ad uscire fu proprio lui, mi lanciò un ultimo sguardo con un sorriso sghembo e ne se andò.
dopo aver dato una sistemata veloce al pub, andai nuovamente ai camerini, mi misi un filo di eye-liner, il tubino nero ed un paio di tacchi.
vidi il telefono illuminarsi, segno che mi era appena arrivata una notifica.
era bianca , la mia migliore amica

~abbella, sbrigate che sono fuori da 10 minuti che ti aspetto~
~scusa ma sono arrivati dei clienti all'ultimo~

risposi uscendo dalla stanzetta.
salutai martina ed uscii dal locale.

la bionda mi accolse con un suono di clacson.
<<ueue>>la salutai dandole un bacino sulla guancia
<<ammazza che figa che sei>>disse gettando il mozzicone della sigaretta fuori dal finestrino.
<<già lo sai>>risposi facendola ridere
<<destinazione old fashion, vai che sta sera ci spacchiamoooo>> urlò alzando il volume della radio.

entrammo nel locale e mi sentivo osservata.
indovinate un po' chi c'erano? i tre moschettieri.
ognuno di loro era accompagnato da una ragazza.
ballammo per tutta la serata tra un drink e l'altro.

<<vado a fumare>>dissi avvisandomi all'orecchio della bionda.
lei si limitò ad annuire.
uscii e finalmente respirai aria pulita, fresca.
mi accesi una sigaretta e sentii una voce provenire dalla mie spalle
<<hai da accendere?>>
mi voltai di scatto e mi accorsi che era il ragazzo del bar.
<<certo>>dissi accendendogli quella che sembrava tutt'altro che una sigaretta.
si affiancò a me e guardammo il cielo per un paio di minuti rimanendo in silenzio.
ad un certo punto vidi con la coda dell'occhio che mi stava fissando, mi voltai e lui prese parola.
<<anas comunque>>si presentò.
sorrisi e gli dissi <<beh tu lo sai già il mio nome>>
rise annuendo abbassando il capo, gettò il mozzicone e disse <<ci vediamo ragazzina>>lo vidi rientrare.
dopo alcuni istanti rientrai pure io, ero stanca e non volevo far stare in pensiero mamma, quindi decisi di  tornare a casa, di bianca nessuna traccia.
la cercai per la discoteca ma niente, neanche la sua macchina c'era.
non so con che coraggio ma mi incamminai verso casa, tanto non distava molto.

ricordate quando vi ho detto che non vivo in belle zone? beh ecco, ero per strada, tra una mano tenevo i tacchi nell'altra avevo la mia borsetta.
si, stavo camminando scalza, mi si erano formate sui talloni due visciche giganti.
vidi avvicinarsi un uomo barcollante, probabilmente ubriaco, veniva verso la mia direzione, abbasssai il capo e allungai il passo.
di li a qualche secondo mi ritrovai con la schiena al muro e con l'uomo davanti a me.
sentivo sue mani che vagavano sul mio corpo.
mi aveva alzato il vestito, io cercavo di dimenarmi e gridare, ma non ci riuscivo dato che mi aveva tappato la bocca.
feci cadere a terra la borsa ed i tacchi cercando di spingerlo.
avevo le lacrime che mi scedevano a più non posso.
chiusi gli occhi così da almeno privarmi di vedere ciò che stava succedendo.
<<che cazzo fai bastardo?!>>urlò anas con voce roca.
si avvicinò, lo spinse via da me e lo menò.
io avevo le gambe che mi tremavano, perciò non appena l'uomo lasciò la presa io caddi a terra allontanandomi di qualche metro.
dopo aver cacciato l'uomo insultandolo in una lingua a me straniera raccolse da terra le mie robe.
<<andiamo>> disse con un tono addolcito.
<<ti porto a casa>> continuó.
annuii terrorizzata e ci avviammo verso la sua macchina.

<<qui, abito qui>> dissi indicando con la mano tremante la mia palazzina.
<<beh allora ciao ragazzina>>si congedò.
scesi dalla macchina e singhiozzando lo ringraziai.
mi sorrise.
si assicuro che io entrai nella mia abitazione e partì.


🎨ciaoo come state?
sono ritornata con una nuova storia.
spero che vi possa interessare :)

se io vado tu che fai? // anasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora