diciotto

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<<irene sveglia siamo arrivati>>mi svegliò dolcemente il moro.
<<mmh di già?>> dissi con la bocca impastata dal sonno.
<<eh si>>continuó prendomi la mano.
mi alzai dal sedile, anas prese i bagagli mentre io strinsi il mio cuscino che era pieno di indumenti così da non pagare un sacco di soldi per lo sgarro del peso.
non appena mettemmo piede nell'aeroporto una flotta di ragazzi e ragazze si avvicinarono a noi, tutti fan di amine ed anas.
anche se i due indossavano cappellino e occhiali da sole li riconobbero lo stesso.
io e bianca ci armammo di pazienza e scattammo una ventina di foto.
i due invece avevano un sorriso soddisfatto, ce l'avevano fatta.
arrivò il turno di una ragazza, bellissima, l'opposto mio, vedevo il moro la guardava da capa a piedi leccandosi più volte le labbra, lei faceva l'oca, un classico.
ma io mi chiedo, ma non ti accorgi che ci sono io, la sua fidanzata? per carità abbiamo deciso insieme di avere una relazione privata, se postavamo qualche foto, non facevamo mai vedere le nostre facce, però che cazzo, che sono sua sorella, dai su, ho capito che ho la carnagione scura però non ci assomigliamo per niente.
una volta scattata la foto lei estrasse un bigliettino, dentro c'era il suo numero.
<<chiamami>>gli disse in francese.
lui si limitò a sorridere come un ebete annuendo.
dico solo che sono venuti giù tutti i santi e pure le madonne.
non sono una che si incazza facilmente ma quando succede combino casini. ho sempre avuto problemi a gestire la rabbia, in certi casi non riesco proprio a trattenermi.
<<è fidanzato>>risposi.
lei rise facendo aumentare i miei nervi.
<<solo per un'uscita, non è niente di che, lo farò divertire, non credo che tu sia capace, insomma guardati>>aggiunse.
anas non aprì bocca ma si infilò il bigliettino nella tasca.
amine e bianca erano fermi anche loro a guardare lo spettacolo.
mi avvicinai a lei, presi il suo viso tra le mie mani, appoggiai la sua fronte sulla mia.
<<si diverte, eccome se si diverte>> le sussurrai
staccai le nostre fronti e le diedi una capocciata, tanto forte da farle uscire il sangue dal naso.
m' ero fatta male pure io.
afferrai i bagagli e mi avviai verso l'uscita.
presi il primo taxi e ritornai a casa.
ero incazzata, anche con anas, non aveva detto una parola, anzi si era intascato il fogliettino, assurdo.
spensi il telefono, volevo stare un po' tranquilla.

una volta arrivata a casa, sistemai i vestiti, feci una lavatrice e dormii qualche ora.
al mio risveglio mi docciai, dato che dovrei essere andata a lavoro.
raccolsi i capelli in una treccia bassa (non quelle alla francese) lasciando giù i baby hair.
mi misi dei jeans a sigaretta, una maglietta bianca e le mie airforce 1.
mi truccai con un po' di mascara ed un filo di eye-liner.
infilai i miei amati occhiali, mi rollai una canna con la paglia di anas che aveva dimenticato qui, la accesi , presi il mio telefono e mi avviai verso lavoro.
non avrò fatto neanche 10 metri che si affiancò una macchina, era mohamed.
<<mohamed! mi hai spaventata>> esclamai.
<<dai sali>>rise.
<<graziee>>risposi.
prese la canna dalle mie mani e fece un tiro.
nel frattempo anas chiamò mohamed, prima di rispondere mi guardò e disse
<<che è successo? è da sta mattina che mi tartassa di chiamate>>domandò corrugando la fronte porgendomi la j.
<<dopo ti spiego, tu rispondi>>lo invitai.
fece ciò che dissi e mise in viva voce passandomi il suo telefono.

<<ao, dimmi fra>>
<<dove cazzo é irene, l'hai vista?!>>sbraitò.
nel suo tono di voce avvertivo preoccupazione, mi faceva piacere, ma si era comportato da stronzo.
feci segno di no con la testa a moha il quale rispose.
<<no fra, mai sentita, perché?>>gli passai la canna e fece l'ultimo tiro.
<<siamo arrivati all'aeroporto e una mi ha lasciato il numero dicendo che irene non mi fa divertire, io ero uno stoccafisso, e la mora le ha dato una capocciata e poi se n'è andata, ho provato a chiamarla ma ha spento il telefono>>
io me la ridevo contagiando mohamed.
<<ah ho capito, non so che dirti fra, sarà a casa sua, boh>> abbassò il finestrino e gettò il mozzicone.
<<sono sotto casa sua, non c'è>>
<<vabbè dai, non importa>>continuò per poi appendere.

<<tu non dirgli niente, vediamo che fa>> raccomandai mohamed scendendo dalla vettura.
si fece una croce sul cuore, alzò le mani in segno di resa e disse <<niente, giuro>>
<<grazie per il passaggio>>gli dissi.
<<di niente ma belle>>rispose mandandomi un bacio volante.

••••

era finalmente arrivato fine turno, saranno state le 22, stava incominciando a diventare scuro.
<<porta questo al tavolo 26, è fuori>>disse martina porgendomi un vassoio con 4 birre.
lo alzai con fatica, mi avviai verso l'uscita, il pub si affaccia alla piazza dove solitamente i ragazzi dell'età di anas si trovano alla sera per gestire i loro "affari"
alzai lo sguardo dal vassoio e vidi lui, appoggiato alla sua macchina che stringeva a se la ragazza dell'aereo porto.
non solo mi cadde il mondo addosso, ma anche il vassoio.
un disastro, mi si erano sporcate tutte le scarpe, ma quello era l'ultimo dei miei pensieri.
avevo gli occhi di tutti addosso, compresi quelli di anas.
il moro a grandi falcate si avvicinò a me.
<<scusatemi, ora ve ne porto altre>>sibilai ai ragazzi asciugandomi il viso con i polsi.
prima che potessi entrare dentro anas mi afferrò per il polso.
<<irene!>>esclamò.
lo fulminai guardandolo da testa a piedi.
<<ti preg->>continuò.
<<vai pure con lei, forse riesce a farti divertire di più">>dissi con voce debole.
<<fammi spiegare>>tentò nuovamente.
<<cosa? che non appena io non ti rispondo tu ne hai già un'altra?>>continuiai.
mollò la presa, i suoi occhi si spensero, abbassò il capo.
<<sta sera vieni da me?>>domandò.
gli lanciai uno sguardo e capì la mia risposta.
entrai nel pub e sentii la sua voce urlare <<io ti aspetto a casa, ti prego, scusami>>
mi tuffai tra le braccia di martina la quale aveva assistito a tutta la scena.
<<vai a casa irene, ci arrangiamo io e rebecca>> prese parola accarezzandomi i capelli.
<<grazie marti>>risposi a singhiozzi.
mi cambiai velocemente e uscii dal retro in modo da evitare anas.
presi il primo tram per l'ospedale.

se io vado tu che fai? // anasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora